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Come piume sull’asfalto dopo un colpo di mortaio, ma erano persone. Uniche

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di Barbara Stefanelli

Tetiana Perebyinis aveva 43 anni ed era in mezzo ai suoi due ragazzi. Il primogenito Mykyta, 18, chiudeva la fila, Alisa, 9, la apriva. Sono morti a Kiev, uccisi da un copo di mortaio sparato sui civili

I loro corpi in fila sull’asfalto, il trolley grigio rimasto assurdamente in piedi. L’abbaiare disperato di un cane a tagliare la polvere dopo l’esplosione. La fotografia di Lynsey Addario e il video di Andriy Dubchak resteranno nella memoria di questa guerra. La guerra scatenata da Vladimir Putin alle 5 di mattina di Kiev del 24 febbraio. Una guerra arcaica contro un Paese moderno, l’Ucraina, consapevole e forte di una giovane identità europea temprata in piazza Maidan pochi inverni fa. Tetiana Perebyinis aveva 43 anni ed era in mezzo ai suoi due ragazzi. Il primogenito Mykyta, 18, chiudeva la fila, Alisa, 9, la apriva.

PERCHÉ TANTA ATTENZIONE A UNA FOTO, A UNA FAMIGLIA, TRA LE TANTE SPEZZATE IN GUERRA? PERCHÉ SONO LE PERSONE A RESTARE SOTTO LE MACERIE DEI CONFLITTI, COME FOSSERO PIUME

Li guidava Anatoly, un giovane volontario che stava aiutando gli sfollati a scappare, morto poco dopo in ospedale. Sono caduti in sequenza, con le braccia stese nello stesso identico modo ai bordi del marciapiede, i polsi sovrapposti quasi dolcemente. Il padre, Serhiy, non era con loro: si era spostato a est per raggiungere la madre, malata, e portarla con sé. «Ci eravamo sentiti la sera prima», ha raccontato in un’intervista al New York Times. «Le chiedevo di perdonarmi perché non ero lì con loro, perché non c’ero io a proteggerli. Mi ha risposto: non preoccuparti, ce la faremo».

A fermarli – mentre cercavano di passare dall’altra parte del ponte – è stato un colpo di mortaio planato dritto tra loro. Perché tanta attenzione a una foto, a una famiglia, tra le tante spezzate – come sempre accade – in guerra? Perché sono le persone a restare sotto le macerie dei conflitti, come fossero piume. Persone e storie esclusive. Sono e siamo quello che siamo, direbbe la poetessa Wislawa Szymborska: casi inconcepibili, come tutti. Colpire deliberatamente i civili è un crimine di guerra, bombardare l’ospedale pediatrico di Mariupol è un crimine di guerra.

19 marzo 2022 (modifica il 19 marzo 2022 | 08:01)

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, 2022-03-19 07:04:00, Tetiana Perebyinis aveva 43 anni ed era in mezzo ai suoi due ragazzi. Il primogenito Mykyta, 18, chiudeva la fila, Alisa, 9, la apriva. Sono morti a Kiev, uccisi da un copo di mortaio sparato sui civili, Barbara Stefanelli

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