Come sta la Juve? Di Maria leader, la regia un problema. Ecco cosa funziona e cosa no

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di Filippo Bonsignore

I primi 180 minuti americani dicono che la squadra di Allegri sta crescendo a piccoli ma significativi passi: tutto ruoto intorno al Fideo, ma la sostituzione di Pogba e la crisi di Alex Sandro sono problemi da risolvere presto

Una vittoria contro i modesti messicani del Chivas Guadalajara e un pareggio 2-2 di peso superiore, in rimonta, contro il Barcellona. I primi 180 minuti giocati nella tournée americana hanno detto che la Juve cresce a piccoli ma significativi passi e in particolare attorno ad un leader ben definito, Angel Di Maria.

Cosa va

1. Di Maria uomo in più

Di Maria è stato il migliore nelle prime due amichevoli, dimostrandosi immediatamente un fattore imprescindibile. Il feeling con i nuovi compagni è apparso naturale: il Fideo è l’uomo in più dei bianconeri e in prospettiva Allegri non può che sorridere. Il tecnico lascia ampia libertà d’azione all’argentino, che parte dal lato destro del tridente per inventare, fornire assist, accentrarsi, tirare in porta. Angel garantisce anche varietà tattica: da esterno diventa trequartista alle spalle del centravanti, trasformando il 4-3-3 in 4-2-3-1.

2. Gioco verticale e veloce

Siamo ancora all’inizio ma già si intravvedono concetti interessanti. La Juve si accende e, di conseguenza, piace quando riesce ad accelerare, a giocare in velocità e in verticale. Saltando rapidamente il primo pressing avversario o riconquistando in fretta il pallone. In questo lavoro, le mezzali stanno crescendo: sia nel recupero, sia nell’inserimento offensivo. Erano i compiti principali di Pogba, contro il Barcellona li hanno svolti bene Locatelli e Zakaria.

3. I giovani

C’è una componente giovane in cerca di una chance. La doppietta di Kean al Barcellona è lo specchio di un inizio di stagione decisamente positivo per il bomber: testa giusta e applicazione continua; niente alti e bassi. È nato un nuovo Moise? Fagioli inoltre ha fatto molto bene da mezzala contro il Chivas; da regista davanti alla difesa, Rovella ha retto il confronto con il Barça. E poi Soulé, Da Graca, Compagnon: tutti ragazzi dell’Under 23 che si stanno facendo notare.

Cosa non va

1.Tridente da completare

Sul lato sinistro del tridente manca qualcosa, in attesa del ritorno di Chiesa. Cuadrado, adattato esterno mancino contro il Barcellona, non ha convinto. Bilancio: l’assist per il gol di Kean ma anche tanta incertezza in fase difensiva. Meglio aveva fatto Moise, in quella posizione, contro il Chivas. Serve un innesto, insomma.

2. Terzino sinistro

C’è un problema a sinistra anche in difesa. Alex Sandro continua ad avvitarsi in una involuzione che non sembra finire e con il Barça si è avuta l’ennesima dimostrazione. Pellegrini, la sua alternativa, non offre garanzie adeguate per i grandi palcoscenici. Tocca al mercato rimediare?

3.Serve un regista come Paredes

L’infortunio di Pogba costringe Allegri a costruire una Juve alternativa, rispolverando Rabiot, spostando all’occorrenza nella posizione del francese Locatelli o McKennie. Meglio sarebbe con l’arrivo di un regista di ruolo: nel mirino c’è Paredes. Ne guadagnerebbe la fluidità del gioco ma anche Locatelli potrebbe agire con più continuità da mezzala.

27 luglio 2022 (modifica il 27 luglio 2022 | 13:13)

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, 2022-07-27 13:29:00, I primi 180 minuti americani dicono che la squadra di Allegri sta crescendo a piccoli ma significativi passi: tutto ruoto intorno al Fideo, ma la sostituzione di Pogba e la crisi di Alex Sandro sono problemi da risolvere presto , Filippo Bonsignore

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