Tagli ai presidi e ai DSGA, il Tar boccia il ricorso della Regione Puglia. Valditara: Bene così, nessun danno grave o irreparabile dalla nostra politica sul dimensionamento

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Lo stop del Tar Campania che ha bloccato il decreto interministeriale n. 127 del 30.6.2023, che interviene sul dimensionamento scolastico, porta la Regione Puglia a sperare di avere lo stesso risultato.

Nel pomeriggio, però, è arrivata la decisione del Tar del Lazio che ha bocciato il ricorso della Regione Puglia. Soddisfazione da parte del ministro Valditara che, in una nota, spiega: “Accogliamo con soddisfazione la decisione del Tar del Lazio, competente in materia, che ha rigettato l’istanza cautelare presentata dalla Regione Puglia contro il progetto di dimensionamento scolastico previsto dal PNRR e attuato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Nelle motivazioni della decisione viene chiarito che nei contenziosi portati avanti dalle regioni non c’è alcun danno grave e irreparabile che giustifichi una misura cautelare. Avanti, dunque, nell’attuazione della misura, richiestaci dall’Europa, che non prevede la chiusura di plessi ma solo l’ammodernamento del nostro assetto organizzativo, attraverso l’eliminazione progressiva delle reggenze. Grazie a questa riorganizzazione avremo scuole più efficienti e risparmi per 88 milioni di euro; risorse che potranno essere reinvestite per il personale scolastico e non solo”.

Le Regioni Campania, Puglia, Toscana ed Emilia Romagna nei mesi scorsi avevano esplicitamente protestato sul taglio previsto dalla norma sul dimensionamento.

Una norma che, come sappiamo, prevede il taglio di istituzioni con meno di 900 alunni, salvo che in casi particolari. In Puglia si prevede un taglio del numero di istituzioni scolastiche, che passerebbero da 627 a 569, con la conseguente riduzione di 58 autonomie.

La decisione in Campania e la risposta di Valditara

In sostanza, il TAR Campania, da un lato ha bocciato il taglio di DS e DSGA conseguente all’accorpamento delle istituzioni scolastiche relativamente a tempistica e criteri, dall’altro ha sollevato dubbi sulla costituzionalità in relazione ai rapporti tra Regioni e Stato.

In questa storia però il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara non ha perso tempo ed ha annunciato che l’intervento del Tar sarà impugnato. “Siamo già al lavoro – ha fatto sapere tramite una nota – con l’Avvocatura Generale dello Stato per ricorrere al Consiglio di Stato fiduciosi della bontà delle nostre ragioni.

Pur nel rispetto che si deve – ha continuato – ad ogni pronuncia giurisdizionale, non può ritenersi condivisibile che il Tar Campania si sia dichiarato competente su un decreto, adottato di concerto tra due ministeri, che reca i criteri per la definizione dell’organico dei dirigenti scolastici sull’intero territorio nazionale.

A quella politica che continua a fare polemiche strumentali e demagogiche, facendo credere che da questa riforma si determinino chiusure di plessi o riduzione di servizi, che invece non ci saranno, si può solo ribadire che continueremo a lavorare per l’attuazione delle riforme richieste dal PNRR nell’interesse della modernizzazione del nostro Paese“, conclude.

D’altronde, dal dicastero di Viale Trastevere, più volte si è spiegata la natura di tale intervento.

Prima di tutto il dimensionamento potrebbe consentire all’amministrazione di programmare meglio il fabbisogno di dirigenti scolastici e Dsga per i tre anni successivi, con una evidente razionalizzazione dei relativi concorsi.

In secondo luogo, le Regioni, con il dimensionamento scolastico, potrebbero programmare con più tranquillità e razionalità la rete scolastica, decadendo anche il parametro dei 600 alunni per istituto.

E poi, come più volte espresso da Valditara, il dimensionamento servirà proprio a limitare il fenomeno delle reggenze dei Ds. Secondo i sindacati, questo anno scoalstico sarebbero stati 866 le scuole con un preside non titolare e quindi non sempre in loco.

La riforma del dimensionamento scolastico che è stata approvata con l’ultima legge di bilancio 2023, propone dunque interventi migliorativi secondo il Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Sono previsti tagli calcolati di sedi e organici che avranno effetto principalmente a partire dal 2024/2025.

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