Boris Becker, ecco cosa fa in prigione e perché spera di essere estradato in Germania entro fine anno

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di Lorenzo Nicolao

Londra potrebbe mandarlo a scontare il resto della pena in patria già prima di Natale, dove la pena gli potrebbe essere accorciata per buona condotta. Intanto insegna inglese ai detenuti stranieri

Colpevole di bancarotta e da qualche settimana costretto a scontare la sua pena in un carcere terribile come quello britannico di Wandsworth, il tre volte campione di Wimbledon ed ex fenomeno del tennis mondiale Boris Becker può improvvisamente sperare in un miglioramento della sua condizione nel prossimo futuro. A dispetto della sentenza esemplare di trenta mesi in una delle strutture più dure di Londra per qualsiasi tipo di detenuto, tra ratti, urla e violenze, per l’ex tennista tedesco si apre ora uno spiraglio. Probabilmente non dovrà lamentarsi della carne in scatola ancora per molto perché, stando a quanto riporta il quotidiano inglese «The Sun», il 54enne tedesco ex allenatore del numero 1 del tennis mondiale Novak Djokovic potrebbe essere estradato in Germania entro la fine dell’anno, forse già a novembre, un Paese nel quale potrebbe godere di migliori condizioni in un sistema carcerario decisamente più morbido di quello di oltremanica. Una prospettiva alla quale, secondo i testimoni, Becker crede fortemente, insieme alla speranza di vedere la propria pena ulteriormente ridotta, fino a un totale di 15 mesi ed essere libero già nel 2023 grazie alla buona condotta, se non prima. Nonostante i quasi tre milioni di euro nascosti dopo aver dichiarato bancarotta, oltre ai molteplici debiti insoluti, l’ex tennista confida quindi in un ammorbidimento della pena, dopo che molti commentatori, oltre alla figlia stessa del campione che aveva definito il provvedimento una «grande ingiustizia», avevano fatto notare che la sua detenzione in un tale contesto veniva condivisa con criminali autori di reati peggiori, come spaccio, violenze, stupri e persino omicidi. Il carcere dall’architettura vittoriana si trova, per ironia della sorte, a pochissimi chilometri dai campi di Wimbledon che tanta gloria avevano regalato in passato al campione tedesco. Con almeno 1.300 detenuti nella propria struttura, il carcere è considerato uno dei peggiori della City, ospitando condannati che soffrono per problemi mentali, spesso per l’astinenza dalle droghe delle quali hanno fatto abuso, tutti relegati almeno 22 ore al giorno in celle strette, umide e poco confortevoli.

La prassi britannica

Quella di Becker non è assolutamente una speranza vana, dal momento che, per quello che ha riconfermato lo stesso Home Office britannico, l’equivalente del Ministero dell’Interno italiano, «per ogni detenuto appartenente a un’altra nazionalità l’estradizione viene sempre presa in considerazione, certamente a seconda dei casi, ma nella maggior parte delle situazioni si procede in tal modo nel tempo più breve possibile». Questo periodo, secondo le autorità inglesi, potrebbe tradursi in sette mesi e mezzo di detenzione a Wandsworth, per poi consentire a Becker di tornare nel proprio Paese a finire di scontare la sentenza in Germania, anche prima delle festività natalizie.

Lezioni di inglese

Nel frattempo il vincitore di sei Slam è stato trasferito in un’ala del carcere londinese dove le condizioni sono meno dure, nella quale trascorrerebbe le proprie giornate insegnando inglese agli altri detenuti stranieri, che comunque non hanno mai nascosto la loro ammirazione per l’ex campione, chiedendogli ogni giorno numerosi autografi. Lezioni che terrebbe grazie alla sua esperienza internazionale, sia da giocatore che successivamente da allenatore, nonostante nei mesi scorsi per il proprio processo il tedesco abbia paradossalmente richiesto comunque il supporto di un interprete.

15 maggio 2022 (modifica il 15 maggio 2022 | 11:36)

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