Alunno 18enne si incatenò al banco per protestare contro luso della mascherina. Assolto dal giudice: Non è interruzione di pubblico servizio

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Fece scalpore, nel 2021, la vicenda di uno studente 18enne presso un istituto scolastico delle Marche. L’alunno mise in atto un singolare atto di disobbedienza civile. Si incatenò al suo banco per protestare contro l’obbligo di indossare mascherine, una misura che riteneva incostituzionale.

Come segnala Il Resto del Carlino, a ispirare questa protesta no mask è stato un uomo che si autodefinisce consulente costituzionalista. Il caso ha attirato l’attenzione dei media nazionali e ha generato un dibattito acceso su diritti civili, normativa scolastica, e gestione delle emergenze sanitarie.

Le forze dell’ordine furono chiamate a intervenire, portando l’alunno al pronto soccorso. Qui, il giovane si è oppose a sottoporsi al tampone. Di conseguenza, fu sottoposto a Tso (Trattamento Sanitario Obbligatorio) e ricoverato in Psichiatria a Pesaro. Nel frattempo, la preside dell’istituto fu stata chiamata a fare la sua deposizione e per entrambi gli attivisti è scattata una denuncia per interruzione di pubblico servizio.

Nonostante la tensione e la polemica, entrambi gli imputati sono stati assolti. Il giudice ha stabilito che, nel caso del giovane, il fatto non costituisce reato. Per l’altro uomo il Pubblico Ministero aveva chiesto una pena di 30 giorni, ma il giudice ha ritenuto che mancasse la prova necessaria per la condanna.

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