Vaccini Covid-19, i docenti dopo

Vaccini Covid-19, i docenti dopo

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Il piano presentato dal ministro della Salute. Corsia preferenziale per gli over 60

di Carlo Forte

Per ottenere di essere vaccinati contro il Covid-19 i docenti che hanno meno di 60 anni dovranno fare una fila lunga l’equivalente di 20 milioni di persone. È quanto si evince dal Piano strategico per la vaccinazione anti-Sars-Cov-2/Covid-19 elaborato dal governo, presentato in parlamento dal ministro della salute il 2 dicembre scorso. Il piano prevede che saranno vaccinati prima gli operatori sanitari e sociosanitari, che sono 1.404.037 persone. Subito dopo sarà la volta dei 570.287 soggetti, tra personale e anziani ospiti, dei presidi residenziali per anziani. E poi saranno vaccinati 4.442.048 anziani, di età compresa tra gli 80 anni e oltre, presenti su tutto il territorio nazionale. In questa prima fase, che dovrebbe partire già da gennaio, dovrebbero essere vaccinate in totale 6.416.372 persone.

La fase successiva sarà incentrata sulla vaccinazione di 13.432.005 soggetti di età compresa tra i 60 e i 79 anni. In questa fase saranno vaccinati anche 7.403.578 persone con comorbilità. Queste ultime, però, non sono state calcolate a parte. Pertanto, molti di loro potrebbero comunque rientrare anche nelle categorie prioritarie che saranno vaccinate nella fase precedente. Considerato che i docenti sono 729. 668 e quelli da 60 anni in su sono più del 10%, il turno dei 650 mila insegnanti di età inferiore ai 60 anni arriverà, probabilmente, in vista del termine delle lezioni.

Solo dopo le categorie prioritarie, infatti, o anche prima, se sarà possibile disporre di un adeguato numero di vaccini e di personale da adibire alla somministrazione di tali vaccini, si inizierà a sottoporre a vaccinazione le altre categorie di popolazione.

Ciò con priorità per i lavoratori addetti ai servizi essenziali, quali anzitutto gli insegnanti ed il personale scolastico, le forze dell’ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità ecc. Nel corso dell’epidemia è prevista la possibilità di attuare una strategia di tipo adattativo, qualora venissero identificate particolari categorie a rischio o gruppi di popolazione in grado di sostenere la trasmissione dell’infezione nella comunità, o nel caso in cui si sviluppassero focolai epidemici rilevanti in specifiche aree del paese, destinando eventuali scorte di vaccino a strategie vaccinali di tipo reattivo (reactive vaccination).

Nella fase iniziale della campagna vaccinale è prevista una gestione centralizzata della vaccinazione con l’identificazione di siti ospedalieri o peri-ospedalieri e l’impiego di unità mobili destinate alla vaccinazione delle persone impossibilitate a raggiungere i punti di vaccinazione.

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