Marco Nobilio e Alessandra Ricciardi su Italia Oggi del 14/01/2020
Allarme per i bandi di concorso. I sindacati chiedono certezze: servono altri 900 milioni
Il ritardo che sta subendo l’iter dei bandi del concorso ordinario e di quello straordinario rischia di far slittare la stabilizzazione dei precari e far partire il prossimo anno scolastico con un numero di cattedre scoperte ancora più alto. A dare l’allarme sono stati i segretari di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams, che hanno inviato un telegramma al presidente del consiglio, Giuseppe Conte l’8 gennaio scorso sollecitando l’avvio dei tavoli tecnici previsti dall’accordo di conciliazione siglato il 20 dicembre con l’ex ministro dell’istruzione, Lorenzo Fioramonti. Accordo in base al quale i sindacati avevano fatto rientrare le iniziative di mobilitazione in vista dello sciopero.
Il primo incontro si sarebbe dovuto tenere il 7 gennaio scorso. Ma non c’è stato perché la nuova ministra, Lucia Azzolina, non si era ancora insediata (si veda ItaliaOggi di martedì scorso). Di qui l’iniziativa dei sindacati per sollecitare l’esecutivo a risolvere velocemente la questione. E l’appello è stato accolto: la nuova titolare del dicastero di viale Trastevere ha giurato nelle mani del presidente della repubblica il 10 gennaio scorso. Ma a ieri ancora nessuna convocazione era partita all’indirizzo dei sindacati. Che fremono: sul concorso ma anche sull’altro nodo, quello del contratto. Che per essere aperto richiede che vi siano almeno altri 900 milioni di euro per arrivare a dare un aumento medio di 100 euro al mese al termine del triennio 2019-2021. Fioramonti è andato via, ma il nodo resta sempre quello: avere risorse aggiuntive.
«Cambia il ministro, ma la nostra posizione è sempre la stessa e chiediamo risposte in tempi certi», dice Francesco Sinopoli, segretario Flc-Cgil. «Non vorremmo che il governo pensasse che ormai la vicenda contratto sia passata in cavalleria. O addirittura di poter fare operazioni di risparmio», incalza il segretario della Uil scuola, Pino Turi. Il dossier è sul tavolo della ministra da oggi e da viale Trastevere assicurano che una convocazione arriverà a breve.
Con un post su Facebook la Azzolina ha esposto il suo programma in 10 punti. Il primo è dedicato proprio alla questione dei concorsi. Il contratto è al terzo posto, con un laconico: «Avvieremo quanto prima il tavolo per il rinnovo del contratto: è urgente». Nulla sulla questione delle risorse, che a bocce ferme consentiranno aumenti medi al termine del triennio di 80 euro lordi.
Al primo posto tra le priorità della Azzolina il concorso: «Lavoreremo subito ai bandi per la scuola dell’infanzia e primaria, per la secondaria (ordinario e straordinario), per i docenti di religione» spiega Lucia Azzolina, «ho già messo al lavoro la mia squadra, in raccordo con le strutture del Ministero».. Al secondo punto la questione dei regolamenti attuativi del decreto legge 126: «Scriveremo rapidamente i provvedimenti attuativi del decreto scuola. Primi fra tutti» si legge nel post « il nuovo regolamento per velocizzare la chiamata dei supplenti e quello per la ‘call’ che consentirà a chi vuole subito il ruolo e il contratto a tempo indeterminato di poter andare a insegnare volontariamente anche in un’altra regione diversa dalla propria».
Priorità anche ai decreti autorizzativi dei corsi di specializzazione sul sostegno. Entro fine mese «pubblicheremo le materie della seconda prova. Rispetteremo la scadenza. E poi lavoreremo all’ordinanza sugli Esami, un manuale d’uso che va semplificato: oggi è un documento voluminoso e non sempre chiarissimo per le commissioni. Cominciamo da qui a costruire strumenti più agili. Forniremo anche una risposta ai dubbi che stanno emergendo sugli ultimi cambiamenti annunciati. Penso alla scomparsa delle ormai famose buste all’orale» decisa da Fioramonti tra molte polemiche. Nei prossimi giorni è prevista, inoltre, l’attivazione di un tavolo sull’innovazione didattica con dentro docenti e dirigenti. E sarà data priorità anche alla formazione del personale e alla semplificazione delle pratiche che rendono difficile la vita quotidiana di dirigenti e segreterie scolastiche.