Vittorio Sgarbi, dalla Pietà allo spreco delle troppe docce: tutte le frasi del neo sottosegretario alla Cultura

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di Redazione PoliticaIl critico d’arte vorrebbe «restituire dignità» all’opera di Michelangelo, puntare alla decrescita, avere musei gratis di notte e Morgan come collaboratore, cancellare il progetto della pensilina di Isozaki a Firenze La sua penultima proposta ha fatto arrabbiare il sindaco di Milano Beppe Sala, ma con quasi tutte le uscite di Vittorio Sgarbi — neo sottosegretario alla Cultura del governo Meloni — l’effetto è spiazzante. Appena tornato sulla poltrona occupata già vent’anni fa, il critico d’arte ha annunciato quello che sarà il suo primo atto: «Restituire dignità alla Pietà Rondanini di Michelangelo che ha dei problemi di allestimento. L’hanno tolta dall’allestimento storico e l’hanno messa in una stanza anonima, volgarissima mancanza di rispetto per un capolavoro». Nelle sue intenzioni l’opera deve quindi abbandonare le Sale dell’Antico Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco, a Milano, per tornare nella precedente nicchia nella sala degli Scarlioni firmata dal gruppo di architetti Bbpr: «Va bene lì dov’è — ha replicato il primo cittadino di Milano Beppe Sala — e dal punto di vista culturale forse il nuovo governo dovrebbe darsi altre priorità». «Merito e competenza»Sgarbi, però, procede dritto, rivendicando tutta la sua esperienza: «Calcolando che la cifra indicata dalla Meloni per le nomine sono il merito e la competenza, beh… Io ho alle spalle cinquanta anni di studio della storia dell’arte e trentadue di politica». Altri obiettivi? «Beh, Bologna merita l’indicazione di patrimonio dell’Umanità, come Firenze e Venezia». E ancora: «Consentire che il Palazzo Ducale di Modena si chiami Palazzo Ducale. Adesso non si può mettere nemmeno un’insegna che si ribellano. Cose inverosimili». I musei gratis dalle 18 a mezzanotteGià quest’estate, a fine agosto, durante la campagna elettorale, Sgarbi — che è stato anche assessore alla Cultura nella giunta Moratti a Milano ed è sindaco del comune di Sutri e assessore alla Bellezza del comune di Viterbo — aveva lanciato la proposta di aprire le porte dei luoghi di cultura: «I musei devono essere aperti gratuitamente la sera, quando le persone hanno il tempo libero, dalle sei a mezzanotte. Le ultime scelte politiche italiane hanno portato a vicende anomale, prima tra tutte togliere l’ingresso gratuito nei musei la domenica. Una biblioteca è la continuazione letteraria della scuola, perché una pinacoteca non potrebbe esserne la continuazione artistica?». Ora è tornato alla carica con la proposta: ospite di Rai Radio1, a Un Giorno da Pecora, ha detto che bisognerà cambiare gli orari di apertura: «Certo, almeno fino alle 21. La gente che lavora non può andarci di giorno, quindi dovrà andarci, gratis, nelle ore in cui sono liberi di andare». Morgan collaboratore Al ministero della Cultura, guidato dall’ex direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, Sgarbi ha chiesto la collaborazione del cantautore Morgan: «Lo vorrei far diventare un docente che racconta attraverso la tv. Oggi la tv proietta una gran quantità di stupidaggini, si fanno approfondimenti sui delitti, bisogna smettere di fare programmi di idiozie in cui si parla di questi temi in modo morboso — ha detto sempre a Un giorno da pecora —. Ieri guardavo Vita in Diretta e si parlava della parente che ha ucciso non so chi, ma chi se ne frega. Suscita interesse in gente morbosa e malata, ci vuole bellezza, intelligenza ed arte, non bisogna compiacersi dell’orrore, del brutto». L’idea del critico d’arte è quella di «creare un dipartimento ad hoc per la musica, che deve essere affiancata all’arte, e Morgan avrà un ruolo. È un uomo di grande intelligenza, è un uomo libero, non si nasconde dietro la retorica degli slogan fascista-antifascista». Il reddito di cittadinanza e i museiIl neo sottosegretario alla Cultura ha una proposta anche per la mancanza di personale nei musei italiani: «La mia soluzione, di cui avevo parlato anche con l’ex premier Mario Draghi, sarebbe semplice: mandare a coprire i posti di guardiania quanti sono in grado di lavorare e ricevono il reddito di cittadinanza. Chi ottiene dallo Stato 800 euro per non fare niente magari per 200 euro in più non accetterebbero un lavoro. Ma se gli si offrissero 1.400 euro per stare sei ore in una sala da museo, sorridere ed essere gentili, potrebbero farlo. Sarebbe un modo migliore di utilizzare le risorse dello Stato. Bisognerebbe però prima sedersi a un tavolo con i sindacati». La spinta alla decrescitaA settembre, prima delle elezioni politiche, aveva sorpreso i suoi follower con un post sui social in cui — partendo dalla necessità di «ridurre la nostra dipendenza dall’energia» — parlava di «cambiare stile di vita», di «ritornare, per certi versi, al passato, ad una vita più genuina che non sia schiava del consumismo. In quella che l’economista francese Latouche chiama, con una brutta parola, “decrescita”». «Quando ero piccolo — aveva poi spiegato al Corriere , ricordando la sua infanzia — a casa mia il bagno si faceva una volta a settimana, il mercoledì. Oggi si fa la doccia due volte al giorno. Uno spreco del quale si potrebbe fare a meno. C’è bisogno di cambiarsi due volte al giorno la camicia e le mutande? Che poi finisce tutto in lavatrice. C’è questa mania del lindore, ci si cambia anche se gli abiti sono puliti. Se non ci si cambia ci si sente in imbarazzo. Sobrietà vuol dire non essere schiavi degli oggetti che abbiamo. È possibile rinunciare a elettrodomestici inutili. Dovremmo abituarci a vivere di poche cose , quelle indispensabili e ritornare ad un rapporto più naturale tra noi e il pianeta che ci ospita». La profezia (non avveratasi) su CasiniLa sua corsa nell’uninominale a Bologna, per le Politiche, era stata accompagnata dal fumetto Sgarbiman, un supereroe col mantello e la capra disegnata sulla maglietta che volava sui tetti della città raddrizzando le torri e riducendo in pezzi la statua dello sfidante Pier Ferdinando Casini : «Perte è finita!». Dello sfidante diceva: «Farò a pezzi Casini, in senso metaforico, perché è facilissimo. Lui non ha un’idea, non l’ha mai avuta. È solo capace di giravolte, quest’ultima la più ardita: dopo una vita da democristiano mettersi con i comunisti, proprio a Bologna, sono sicuro che gli costerà in termini di voti». Una profezia che poi non si è avverata: l’ex presidente della Camera ha vinto il seggio a Senato, battendo Sgarbi. La pensilina di Isozaki a FirenzeSubito dopo il voto, comunque, il critico d’arte si era candidato alla guida del ministero della Cultura: «Essendo fuori dal Parlamento sono un tecnico e sono un competente quindi sono disponibile», aveva detto da Firenze attaccando subito dopo la pensilina Isozaki, l’uscita dei Nuovi Uffizi progettata dall’architetto giapponese nel 1998 e «bestia nera» di Sgarbi. Al progetto, negli anni, ha riservato diversi insulti: «Uno scempio, un troiaio, un’architettura esondante di cui Firenze non sente il bisogno»: «Quando fai un concorso — aveva detto a fine settembre —, tu lo vinci e vieni pagato, ma non è che siamo obbligati a realizzare l’opera proposta. Quindi una volta che uno ha chiuso il conto con il dottor Isozaki non è costretto a fare un’architettura del millennio scorso, per di più esondante rispetto allo spazio. L’ultima cosa su cui Firenze dovrebbe difendere la sua identità di centro storico è non fare quella pensilina». Un progetto su cui oggi, da sottosegretario alla Cultura, Sgarbi è appena ritornato con la sua ultima proposta: «La loggia di Isozaki non si deve fare — ha detto —. È brutta, è ripugnante. Io penso che chi vince un concorso ha il diritto di essere pagato e questo vale anche per Arata Isozaki, ma non per questo lo Stato è tenuto a farla. Verrebbe un obbrobrio come è accaduto per l’Ara Pacis a Roma». 2 novembre 2022 (modifica il 2 novembre 2022 | 09:11) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-02 08:16:00, Il critico d’arte vorrebbe «restituire dignità» all’opera di Michelangelo, puntare alla decrescita, avere musei gratis di notte e Morgan come collaboratore, cancellare il progetto della pensilina di Isozaki a Firenze, Redazione Politica

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