Art Basel punta sugli NFT. Dalla luna di Jeff Koons al cavallo di smeraldo è un’escalation mondiale

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di Francesca Pini

Ancora una volta, Art Basel, la fiera più importante al mondo, va in avanti indicando i nuovi sviluppi del mercato. C’è grande concorrenza tra le Blockchain con le loro criptovalute. La vera sfida tra loro? Essere sempre meno energivore.

L’immagine è ambigua e può essere letta in molti modi. Sul profilo Instagram di Beeple, in coincidenza con ArtBasel, l’artista americano, star del digitale (che con la sua opera NFT Everydays. The first 5000 days, venduta da Christie’s, a quota 69,3 milioni di dollari e comprata dall’imprenditore indiano noto come Metakovan, fondatore di Metapurse ) ha postato sul suo Instagram un’immagine incorniciata della Monna Lisa gigante, presa a torte in faccia, mentre ai suoi piedi, in un lago di sangue (?) tante persone si muovono, forse i collezionisti pronti ad accoltellarsi per accaparrarsi il pezzo migliore.

L’impresa spaziale di Jeff Koons

Definitivamente tramontato Leonardo e il suo dipinto simbolo? Per Jeff Koons, Leonardo Da Vinci è ancora una stella polare ed è uno dei nomi di spicco nella storia dell’umanità che compare nel suo nuovo, fantascientifico progetto che porterà l’opera Moon phases (62 fasi viste dalla Terra, più un’eclissi lunare rossa) con 125 sculture in miniatura racchiuse in un cubo trasparente, direttamente sulla Luna. Impresa ardita: in autunno l’opera dovrebbe essere lanciata nell’universo nel corso di una missione autonoma del Kennedy Space Center fino all’allunaggio con Intuitive Machines Nova-C Lunar Lander. Ed ecco che a questo punto comparirà l’immancabile l’NFT, ossia l’immagine fotografata delle sculture sulla luna. Nel progetto di Koons, che da anni collabora anche con scienziati (specie quelli del MIT) è però contemplata anche la fisicità, con altrettante 125 sculture in acciaio, impreziosite da una gemma (zaffiro nel caso dell’esemplare esposto ad Art Basel dalla Pace gallery che ha creato la propria piattaforma Pace Verso). Costo del pacchetto completo 2 milioni di dollari e il 100% delle vendite delle prime dieci opere devoluto a Medici senza frontiere. Jeff Koons vuole rendere l’arte planetaria, ma l’idea di lanciare nello spazio un messaggio risale a quei 115 segni, tra suoni e immagini della nostra civiltà, incisi su un disco di rame dorato trasportate nel 1977 sulle sonde Voyager 1 e 2, ormai ai confini dello spazio solare. L’altra opera digitale e interattiva presentata ad Art Basel dalla Pace è stata realizzata da TeamLab e ci mette di fronte al facsimile digitale di un rotolo cinese che raffigura una città in fiamme con tanti personaggi che combattono fra loro, che brucia per poi rifiorire dopo molte ore.

Arte fisica e arte digitale sullo stesso piano

Basilea ha sempre guardato avanti con HEK, il museo dell’arte digitale, elettronica e dei new media che festeggia quest’anno il decennale. L’arte offerta dalle gallerie che hanno esposto ad Art Basel è ancora molto incentrata sulla fisicità nel senso della pittura, della scultura (come quel ragno, scultura in bronzo di Louise Bourgeois venduta da Hauser&Wirth a 40milioni di dollari), della grafica, della fotografia d’arte e rispetta le aspettative di qualità e importanti quotazioni ultramilionarie. Ma anche l’arte digitale, la generative art e la criptoarte hanno incominciato a trovare il loro spazio: il che significa attrarre nuovi collezionisti o collezionisti tradizionali che si cimentano con il nuovo (quest’anno la fiera ha registrato 70mila presenze). Alla galleria Société di Berlino troviamo un’importante star cinese del digitale, Lu Yang, che già ci aveva fatto sognare con le sue animazioni in 3D. Zero, galleria di Milano, esponeva nel suo stand una serie di Scarecrows (spaventapasseri) di Massimo Grimaldi (acquistata da un museo norvegese), immagini digitali (10/15 soggetti) in slideshow su una serie di iPad Pro ultimo modello. Grimaldi (Taranto, 1974) ha più volte usato iMac o iWatch per abbinare la sua arte alla tecnologia, considerando anche l’aspetto dell’obsolescenza di quest’ultima come fattore intrinseco alle sue opere. Gli NFT, asset digitali, sono già presenti dal 2017 sul mercato, ma sono schizzati alla ribalta nel 2021 e sono oggi la gallina dalle uova d’oro nell’industria dell’arte (e con loro le piattaforme blockchain che li certificano, arte e transazioni in criptovalute vanno di pari passo), e hanno avuto dei proto-NFT, nati da un’intuizione .

Pionieri e lo smeraldo NFT

Tutto va fatto risalire al 2014, con la coppia Kevin e Jennifer McCoy, con la pioniera Jennyfer che ha registrato una propria opera video su Namecoin (blockchain di una criptomoneta) con un’unica identità digitale e una catena di provenienza. Il primo passo nel nuovo mondo finanziario decentralizzato e della registrazione autoriale si era compiuto. Oggi gli NFT oltre a riguardare il gaming e l’arte possono essere di varia natura: ArtCurial ha messo all’asta NFT dei luoghi simbolo di Cannes, come la famosa Croisette, e farà così anche per il real estate. Ma secondo il designer americano Ini Archibong (di origini nigeriane), NFT e Metaverso mettono a rischio, per esempio, pratiche artigianali di alto pregio come quelle dei maestri vetrai d Murano, con i quali lui ha lavorato ai suoi oggetti scultura. E anche l’esperienza visiva e tattile umana, appiattendola su uno schermo. Ma possono essere di grande aiuto per i musei, come quello di Boston che per finanziare restauri, vende NFT delle proprie opere in collezione. Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, dal 2021 è presente nel metaverso e per il centenario del brand ha scelto di proporre le opere NFT di 29 artisti, ispirate al marchio, che andranno all’asta in tre tornate sul sito di Vault Art Space fino al 29 luglio. Poi adesso è anche il turno delle pietre preziose. Su lla blockchain Cardano è ancora attiva l’asta (partita a 100 milioni di ADA per scendere al prezzo di riserva di 40 milioni di ADA, al controvalore di oggi sono 0,46 euro per ADA), per la scultura di un cavallo (simile a uno scacco), realizzata dall’artista Florinaldo Souza dos Santos scolpendo uno smeraldo (non puro) di 17 carati, del peso di 56,88 chili. L’ultimo bid online su Zamarad.io consegnerà all’aggiudicatario sia l’opera fisica che l’NFT.

La Token economy

È una vera rivoluzione questa, è l’inizio del web3. Una ricerca indipendente, pubblicata nell’ottobre 2021 su nature.com, in parte sovvenzionata dall’Alan Turing Institute di Londra (dove si studia l’AI e dove Andrea Baronchelli è Token economy Theme Lead), mette in evidenza aspetti interessanti. Mauro Martino, analista di big data e di big model per il MIT IBM Research, tra gli autori di questa ricerca Mapping the NFT revolution, market trends, trade networks, and visual features (oltre 140mila downloads) sottolinea che gli NFT sono entrati di prepotenza nella finanza. E i maggiori detentori di criptovaluta sono gli indiani (100 milioni), contro gli americani (27 milioni) e i russi (17 milioni, fonte BrookerChooser). «Abbiamo esaminato dal 2017 al 2021 tutte le blockchain -160- che in quel momento trattavano gli NFT, estraendo i dati per 4,7 milioni di NFT e tutte le operazioni connesse a questi NFT per un totale di 6,1 milioni di transazioni», spiega Martino recente ospite all’European Meeting of Digital Art organizzato a Milano dal MEET Digital Culture Center. Un giro d’affari che supera già gli 11 miliardi di dollari. «Soltanto l’1% del venduto ha un valore superiore ai 1594 dollari. Soltanto il 20% di ciò che viene comprato è poi rivenduto». Oggi, però, entrare nel mercato degli NFT non è più così facile e scontato come all’inizio. All’ingresso ci sono i gatekeeper, guardiani che operano una selezione molto stretta, come nel caso di Foundation o di Superrare, i più famosi marketplace. «Però vedo un futuro florido per gli NFT, grazie all’introduzione del contratto smart applicabile a molti altri campi, essendo un contratto di registrazione da individuo a individuo, con poi ricadute della vendita secondaria nel wallet, nel portafogli dell’artista, dell’autore», conclude Martino.

Il primo NFT di Marina Abramovic

Quest’anno la fiera Art Basel, leader di settore, si è quindi inoltrata anche nell’universo degli NFT, in partenariato con la blockchain Tezos, una piattaforma che nel suo “ecosistema” ospita vari “entità”, tra cui Objkt. Naturalmente anche tra le blockchain la concorrenza si è fatta pesante (specie nei confronti di Ethereum), ci si contende il mercato fino all’ultimo penny, e Tezos promette – secondo una visione propositiva – di essere più friendly, più aperta e accessibile agli artisti così da formare una vera community che sperimenta, quasi un’intelligenza collettiva che preserva però l’individualità dell’artista, più sostenibile e meno energivora dell’altra concorrente, essendo al momento anche più piccola e consumando quindi di meno. Indubbiamente le blockchain dovranno dimostrarsi sempre più sostenibili. Ed è anche quello che ha spinto Marina Abramovic ad utilizzare Tezos per il suo primo NFT di un’opera storica, come The Heroe . Per presentarsi ad Art Basel, questa blockchain è partita da lontano, da una sperimentazione video fatta nel 1979, 2010 e 2022 dal fisico austriaco Herbert W.Franke oggi 95enne che, basandosi su un’altra sperimentazione pittorica di successo, quella di Piet Mondrian, principale esponente del De Stijl, ha creato un programma dinamico di immagini e suoni che Franke sviluppò allora per la Texas Instruments. Proprio questa sequenza, rielaborata dallo stesso Franke, è ora anche minted come NFT da Tezos. A quest’opera ripescata da un capitolo dell’arte elettronica d’avanguardia, nella lounge ce n’erano abbinate altre di artisti contemporanei (Ryan Bell, Anna Lucia, eko 33…), lavori digitali dove gli algoritmi continuano a farci vedere lo stato evolutivo dell’opera. La Tezos Foundation, espressione non profit della blockchain, investirà un milione di sterline in una collezione permanente di opere NFT sul proprio sito, curata da Misan Harriman, dando spazio in modo particolare agli artisti emergenti di Africa e Asia, poco rappresentati .

L’odore degli NFT

Al di là della loro affascinante implicazione nel mondo dell’arte, le blockchain potranno essere in futuro anche un valido strumento nel campo educativo, per esempio validando a livello internazionale, diplomi e lauree anche di quei Paesi in via di sviluppo in cui il sistema d’istruzione è particolarmente frammentario, come ha spiegato Charles Hoskinson fondatore della blockchain Cardano sulla Harvard International Review (2021). Un’artista come l’islandese Sissal Tolaas la cui pratica si basa in particolare sulla ricerca sul denaro, quindi anche sulla criptovaluta, e sugli odori delle cose che lei “intrappola” in un elaborato processo nel suo laboratorio, dopo aver creato quello dei soldi per la sfilata di Balenciaga a New York, oggi sta lavorando a quello degli NFT. Il suo progetto è quello di andare nella più grande “miniera” esistente di bitcoin, in quella zona sperduta dell’islanda, nel sito dove ci sono collocati le enormi centrali dei computer che gestiscono tutto questo flusso finanziario.

30 giugno 2022 (modifica il 30 giugno 2022 | 23:17)

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, 2022-06-30 21:30:00, Ancora una volta, Art Basel, la fiera più importante al mondo, va in avanti indicando i nuovi sviluppi del mercato. C’è grande concorrenza tra le Blockchain con le loro criptovalute. La vera sfida tra loro? Essere sempre meno energivore., Francesca Pini

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