Come sarà il nuovo Parlamento «tagliato» e perché rischia di incepparsi

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Il 13 ottobre l’insediamento delle Camere: la prima volta con 345 eletti in meno. A Montecitorio il regolamento non è stato adeguato alla riforma e si teme per il funzionamento «macchina»

Il 13 ottobre si insedieranno Camera e Senato. Sarà un «primo giorno di scuola» segnato da una novità assoluta: a occupare gli scranni dei due emicicli ci saranno 345 deputati e senatori in meno, conseguenza della riforma costituzionale targata M5S che ha tagliato il numero degli eletti: da 630 a 400 a Montecitorio, da 315 a 200 a Palazzo Madama.

Un «vuoto» che sarà reso plasticamente anche dalla disposizione in Aula: le ali agli estremi saranno ridotte, ma non eliminate del tutto, per garantire la capienza in occasione delle sedute comuni. Dirigere i lavori della prima seduta dei due rami del Parlamento spetterà alla senatrice a vita Liliana Segre e al vicepresidente uscente di Montecitorio, il renziano Ettore Rosato. A stabilire a chi spetta il compito di presiedere i lavori della prima seduta di Camera e Senato sono i regolamenti. A Montecitorio il compito è assegnato al più anziano per elezione tra i vicepresidenti della legislatura precedente, quindi Rosato di Italia viva.

Negli ultimi giorni, i tecnici del Parlamento hanno lavorato senza sosta per adeguare le due Aule alle ridimensionate necessità: sono stati tolti i microfoni e le postazioni di troppo e lo storico tabellone con le luci (corrispondenti a ciascun eletto) che indicavano l’esito delle votazioni è stato sostituito da un ben più moderno maxischermo digitale.

Il Corriere della Sera e il sito Corriere.it oggi e domani escono senza le firme dei giornalisti per un’agitazione sindacale.

Con le nuove Camere in versione «slim» il risparmio netto complessivo sarà pari a circa 57 milioni all’anno e a 285 milioni a legislatura, pari appena allo 0,007 per cento della spesa pubblica italiana. Ma al di là della riduzione dei costi della politica, dopo la sforbiciata c’è chi teme che la nuova «macchina» parlamentare rischi subito di incepparsi. Dopo l’insediamento e il giuramento dei deputati sarà impossibile per molti partiti (medio-piccoli) costituire dei gruppi a Montecitorio, essendo il numero minimo richiesto ancora proporzionato alla vecchia composizione del ramo del Parlamento (630 deputati invece di 400). Oggi il numero è di 20: pari al 3,1% calcolato sul vecchio plenum dell’Assemblea. Ciò è dovuto al fatto che, a differenza del Senato, alla Camera non è stato trovato un accordo per riformare il regolamento adeguandolo al nuovo assetto post taglio. Il numero delle commissioni è rimasto invariato a 14 e ciò, almeno fino a quando non sarà concordata una riforma, costringerà i deputati a un super lavoro.

A Palazzo Madama, invece, le preoccupazioni sono più contenute: il regolamento è stato almeno in parte rivisto, specie partendo dalla riduzione del numero della commissioni, passate da 14 a 10 per favorire la partecipazione e la dovuta attenzione da parte dei rispettivi membri.

6 ottobre 2022 (modifica il 6 ottobre 2022 | 13:41)

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, 2022-10-06 13:32:00, Il 13 ottobre l’insediamento delle Camere: la prima volta con 345 eletti in meno. A Montecitorio il regolamento non è stato adeguato alla riforma e si teme per il funzionamento «macchina»,

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