Summer Side, progetto di unestate

di Domitilla Pirro

“Fu nell’estate del 1959, molto tempo fa. Ma solo misurando il tempo in termini di anni”: parola di Gordie, nostalgica voce narrante dell’indimenticabile Stand by me- Ricordo di un’estate – tra i più fortunati, e meno orrorifici, cineadattamenti kinghiani a memoria di millennial. E non solo.

Il racconto The body, da cui il film di Rob Reiner prende le mosse, è un peana struggente: dedicato com’è al precario equilibrio che accompagna gli anni dell’adolescenza, l’epico vacuum che guida il salto verso un’approssimativa età adulta, fotografa il senso di crescita in generale, ciò che sancisce la perdita d’innocenza e l’abbandono delle prime amicizie immortali. Ecco che il suo titolo originario (Il corpo, appunto), riferito al ritrovamento del cadavere che innesca la narrazione dell’intera vicenda, sembra forse poter alludere anche ad altro: all’uscita dai bozzoli fragili dei propri corpi in divenire, farfalle nuove di zecca.

Così ci affacciamo, in questo giugno piovoso, sull’ennesima bella stagione compromessa dal cambiamento climatico, e ricordiamo al contempo tutte quelle che l’hanno preceduta: le migliori, magari. Quelle di pausa e rifugio, involuzione ed evoluzione, sviluppo e formazione: tra i Goonies e le folli biciclettate dei Losers di IT. Ma è ancora lo stesso, il tempo dell’estate, per adolescenti nuovi di zecca, cresciuti col citazionismo di Stranger Things e la DAD come spauracchio distopico – più spaventoso di qualsiasi Demogorgone?

In Fronte del Borgo, alla Scuola Holden, pensiamo sia così; ne abbiamo anzi la certezza. Il vantaggioso punto d’osservazione che abbiamo sul mondo under 18 deriva dal tipo di posto che abbiamo avuto il privilegio di costruirci intorno: un ufficio che è anche un tutoring center gratuito per minori, un galeone piratesco – questa la tematizzazione degli spazi – votato al social outreach e all’inclusione. In rete con la International Alliance of Youth Writing Centers di stampo eggersiano – citofonare 826 Valencia! – Fronte del Borgo punta a contrastare la marginalizzazione e la dispersione scolastica con l’avvicinamento alla lettura e l’empowerment attraverso le storie. Ogni anno, online e in presenza, regaliamo contenuti didattici a ormai più di quattromila persone — corsi come per esempio Giovani Penne Scrittura e Redazione o l’Osservatorio sulla Gender Equality, specificamente riservati ai teen. Con un’unica bussola, va detto: Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo. È Gianni Rodari, naturalmente, a ricordarci il motivo per il quale alla nostra squadra di autrici e autori prestati alla docenza capita di fare ciò che facciamo: ovvero avvicinare all’alfabetizzazione, al famigerato storytelling, a far la pace con le parole le persone che, per età anagrafica, solcano oggi il proprio romanzo di formazione e rischierebbero facilmente di cader preda delle narrazioni altrui.

L’estate è ancora un tempo ideale da dedicare a rilanciare le proprie competenze, aggiornarsi, cercare approcci inediti: ed è per noi prezioso puntello di supporto, anche, dacché è solo grazie alla formazione per insegnanti o a percorsi come Summer Side che la Scuola Holden, e nello specifico l’area di Holden per le Scuole, riescono a rendere sostenibile tutta la gratuità che Fronte del Borgo elargisce, anno scolastico dopo anno scolastico.

Lavorare sulla propria voce narrativa e sugli infiniti mezzi con cui consentirle di librarsi in alto porta numerosissimi e documentati vantaggi fuori e dentro l’aula: sia in termini di supporto nell’espressione personale che nell’articolazione significativa di idee compiute, sia nella percezione di maggior controllo sul proprio apprendimento che nell’aprire le porte a forme di espressione forse meno frequentate, ma strumentali per diventare consumatori culturali più consapevoli – dalla poesia alla narrazione per immagini, dal fumetto alla serialità. Allenare il muscolo della narrazione promuove il gusto per l’esplorazione e la sperimentazione con il linguaggio, anche: fino ad accrescere l’autostima e la percezione di poter prendere le proprie decisioni e trovare le proprie risposte, nel più pieno esercizio di autonomia.

Ecco dunque che, come direttrice di Fronte del Borgo, oltre al privilegio massimo di cui sopra, sento forte sulle spalle una vasta responsabilità. Quella legata al contatto con la realtà – che è facile perdere, in piena sindrome supereroica, insieme a certa retorica buonista, davanti a problemi sociali sistemici che in nessun modo possiamo concretamente risolvere, in squadra o meno. Ma non per questo, con colleghe e colleghi, rinunciamo a fare onde. E ad allenarci, con chi saprà e potrà supportarci, nel crescere insieme.

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