Una relazione passeggera, le sfumature dei sentimenti. Voto 7 e 1/2

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di Paolo Mereghetti

Sandrine Kiberlain, perfetta in questo ruolo di donna davvero libera in questa commedia firmata da Emmanuel Mouret, dove si respira aria di Woody Allen

Non potrebbero essere pi differenti i due protagonisti di Una relazione passeggera. E non potrebbe essere raccontata in maniera pi sorprendente la loro relazione. Ma diciamo anche subito che difficilmente un film avrebbe saputo cogliere meglio le sfumature che l’amore pu assumere, fatte di desiderio, sorpresa, tenerezza e, perch no, anche imbarazzi. Lo capiamo fin dalla prima scena, dove i farfugliamenti giustificazionisti che mette avanti Simon (Vincent Macaigne, ormai una colonna del cinema francese) vengono ribattuti uno sull’altro dall’urgenza del desiderio di Charlotte (Sandrine Kiberlain, perfetta in questo ruolo di donna davvero libera).

Li vediamo la sera del loro secondo incontro: tra i due scoccata la scintilla ma l’uomo mette avanti mille scuse, le sue insicurezze maschili, il suo matrimonio, la sua sorpresa nel trovarsi tentato da un’avventura. Si muove continuamente in un locale abbastanza affollato ma la macchina da presa di Emmanuel Mouret non gli d tregua e lo incalza in ogni spostamento, proprio come fa Sandrine che non ha problemi a confessargli il suo desiderio: lei vuole andare a letto con lui. Alle frenate di lui si oppongono le accelerazioni di lei, capace di aggirare qualsiasi ostacolo. N morale n convenienza sembrano capace di fermare il desiderio che tutti e due confessano, la donna con pi schietta immediatezza, l’uomo con pi contorta condiscendenza. A scandire questa storia, solo le date del calendario: tutto inizia un 28 febbraio e prosegue senza nessuna prevedibile scadenza. Gi cantore dell’amore e delle sue declinazioni ( Cambio di indirizzo, Solo un bacio per favore, Lady J ), Mouret, che firma la sceneggiatura con Pierre Giraud, sembra divertirsi a togliere allo spettatore ogni possibile appiglio o giustificazione: dovranno passare due terzi del film prima di conoscere le loro reali situazioni familiari ma non vedremo mai chi ne fa parte. Dobbiamo solo fidarci dei loro discorsi, che spesso finiscono per divagare, toccare temi che sembrano estranei alla loro relazioni, inseguire improvvise divagazioni o strane curiosit.

Si respira aria di Woody Allen e perch no di Lubitsch ma mentre quei film assomigliavano a lunghi prologhi per arrivare finalmente a raccontare come prendeva forma la passione, qui tutto dato gi per conquistato, per realizzato. E lo spettatore messo di fronte a una relazione in purezza, senza nessuna lezione da trarre, senza nessuna morale da tirare. A volte un terzo personaggio entra in gioco, come l’amico un po’ lubrico di Simon che gli presta la casa o la donna che aprendo l’armadietto della palestra si trova a sentire (e noi con lei) i discorsi che i due protagonisti si scambiano chiusi dentro i loro spogliatoi, senza sapere di essere ascoltati. Ma n l’uno n l’altra riescono a interferire nei comportamenti dei due amanti (le proposte dell’amico vengono immediatamente respinte, la curiosit della donna ovviamente ignorata) perch il film deve essere libero di proseguire lungo la sua strada. E se per caso uno dei due sembra volersi tirare in dietro (come nella scena del confronto in libreria) ci pensa l’obiettivo di una macchina da presa mobilissima a riportare i due di fronte ai nostri occhi. E soprattutto a portata delle nostre orecchie, perch come dicono a un certo momenti a noi piace far l’amore quanto parlare.

Naturalmente, arriver qualcosa a mettere in crisi quel sorprendente equilibrio ma ancora una volta senza alcun strascico moralistico o colpevolizzante. La voglia di inseguire un comune fantasma finir per squilibrare il loro rapporto, facendolo pendere da una parte sola. Ma senza mai arrivare a quelle tensioni che invece Simon e Charlotte vedranno un giorno al cinema, dove si proietta Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman. No, se c‘ qualcosa che pu suggerire com’ il loro rapporto quello la canzone di Serge Gainsbourg La Javanaise (che ascoltiamo cantata da Juliette Greco), dove la grazia e la delicatezza incoronano la leggerezza sentimentale che i due amanti hanno inseguito e trovato.

14 febbraio 2023 (modifica il 14 febbraio 2023 | 20:16)

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