Che cosa divide Calenda dal Pd: la candidatura di Di Maio, le alleanze, il rigassificatore di Piombino

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di Giuseppe Alberto Falci

I paletti che il leader di Azione ha posto a Letta. No all’uninominale anche per Fratoianni e Bonelli: «Noi in quei collegi non candideremo Gelmini e Carfagna, dobbiamo trovare soluzioni che uniscono»

Carlo Calenda aspetta ancora le risposte da Enrico Letta. Il leader di Azione ha posto una serie di condizioni per siglare l’accordo con il Nazareno. Altrimenti, ha ripetuto in un’intervista al Corriere della Sera, «con una coalizione così ci facciamo ridere dietro».

L’ex ministro dello Sviluppo è preoccupato per il perimetro troppo largo di una compagine, che potrebbe andare da Nicola Fratoianni a Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, dove alla fine potrebbero prevalere i veti e dunque «l’immobilismo». E allora eccoli i paletti per continuare il dialogo.

Il primo rimanda al rigassificatore di Piombino, un punto centrale dell’agenda del leader di Azione. Calenda lamenta che «Pd e Sinistra italiana hanno manifestato contro il rigassificatore»a differenza di lui che, invece, si dice pronto a «militarizzare» il porto toscano pur di realizzarlo. Una posizione che non viene condivisa e accettata da Fratoianni e dal leader dei Verdi Angelo Bonelli: «Chiarezza – insiste Calenda – Il rigassificatore deve essere centrale». In subordine, Calenda invoca che non ci siano no su infrastrutture utili al Paese. Come ad esempio, il termovalorizzatore di Roma che è stato oggetto della contesa fra Cinquestelle e il premier Mario Draghi. Da qui l’invito a Letta a restringere il perimetro della coalizione perché «persone come Fratoainni hanno votato 55 volte la sfiducia a Draghi».

Altro paletto: no a Luigi Di Maio in un collegio uninominale. O comunque no all’ipotesi di candidatura di Federico D’Inca, «un ministro che non ha votato la fiducia al governo Draghi». «Noi – avverte Calenda – non candideremo negli uninominali Gelmini e Carfagna, che pure sono ministre in carica del governo Draghi, proprio per trovare tutte le soluzioni che uniscono». E poi ancora c’è un altro paletto che si riferisce alle questioni economiche, in particolare all’introduzione di nuove tasse. Calenda ritiene che Letta non si debba mettere a parlare di nuova imposta di successione «e improbabili doti ai diciottenni». Il tutto «mentre rischiamo il razionamento del gas».

1 agosto 2022 (modifica il 1 agosto 2022 | 15:40)

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, 2022-08-01 13:29:00, I paletti che il leader di Azione ha posto a Letta. No all’uninominale anche per Fratoianni e Bonelli: «Noi in quei collegi non candideremo Gelmini e Carfagna, dobbiamo trovare soluzioni che uniscono», Giuseppe Alberto Falci

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