Belvedere Spinello, sversamento di reflui nei pressi dell’ex Syndial: "Servono altre indagini"

Niente archiviazione. Servirà un supplemento di indagini prima che il gip decida sul procedimento a carico di ignoti scaturito dall’inchiesta sui presunti sversamenti irregolari di “fanghi d’impurità” in un terreno, esteso 2.600 metri quadri, attiguo alla miniera dismessa di Timpa del salto, a Belvedere Spinello, di proprietà dell’ex Syndial (oggi Eni Rewind, società del Gruppo Eni). Lo ha stabilito lo stesso giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, che, nel respingere la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, ha disposto una proroga dell’attività investigativa per quattro mesi.
Un tempo aggiuntivo utile ai carabinieri del Noe per fornire ulteriori elementi che dimostrerebbero l’infondatezza del reato di abbandono dei rifiuti contestato, legato all’addebito di scarichi abusivi mosso dalla titolare del terreno e dall’impresa che, nel 2012, l’ha avuto in locazione. Per il gip, quindi, occorrerà sentire «le persone offese» che nel 2020 avevano denunciato gli scarichi illeciti nell’area adiacente alla miniera, affinché «si precisi i luoghi interessati dagli sversamenti (con contestuale acquisizione di tutti i video o le foto in loro possesso)», oltre che delineare «le porzioni di suoli di sua proprietà» che, secondo i querelanti, sarebbero stati occupati illecitamente dalla multinazionale.
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