Capitano dell’Air Force ricompare dopo 35 anni: era sospettato di spionaggio

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di Guido Olimpio

William Hughes era un capitano dell’Air Force che trattava dossier secretati. Scomparve nel 1983 e alcuni pensarono che fosse una spia sovietica. Invece è ricomparso in California: aveva solo cambiato nome

Daly City, California. I vicini di casa descrivono Barry O’Beirne come un uomo tranquillo, gioviale, lesto nel rispondere al saluto. I colleghi di lavoro suonano la stessa musica: un tipo in gamba, pronto alla battuta. Nessuno di loro ha mai immaginato che il simpatico Barry nascondesse una storia intrigante, il cui primo capitolo parte durante la Guerra Fredda nell’estate dell’83.

Barry, all’epoca, non è ancora Barry, bensì William Hughes, nato nel 1950, capitano dell’Air Force, esperto di missili, autorizzato a trattare programmi Nato al più alto livello di segretezza. È distaccato nella base di Kirtland, zona di Albuquerque, in New Messico, e qui deve rientrare l’1 agosto dopo una missione tecnica in Olanda. Attendono invano perché non si presenta al comando. Lasciano passare alcuni giorni, poi danno l’allarme. Vanno a casa sua e trovano solo una lista di cose da fare, qualche libro, scoprono che ha lasciato l’auto all’aeroporto. Dalle verifiche in banca risulta che ha ritirato dal conto circa 29 mila dollari. I parenti sono sorpresi quanto i commilitoni: non è da lui, giurano.

Il Pentagono, seguendo le disposizioni, lo dichiara disertore. Le indagini guardano vicino e lontano, cercano appigli. Visti i suoi compiti e considerata l’epoca spunta l’ipotesi dello spionaggio. L’ufficiale sa molto, è stato impegnato in progetti riservati, potrebbe aver deciso di passare dall’altra parte, ovvero con i sovietici. Non sarebbe il primo e neppure l’ultimo.

Il silenzio su questo caso misterioso è spaccato da un articolo nel 1986 dove accostano il fuggitivo ad una serie di incidenti, esplosioni a bordo di vettori, compreso lo shuttle. Fonti anonime insinuano azioni di sabotaggio con un possibile ruolo dell’ufficiale. Ma in che modo? Come avrebbe fatto a portare avanti il piano? La teoria non va oltre, al tempo stesso le sparizioni strane di militari o di aerei sono il terreno fertile per far crescere qualsiasi ipotesi. Il Sud Ovest dell’America, con i suoi spazi senza confini, è lo scenario perfetto. C’è chi cerca miniere «perdute», bottini di pistoleri, lingotti d’oro sepolti in un vecchio accampamento nel deserto, relitti di velivoli. Ma nella vicenda del capitano Hughes non ci sono mappe con la X e neppure codici da decifrare, non esiste alcuna pista concreta. E non sarebbe emersa se non avesse deciso lui di uscire allo scoperto. Una mossa che apre il secondo capitolo del «romanzo» ben raccontato dal Sfgate.com che ha deciso di rilanciare la vecchia storia con una inchiesta.

Nei primi giorni di giugno del 2018 i servizi di sicurezza del Dipartimento di Stato indagano su una richiesta anomala di passaporto fatta da un cittadino residente a Daly City, vicino a San Francisco. I dati forniti non tornano, gli agenti interrogano l’uomo che si è presentato con l’identità di Barry O’Obeirne. Non resiste, confessa di essere il disertore e spiega il suo gesto: era depresso, non resisteva alla pressione della vita in divisa. Ha sempre abitato in località della California, comportandosi da buon cittadino e si è sposato. Non ha neppure cercato di cambiare aspetto, la pettinatura è identica. Ma non è la «fine» che uno si aspetta. Se era stanco dell’Air Force – notano – poteva dare le dimissioni senza rischiare una condanna e lasciare la famiglia nell’angoscia. È questo ciò che è accaduto? Esiste altro nel suo passato? I giornali non speculano, si pongono delle domande riprese da siti specializzati. Vorrebbero capire di più, indecisi tra scetticismo e l’ammissione che a volte la conclusione può essere normale. Con una coda triste. La moglie ha presentato una richiesta di divorzio dopo l’arresto, come se si fosse sentita tradita. Probabile che neppure lei sapesse chi fosse Barry.

18 agosto 2022 (modifica il 18 agosto 2022 | 20:57)

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, 2022-08-18 19:01:00, William Hughes era un capitano dell’Air Force che trattava dossier secretati. Scomparve nel 1983 e alcuni pensarono che fosse una spia sovietica. Invece è ricomparso in California: aveva solo cambiato nome, Guido Olimpio

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