Vita lenta (e inclusiva) al B&B della Tartaruga

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di Laura Aldorisio

Nel bed and breakfast che si trova in un palazzo storico in centro a Genova lavorano 4 ragazzi con sindrome di Down. E ora apre anche il laboratorio per prodotti «gluten free». L’iniziativa di Enrico Pedemonte con la moglie Silvia Stagno

«È un angolo di paradiso e io sono il più fortunato al mondo», dice Luca Arcella, 22 anni, parlando del bed and breakfast «La Sosta della Tartaruga», una nuova avventura imprenditoriale che, in un palazzo storico nel cuore della città di Genova, impiega quattro giovani con disabilità intellettiva. Perché la tartaruga assunta come simbolo? Perché «è proprio nella lentezza che questi giovani riescono a esprimere al meglio il proprio potenziale, sposando anche le nuove tendenze del turismo e degli stili di vita lenti», dice Enrico Pedemonte, presidente della Compagnia della Tartaruga. Luca nella prima mattina serve le colazioni e poi subito a rifare i letti e a pulire. «Se mi avessero detto lavorerai in un bed and breakfast non ci avrei mai scommesso nulla. Invece, ora, ho un contratto a tempo indeterminato e vado al lavoro contento. A volte ci devono cacciare a fine turno perché vogliamo rimanere. Se non pesa lavorare vuol dire che la sfida è stata vinta. Quanti ragazzi della mia età, invece, non sono felici», dice ancora Luca con semplicità e lucidità disarmanti. «Tutto questo è stato possibile per due genitori coraggiosi, non tutti lo farebbero perché è una perdita di energia colossale».

Gli ideatori

Si riferisce a Enrico Pedemonte e a sua moglie Silvia Stagno, che hanno dato vita alla cooperativa «Compagnia della Tartaruga» per Giulia, la figlia di 23 anni con sindrome di Down, che ora lavora nel bed and breakfast. «Ci vuole tanta energia, è vero, ma non ha idea del ritorno di emozione che c’è. Sono arrivato a 55 anni per capire che volevo fare questo della mia vita, quindi ho energia da vendere ora», racconta Pedemonte, mentre si prepara ad andare al lavoro, lui imprenditore di natura, che suddivide lo spazio della giornata tra l’attività e la cooperativa. «Perché lo abbiamo fatto? Il bisogno c’è, ma le opportunità di lavoro per i nostri ragazzi sono pochissime e spesso sono un lavoro finto. E a noi non piaceva che Giulia finisse in questo meccanismo. Dove abbiamo trovato la forza? Io sono un imprenditorie per cui l’idea di costruire un’iniziativa è nelle mie corde, così come avevo la disponibilità economica per poterla sostenere, senza questo la buona volontà non sarebbe stata sufficiente».

Come si è sviluppato il progetto

Giorno dopo giorno l’idea folle, nata in un giorno di vacanza a settembre 2020, è diventata un progetto realizzabile. Il business plan, poi la costituzione della cooperativa sociale, in piena pandemia, la ristrutturazione e poi la formazione dei ragazzi con la Fondazione Cepim. Ne sono nate due squadre, con due caposquadra, che «non sono educatori, ma veri capi che non mi trattano come un invalido, ma mi sfidano come una persona e io questa schiettezza l’apprezzo molto», dice Luca. «Siamo in una fase iniziale, ma questo progetto lo stiamo creando come un’azienda e come tale deve funzionare», gli fa eco Pedemonte. «Il lavoro ha regole semplici: lavori, qualcuno è disposto a pagare e così nasce lo stipendio. Il mondo della disabilità non contraddice queste semplici norme. Se le cose che le sto dicendo sono vere possiamo fare un lavoro pari se non migliore fatto da ragazzi non disabili». La «Sosta della tartaruga» è aperta dal primo giugno e a breve sarà avviato anche il Laboratorio della Tartaruga: un laboratorio di pasticceria per la produzione di pasticceria «gluten free». «Molti ragazzi con la sindrome di Down sono celiaci e questo è un tema che i nostri ragazzi conoscono molte bene così come conoscono la fatica per trovare un prodotto artigianale e non la solita merendina confezionata. Stiamo cercando di creare il lavoro attorno alle peculiarità delle persone e le attività così studiate potranno crescere nel tempo».

28 luglio 2022 (modifica il 28 luglio 2022 | 17:43)

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, 2022-07-29 04:51:00, Nel bed and breakfast che si trova in un palazzo storico in centro a Genova lavorano 4 ragazzi con sindrome di Down. E ora apre anche il laboratorio per prodotti «gluten free». L’iniziativa di Enrico Pedemonte con la moglie Silvia Stagno, Laura Aldorisio

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