Il capo dei rettori Salvatore Cuzzocrea: Ascoltiamo il grido di dolore dei ragazzi, ma non possiamo regalare la laurea

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di Orsola Riva

Dopo l’intervento della studentessa di Padova contro i danni di un sistema ultra competitivo che spinge alcuni giovani fino al suicidio: Il merito una cosa bella, serve a mettere tutti sulla stessa linea di partenza. I ragazzi devono imparare ad accettare i fallimenti e a risollevarsi

Il grido di dolore dei ragazzi va ascoltato. Dobbiamo aiutarli a realizzare i loro sogni sostenendoli nei momenti di difficolt. Ma non possiamo regalare loro la laurea, dice Salvatore Cuzzocrea. Alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico di Padova, c’era anche lui, in qualit di presidente della Conferenza dei rettori italiani. Ed rimasto molto colpito dall’intervento di Emma Ruzzon, la rappresentante degli studenti che, partendo dal caso della ragazza iscritta allo Iulm di Milano che si tolta la vita in un bagno dell’ateneo, ha denunciato la distorsione di un sistema universitario sempre pi competitivo che, in nome del merito, criminalizza chi non riesce a tenere il passo.

Rettore Cuzzocrea, cosa pensa delle parole pronunciate dalla studentessa?
C’ero anch’io ieri a Padova e, al termine dei vari interventi, mi sono intrattenuto a lungo con lei e i suoi compagni. Siamo perfettamente consapevoli che esiste un problema diffuso di fragilit psicologica, amplificato da due anni di lockdown. E infatti ci siamo attivati in questo senso aprendo un servizio di counseling nei vari atenei. Il governo Draghi aveva messo a disposizione 40 milioni, noi a fine anno ne abbiamo rendicontati 48, mettendoci anche del nostro. A Padova lo sportello psicologico esisteva gi da prima, ma con quei soldi anche gli altri hanno potuto istituirlo. Su 83 atenei, sono almeno una sessantina quelli che si sono messi in moto. Solo a Padova si fanno 1.500 visite l’anno, ma anche da noi a Messina i numeri sono pi o meno gli stessi.
Quello per era un intervento una tantum. Cosa succeder ora?
Stiamo lavorando con la ministra Bernini per rendere questi stanziamenti stabili.
Quello di Emma Ruzzon stato anche un atto di accusa contro la favola bella della gara dei talenti che – come ha scritto il professore di Harvard Michael J. Sandel nel saggio La tirannia del merito – finisce per colpevolizzare chi non ce la fa, senza farsi carico delle diseguaglianze di partenza.
Su questo punto mi sento di rispondere che il merito una cosa bella, non va percepito come un danno, anzi: serve a mettere tutti sulla stessa linea di partenza. Sbagliare normale. Bisogna imparare a cadere e rialzarsi. Ma se sbaglio un rigore non posso prendermela con l’allenatore. I giovani oggi devono capire che un fallimento non fa di te un fallito. Penso che una parte di responsabilit dipenda anche dai modelli della societ contemporanea che punta pi sul successo facile dei tiktoker che sull’istruzione e il lavoro. Ma chi l’ha detto che se non diventi Elon Musk non sei nessuno? Non esistono lavori di serie A e serie B. Esiste solo il lavoro fatto bene o male, sia esso quello dell’idraulico o del cardiochirurgo.
S, per non vero che i ragazzi partono tutti dallo stesso nastro di partenza. Ieri la studentessa ha ricordato tutti gli ostacoli strutturali sulla strada della laurea: dal caro affitti alla mancanza di borse di studio. Dovrebbe essere compito dello Stato rimuoverli, lo dice anche uno degli articoli pi belli della Costituzione.
Sugli alloggi, posso dirle che entro fine mese in tutto il Paese si renderanno disponibili migliaia di posti letto in pi per gli studenti. Grazie alla legge 338, il ministero dell’Universit ha fatto un bando aperto agli atenei per l’individuazione di edifici gi esistenti che, grazie a convenzioni, contratti d’affitto o comodati d’uso, potessero essere trasformati in residenze universitarie. Una commissione ne ha valutato la fattibilit a tempo di record. Ora tocca alle universit vincitrici indicare i beneficiari. Da noi a Messina per esempio con questi soldi ospiteremo 102 ragazzi in un hotel e altri 100 in un altro albergo a spese nostre, che equivalgono a circa il venti per cento delle richieste presentate.
A livello nazionale per qualche migliaio di posti in pi sono una goccia nel mare, gli studenti fuori sede sono circa un quinto del totale degli iscritti che sono 1,7 milioni.
Certo, ma noi non possiamo colmare in un giorno vent’anni di disattenzione.
E sulla questione delle tasse universitarie che, stando ai dati della Commissione europea, sono fra le pi alte dell’Europa continentale?
In Italia uno studente arriva a pagare al massimo 2.500 euro ma i costi variano molto da Nord a Sud. Da noi a Messina per esempio nessuno paga pi di 1.900 euro, anche se si trattasse del figlio di Bill Gates.
Ma siamo sicuri che sia giusto fargli pagare la stessa retta di un compagno con un reddito medio-basso?
Nelle universit statali vige il principio del diritto allo studio. Invece di fare un sistema di fasce di reddito per far pagare di pi i redditi pi alti, abbiamo stabilito una soglia al di sotto della quale non si paga niente: per legge chiunque abbia un Isee sotto i 24 mila euro usufruisce della cosiddetta no-tax area. Io a Messina ho alzato la soglia a 30 mila euro, in modo che da arrivare al 60 per cento di iscritti che non pagano un euro. Quanto alle borse di studio, vero che spesso tocca alle universit anticipare i soldi chele Regioni non mettono.
Restiamo il penultimo Paese europeo per numero di giovani laureati.
Colpa anche del sistema di orientamento che va sicuramente migliorato. E’ una delle voci previste dal Pnrr. Troppi studenti abbandonano fra il primo e il secondo anno perch hanno sbagliato indirizzo, magari spinti dal pap che voleva che si iscrivessero a Giurisprudenza. Proprio ieri ho incontrato il presidente dei Collegi Universitari di Merito per organizzare delle summer school in cui i liceali possano capire le proprie attitudini prima di scegliere a quale corso iscriversi.
Ma come mai ci sono ancora cos tanti ragazzi che si perdono per strada, per non parlare dei casi estremi di chi arriva a fingere per anni di fare gli esami finch viene scoperto dalla famiglia e non regge alla vergogna?
E’ capitato anche a una mia studentessa i cui genitori hanno scoperto solo il giorno della festa di laurea che le mancavano ancora 15 esami. Per fortuna in quel caso non successo niente di irreparabile. A volte questi problemi nascono anche dall’incapacit di comunicare in casa. Noi siamo intervenuti parlando con la famiglia e contemporaneamente affidando la ragazza a dei tutor che l’hanno aiutata ad arrivare al traguardo.
Oltre alle aspettative della famiglia, Emma Ruzzon ieri ha chiamato in causa anche il peso di una narrazione mediatica che tende a dare fin troppo risalto alle storie di chi si laurea a tempo di record o di chi colleziona 4 o 5 lauree.
E’ giusto aiutare i pi fragili ma non bisogna nemmeno criminalizzare chi fa tutto presto e bene dormendo poco la notte. Io penso che questa generazione debba uscire dalla rassegnazione e ritrovare la capacit e la voglia di mangiarsi il mondo. Noi siamo qui per aiutarli a ritrovare fiducia in se stessi, ma non possiamo fare un ciclostile e mandargli il diploma a casa. Regalare la laurea non sarebbe fargli un regalo.

15 febbraio 2023 (modifica il 15 febbraio 2023 | 20:12)

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