Auto, il crollo di Stellantis: per Fim-Cisl 220 mila auto in meno nel 2022

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il report

di Andrea Rinaldi04 lug 2022

Auto, il crollo di Stellantis: per Fim-Cisl 220 mila auto in meno nel 2022

La carenza di semiconduttori continua a far sbandare Stellantis, nonostante l’avvio di nuove produzioni abbia irrobustito una produzione che si manteneva fiacca da ormai cinque anni. Se i fermi produttivi dovessero continuare – avverte la Fim Cisl – potremmo trovarci con 220 mila vetture in meno negli stabilimenti italiani del gruppo. «A fine settembre è importante fare un incontro con Stellantis per verificare a 4-5 mesi dal lancio di Dare Forward, l’adozione del piano industriale», ricorda il segretario nazionale del sindacato, Ferdinando Uliano. Nei primi sei mesi di quest’anno i volumi del gruppo italo-francese in Italia hanno segnato un -13,7% rispetto al 2021. Nello specifico sono state prodotte, tra autovetture e furgoni commerciali, 351.890 unità contro le 407.666 del 2021. Le auto, pari a 248.990, sono addirittura cresciute del 2,1%, mentre i veicoli commerciali sono diminuiti addirittura del -37,2% pari a -60.880 unità. Se questi dati li rapportiamo al periodo pre-Covid e quindi al 2019, ci restituiscono una perdita complessiva nei volumi del 22,8% (auto e veicoli commerciali), con le autovetture a -18,8% e i veicoli commerciali a -31%.

Melfi e Sevel sotto la lente

La decrescita è da imputare alle due fabbriche che invece avevano contribuito maggiormente agli assemblaggi di Stellantis, vale a dire Melfi (che invece restituisce un -17%) e Sevel (- 37,2%), perché proprio le più colpite dalla mancanza di microchip. E il crollo di Sevel, dove si monta il Ducato e altri due omologhi di Psa, spiega quello complessivo dei veicoli commerciali. Negli altri «plant» produttivi si riscontra invece un dato positivo rispetto al primo semestre del 2021, in gran parte determinato dai più recenti lanci produttivi. Continua la crescita della 500e a Mirafiori, mentre l’entrata in produzione della Maserati Grecale e della Alfa Romeo Tonale danno spinta alla produzione di Cassino e Pomigliano D’Arco. Prosegue anche l’andamento positivo dello stabilimento di Modena con la Maserati MC20.

Verso i cinque anni di flessione

«L’andamento di questi primi sei mesi si sta prefigurando come il quinto anno consecutivo di flessione delle produzioni Stellantis nel nostro Paese», sottolinea Uliano. Se nell’arco del 2017-2021 si era perso il 35% della produzione complessiva da 1.035.454 a 673.475 unità, il 45% nelle sole autovetture (da 743.454 a 408.526), «con la tendenza di ulteriore riduzione generata nei primi sei mesi di quest’anno rischiamo di scendere, su base annua, sotto le 650.000 unità (-37% rispetto 2017) tra auto e commerciali, con una produzione auto appena sopra le 400.000 (circa -40% rispetto 2017). Avremmo una situazione completamente opposta se non ci fossero stati gli stop produttivi per i semiconduttori:stimiamo che nel 2022 si perderanno circa 200.000/220.000 vetture». Questo perché – è la stima della Fim Cisl – «da gennaio a giugno abbiamo avuto 412 turni produttivi fermati, pari a 182 giorni di produzione persi: se continuiamo così è come aver chiuso uno stabilimento come Pomigliano».

Confronto con gli enti locali a Torino

A Mirafiori sono uscite 48.760 vetture rispetto alle 35.014 rilevate nel 2021 (+39,3%), con la 500 elettrica a far la parte del leone (pesa per l’80% con 360 modelli al giorno). Qui si aspetta per fine anno la partenza delle due nuove Maserati elettriche Gran Cabrio e Gran Turismo. La versione full-elettric è già prevista per il 2023, a cui si aggiungerà dal 2024 la sostituzione dei modelli berlina E/E+ (attuale segmento di Ghibli e Quattroporte) e Levante. «Non c’è alcuna traccia degli impegni assunti nell’incontro del 28 marzo fra Stellantis e gli enti locali. Abbiamo registrato l’impegno di Cirio sui fondi europei e quello del sindaco Lo Russo sulla leva urbanistica. Siamo quasi alla pausa estiva e non c’è alcun ritorno. Per questo è tassativo un nuovo incontro entro settembre con gli enti locali, lo chiederemo con gli altri sindacati», ha ricordato Davide Provenzano, segretario generale della Fim di Torino, alludendo all riconversione del sito torinese in chiave ecologica e Pnrr. «La criticità maggiore di Mirafiori è quella degli 800 lavoratori delle Meccaniche di Mirafiori che producono cambi, non loro non ancora alcuna risposta, mentre il punto di forza sono i 7.000 addetti alle attività di ingegneria che possono rivestire un ruolo centrale nella transizione», ha spiegato Provenzano. «Il dossier Mirafiori per Torino è assolutamente strategico non solo in termini di spazio urbano ma soprattutto perché lì potrà insediarsi parte della nuova filiera tecnologica dell’automotive». ha risposto il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, in merito al futuro dell’area di Mirafiori. «Per questo – ha sottolineato – d’intesa con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, incontreremo i vertici di Stellantis entro la pausa estiva per fare il punto sulle opportunità e i progetti sull’area».

A Melfi i cali maggiori

A Modena invece i volumi di MC20 sono in continua crescita (610, +48,8%) ed molto probabile che nel corso del 2022 si supererà la soglia delle 1.000 Maserati. A Cassino le unità prodotte sono state 26.310, che riscontrano un incremento rispetto al 2021 del +14,6%. Un primo timido segnale positivo, ma che comunque risulta sotto del -8,2% al dato 2019 prepandemia. Il vero raffronto con Cassino deve essere fatto con il 2017, dove le produzioni erano 2,7 volte in più. I turni lavorativi sono stati appena 39, interrotti dalla mancanza dei chip. Con il Maserati Grecale approderà a Cassino anche la piattaforma premium con motorizzazione elettrica già nel 2023, in questi giorni si sono prodotte già le prime versioni ibride e avviati i corsi di formazione per il personale. Melfi, con – 17% rispetto al 2021 (- 19.216 unità) è l’unico stabilimento di assemblaggio auto che segna una perdita in rapporto al 2021: i giorni lavorativi sono stati 56 in sei mesi. Se lo rapportiamo al 2019 è comunque quello con la perdita maggiore, di oltre 59.187 auto (-38,7%). Delle quasi 93.580 auto prodotte il 23% è rappresentato da 500x, il resto sono le vetture Jeep, 34% Compass e 43% Renegade. Non si raggiungerà la produzione del 2021 e molto probabile nel 2023 la produzione sarà intorno alle 150.000 unità. Qui però verranno avviate le linee di produzione per i prossimi 4 brand multielettrici del gruppo e Stellantis ha già chiesto la solidarietà propedeutica alla partenza, prevista per il 2024. La produzione nello stabilimento di Pomigliano d’Arco ha raggiunto le 79.730 unità (+9,7% rispetto al 2021). Se lo raffrontiamo al periodo pre-Covid del 2019 il calo è del -32%.

I casi virtuosi di Tonale e Grecale

La novità di questi sei mesi è costituita dalla salita produttiva del nuovo suv Alfa Romeo Tonale con 3.730 unità. Anche a Pomigliano i semiconduttori hanno colpito le produzioni, nello specifico solo la Panda, che rispetto al 2019 è a -35%. Nel corso del I° semestre 2022 i fermi produttivi sono stati di 82 turni (41 giorni). Ma la salita produttiva del Tonale, della Hornet dedicata al mercato Usa e la conferma della Panda al 2026. Alla Sevel di Atessa, le produzioni nei veicoli commerciali raggiungono la quota di 102.900 unità, con un risultato negativo rispetto al 2021 del – 37,2% dove se ne erano prodotte 163.780. La situazione è tale che Sevel è l’unico stabilimento di produzione al di sotto anche del periodo pandemico del 2020. La situazione dei fermi produttivi per i semiconduttori ha condizionato fortemente i risultati produttivi. Nel 2021 rispetto alle stime del mese di maggio 2021 (quando erano partiti i 18 turni) si son perse circa 40.000 furgoni per la mancanza di semiconduttori. «Il recente accordo con Toyota rappresenta una ulteriore potenzialità per il futuro di Sevel, oltre a quella che si è determinata dalla partenza nel mese di ottobre 2021 della produzione dei veicoli commerciali anche di Opel e Vauxall. Come Fim-Cisl riteniamo indispensabile che oltre alla tecnologia del Ducato elettrico si debba investire e sviluppare le motorizzazioni ad idrogeno», dice Uliano.

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, 2022-07-04 20:05:00, Il segretario Uliano: «Se continuano gli stop per mancanza di conduttori è come se a fine anno si fermasse uno stabilimento come Pomigliano». La crisi dei chip si abbatte soprattutto sui veicoli commerciali. Nei primi sei mesi -13,7%, Andrea Rinaldi

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