Ultimatum Draghi ai partiti: sul ddl concorrenza ottiene il voto di fiducia

di Monica Guerzoni Il premier ha convocato a sorpresa un Consiglio dei ministri che è durato dieci minuti: nel mirino i ritardi sul decreto sulla concorrenza, le liti nella maggioranza e in particolare le richieste di Lega e Forza Italia La pazienza di Mario Draghi è finita. Alle cinque della sera di giovedì il capo del governo ha convocato a sorpresa il Consiglio dei ministri del tutto fuori programma, scatenando il panico nella sua (litigiosa) maggioranza . «All’ordine del giorno comunicazioni del presidente», recita l’algido bollettino di Palazzo Chigi, che ha fatto suonare l’allarme rosso nei palazzi del Parlamento e nelle segreterie delle forze di maggioranza. Che succede? Succede che i 200 miliardi del Pnrr sono a rischio e il premier non vuole perdere la faccia (e la borsa) in Europa. La colpa è dei partiti, che bloccano l’esame del decreto concorrenza, mettendo a rischio i fondi del Recovery a cui sta appeso il futuro del nostro Paese dopo la pandemia e la crisi innescata dal conflitto in Ucraina. «Così non si va avanti» è pronto a scandire il suo ultimatum Draghi, stufo delle ripicche e degli strattonamenti delle forze politiche. E questa volta, che potrebbe essere l’ultima, nel mirino del premier non c’è Conte, ma Salvini. Il leader della Lega lunedì uscendo da Palazzo Chigi dopo il faccia a faccia con il presidente aveva detto «troveremo un accordo» sui balneari. Ma il provvedimento, che doveva vedere il primo voto prima di Pasqua, è ancora bloccato nella commissione Industria del Senato. La goccia di un secchio già stracolmo è stato il comunicato congiunto con cui i capigruppo di Lega e Forza Italia, Massimiliano Romeo e Anna Maria Bernini, hanno chiesto «ulteriori approfondimenti sul tema delle concessioni balneari per arrivare a un testo condivisibile e quindi condiviso». Ma il tempo delle discussioni e delle bandierine per Palazzo Chigi è scaduto e se i partiti non ritrovano il senso di responsabilità, potrebbe aprirsi il tempo della crisi di governo. Il richiamo del premier ha avuto effetti immediati: il consiglio dei ministri è durato dieci minuti. Tanti sono bastati perché Draghi ottenesse l’ok dai componenti del governo a mettere la fiducia sul ddl concorrenza . Il voto dovrebbe tenersi in Senato entro la fine di maggio. 19 maggio 2022 (modifica il 19 maggio 2022 | 19:23) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-19 17:24:00, Il premier ha convocato a sorpresa un Consiglio dei ministri che è durato dieci minuti: nel mirino i ritardi sul decreto sulla concorrenza, le liti nella maggioranza e in particolare le richieste di Lega e Forza Italia, Monica Guerzoni

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