Alternanza scuola lavoro ai mercatini di Natale, gli studenti: Ci fanno vendere oggetti. La preside replica: Non è vero. I ragazzi devono solo spiegare il progetto

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Il progetto di alternanza scuola lavoro del liceo artistico De Luca di Avellino ha fatto esplodere la polemica e il botta e risposta fra alcuni studenti e la dirigente scolastica.

La vicenda viene raccontata da Il Giorno, e riguarda la protesta di alcuni ragazzi che è stata resa nota dal Partito comunista locale, in cui, tramite una nota, riporta il racconto del Collettivo studentesco, ovvero che gli studenti impegnati nei PCTO devono prestare il loro servizio presso i mercatini di Natale del luogo. “A stare in alcuni di questi stand a vendere i prodotti d’artigianato – si legge – saranno gli studenti coinvolti nell’alternanza scuola-lavoro, che dovranno obbligatoriamente prendere parte a tale progetto. Questi lavoreranno in orari proibitivi e anche nei giorni (tra cui la Vigilia di Natale) durante i quali dovrebbero poter godere delle vacanze”.

I prodotti da vendere, riferisce il quotidiano campano, sono quelli realizzati proprio dagli alunni del De Luca durante le attività didattiche e che la scuola, a cui è annessa l’azienda Creart, è solita mettere in commercio.

Una produzione – sottolinea il Collettivo – per la quale, come ci hanno fatto sapere, gli studenti hanno dovuto versare un contributo economico. Quindi non solo lo sfruttamento per produrre tali oggetti, ma anche quello aggiunto nella vendita. Inoltre è difficile reperire informazioni riguardo l’azienda collegata alla scuola alla quale andranno i ricavati, che non è possibile sapere con chiarezza dove saranno destinati”.

La dirigente scolastica dell’istituto, replica fermamente, rigettando completamente le accuse: “Gli studenti – spiega la dirigente scolastica al Mattino – sono agli stand non per vendere, ma per illustrare il progetto alla base del programma di alternanza scuola-lavoro e le attività svolte dall’istituto. Naturalmente anche come vengono realizzati i manufatti mostrati. Le vendite invece, effettuate con tanto di ricevuta fiscale, sono responsabilità dei docenti tutor che li affiancano”.

E chiarisce: “Nessuno è obbligato a partecipare all’alternanza ma, poiché è la legge che la prevede, domattina (oggi ndr.) chiederò agli alunni del terzo, quarto e quinto anno di firmare espressamente un documento per accettare di partecipare al progetto. Potranno anche rinunciarvi, ma poi rischiano la bocciatura in quanto è la legge che impone che per superare l’anno bisogna partecipare ai progetti di alternanza scuola-lavoro”.

Sul contributo economico versato dagli studenti, la Ds ha già preso provvedimenti: “Presenterò denuncia ai carabinieri per individuare chi ha infamato sia me che l’istituto. Lo devo all’onorabilità mia e della scuola“.

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