La tesi sull’audio di Berlusconi: un «tranello» tra Camera e Senato

di Tommaso LabateIl consigliere di Zelensky: il leader di Forza Italia beve vodka mentre Meloni dimostra quali sono le sfide e i veri principi «La ricerca della manina che ha consegnato l’audio del presidente Berlusconi alla stampa, certo. Ma anche il contesto, il timing, com’è nata quella registrazione. Che si può comprendere solo se facciamo un passo indietro e spostiamo la nostra attenzione dalla Camera, dove ha avuto luogo il discorso, al Senato, dove Berlusconi aveva parlato poco prima…». Adesso c’è anche la tesi del «tranello» . La tesi secondo cui, dietro la manina che ha azionato il registratore consegnando alla stampa l’ormai celebre discorso di Berlusconi sull’amico ritrovato Vladimir Putin e la crisi ucraina, ci sarebbero uno o più mandanti, che magari neanche erano presenti a Montecitorio. La tesi si affaccia nei conciliaboli del pacchetto di mischia di Forza Italia che lima le ultime trattative sulla delegazione di governo, consapevole che il peso degli applausi dei presenti all’assemblea dei deputati — che si sente nitidamente nell’audio diffuso dall’agenzia LaPresse — ha raggelato Giorgia Meloni e imbarazzato il resto del centrodestra forse ancor di più delle parole del Cavaliere. Ed eccola, allora, la «teoria del tranello». Che la viva voce di un rappresentante di FI a Palazzo Madama avrebbe consegnato direttamente al Cavaliere. «Presidente, della storia dello scambio di regali con Putin», la vodka e il lambrusco, «lei aveva già parlato nel discorso ai senatori. E se qualcuno, ascoltandola al Senato e immaginando che lei l’avrebbe ripetuta anche ai deputati, avesse azionato la manina di Montecitorio?». Sono le ore in cui la frenetica attività interna di indagine va di pari passo alla «guerra fredda» interna a FI tra l’ala «governista» che dialoga con Meloni e i «falchi». Fronte Tajani contro ala Ronzulli, tanto per capirci. Le stesse ore in cui il carico residuo di reazioni internazionali rispetto alle parole dell’audio — poi corrette da Berlusconi nell’intervista rilasciata al Corriere — si posano sul fondo di una disputa che pare senza fine. C’è la presa di posizione netta che arriva direttamente dalle stanze di Volodymyr Zelensky, pubblicata su Twitter in italiano dal suo consigliere Mykhailo Podolyak: «Qualsiasi crisi apre la strada ai leader veri. Mentre il signor Berlusconi è sotto l’effetto della vodka russa in compagnia di “cinque amici di Putin”, Giorgia Meloni dimostra quali sono i veri principi e la comprensione delle sfide globali. Ognuno sceglie la propria strada». E anche la nota dell’ambasciata ucraina a Roma, che mette nero su bianco l’auspicio «che questa posizione, espressa più di una volta, sia solo un’opinione privata del signor Berlusconi». Due macigni che si materializzano sui terminali delle agenzie di stampa proprio negli stessi minuti in cui, uscendo dal vertice del Ppe, Antonio Tajani prova a derubricare l’audio-gate sottraendolo dal contesto della guerra interna in FI. «Mandante politico? Queste cose purtroppo sono successe in passato e succederanno ancora, anche se non dovrebbero. Magari era solo qualcuno che voleva fare lo scoop…». E si ritorna alla domanda delle domande: qualcuno, certo, ma chi? Gli elementi che si assommano alla ricerca della «manina» si arricchiscono di nuovi particolari. Innanzitutto la distanza dell’autore della registrazione da Giorgio Mulè, la cui voce si sente nitidamente nel video («Non è il caso, presidente, ci sono le finestre aperte»). Il neo vicepresidente della Camera, al microfono di CorriereTv, dice di avere «un sospetto», esclude «che si tratti di uno dei nostri parlamentari» e aggiunge che chiunque sia stato «si deve vergognare per il danno fatto al nostro Paese». È una posizione simmetrica, ed evidentemente con gli stessi sospetti, rispetto a quella di Alessandro Cattaneo («escludo che sia stato un deputato, c’erano degli accompagnatori»). Tutti ripassano in testa il film della riunione facendo caso alla marca del telefonino dei presenti. Già, e si torna alle riunioni serali di Forza Italia, «perché il suono della notifica del cellulare che si sente nitidamente interrompere ogni tanto la registrazione, ecco, quello esclude un modello di smartphone molto diffuso tra i nostri…». I titoli di coda del giallo non s’intravedono neanche all’orizzonte. 21 ottobre 2022 (modifica il 21 ottobre 2022 | 10:29) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-21 07:02:00, Il consigliere di Zelensky: il leader di Forza Italia beve vodka mentre Meloni dimostra quali sono le sfide e i veri principi, Tommaso Labate

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