«Qui nella mia casa i russi hanno torturato e ucciso mio marito. Putin non vincerà mai»

LOTSKINO (Regione di Kherson, Ucraina meridionale) – «Falso il referendum e una farsa questa annessione dei fascisti russi. Putin s’illude se vuole occupare il nostro Paese: presto ci riprenderemo tutto perché noi ucraini siamo più forti e più determinati dei soldati russi invasori. Mio marito non è morto invano, i nostri figli vivranno da liberi anche grazie al suo sacrificio».

Nel giorno dell’annessione russa delle quattro regioni ucraine occupate la partigiana Tatiana Bojko ci incontra di fronte all’abitazione dove lo scorso marzo venne torturato e ucciso il suo Serhi per raccontare la sua lotta e la sua condanna contro gli «orchi» di Mosca.

Ha 60 anni Tatiana e ne aveva 61 suo marito Serhi quando lui venne catturato con l’accusa di fare parte del movimento partigiano. «Serhi era noto da tutti. Aveva scelto la via della resistenza armata e si era messo a prendere armi e munizioni dai mezzi russi per organizzare la nostra lotta di liberazione», spiega.

I russi avevano invaso il loro villaggio di Lotskino, una trentina di chilometri da Kherson. «Serhi venne catturato il 16 marzo. Già il giorno dopo era irriconoscibile per le botte», ricorda. Una storia di passione e volontà di combattere.

30 settembre 2022 – Aggiornata il 30 settembre 2022 , 07:30

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, 2022-09-30 05:30:00, La testimonianza di Tatiana Bojko, vedova di un partigiano ucciso a Kherson,

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