Ucraina, anche gli animali sono in fuga dalla guerra

Migliaia di persone lasciano il Paese sotto le bombe portando con sé cani e gatti. L’esempio del Fvg: non applicare ai profughi i costi previsti per le procedure di regolarizzazione della posizione amministrativa degli animali

Nelle immagini che arrivano dall’Ucraina e dai suoi confini, insieme ai profughi compaiono cani e gatti. In braccio o nei trasportini, con il collare o al guinzaglio, i pet fuggono dalla guerra, accompagnati dai loro umani. Li si vede spuntare tra i bagagli o in braccio ai ragazzini, meno spaventati dei quanto si potrebbe immaginare. L’ennesima conferma che questi animali fanno parte della famiglia, come si dice spesso, anche in situazioni molto drammatiche.

Qualcuno li avrà anche abbandonati, non lo si può escludere, ma in molti casi sono stati portati alla ricerca della salvezza. Se ne occupano, in Italia, anche l’Oipa, Organizzazione internazionale per la protezione degli animali, e la Lav, Lega antivivisezione, lav.it, che chiede ufficialmente alle istituzioni — Regioni, Comuni, Protezione civile — di accogliere nelle strutture di accoglienza gli animali insieme ai loro proprietari, senza separarli. E di effettuare la regolarizzazione del passaporto europeo, della vaccinazione antirabbica e del microchip. Pratiche che sono obbligatorie, a spese dei servizi veterinari regionali, come è già stato fatto in Friuli-Venezia Giulia, dato che molti dei profughi sono senza soldi e probabilmente non riescono a effettuare tutte le procedure burocratiche. «Sarebbero inaccettabili discriminazioni di non accesso in hotel, conventi, camping, per chi non si è voluto separare dai propri affetti non abbandonando il proprio quattrozampe», ha dichiarato Gianluca Felicetti, presidente della Lav. L’associazione ha anche organizzato viaggi con un’autoambulanza veterinaria e un furgone con cibo per cani e gatti, in fuga con i loro umani o rimasti nei rifugi ucraini.

Nove cagnolini rimasti nel canile di Beregszasz sono stati invece portati in Italia. Questa attenzione, questa solidarietà oltre la specie, potrebbe sembrare un progresso, una recente conquista «animalista», ma non è del tutto così. Ne dà un’appassionata testimonianza Elsa Morante, grande donna e dunque gattara, nel suo La storia (uscito per la prima volta nel 1974 e poi spesso ripubblicato), ambientato durante la Seconda guerra mondiale, dove gli animali — cani e gatti, ovviamente, presenti persino nei rifugi antiaerei, ma anche canarini, muli, cavalli, passeri, rondini, e molti altri — compaiono quasi in ogni pagina, in carne e ossa o come metafore, e quasi sempre fanno la parte degli ultimi, delle vittime, schiacciati dal peso della Storia che passa come un carro armato. Al tempo della prima pubblicazione questo libro suscitò molte polemiche, appunto perché quasi ignorava le luminose sorti dell’umanità, il progresso, le vittorie, ma descriveva, e Morante se ne fece testimone empatica, la sofferenza muta dei derelitti, di chi non conta, i bambini, gli animali, in molti casi le donne.

12 marzo 2022 (modifica il 12 marzo 2022 | 09:07)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

var url248973 = “https://vid1aws.smiling.video//SmilingVideoResponder/AutoSnippet?idUser=1253&evid=248973”; var snippet248973 = httpGetSync(url248973); document.write(snippet248973);

The post Ucraina, anche gli animali sono in fuga dalla guerra appeared first on ITALIAONLINE.NEWS.

source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version