Suicidio assistito, il leghista Pillon nominato relatore della legge in Senato

di Alessandra Arachi Lo hanno deciso martedì le commissioni di Giustizia e Sanità che hanno espresso una quaterna di relatori: insieme a Pillon, Caterina Biti (Pd), Alessandra Maiorino (M5s) e Mariella Rizzotti (Fi). Sarà il leghista Simone Pillon uno dei quattro relatori al Senato della legge sul suicidio assistito , nominato per conto delle commissioni Giustizia e Sanità insieme a Caterina Biti (Pd), Alessandra Maiorino (M5S), Mariella Rizzotti (Forza IItalia). Cinquantun anni, bresciano, avvocato cassazionista, Pillon rappresenta la componente più conservatrice del mondo cattolico, promotore del Family day. Sulla legge sul suicidio assistito il senatore ha dichiarato sul suo sito la sua totale contrarietà dicendo: «Nell’ordinamento italiano non c’è un vuoto normativo sul tema: abbiamo infatti l’articolo 580 del codice penale che punisce l’istigazione o l’aiuto al suicidio». La battaglia al ddl ZanSimone Pillon è stato eletto a Palazzo Madama il 4 marzo 2018, ed è sempre stato protagonista delle battaglie contro le novità legislative in tema di diritti civili. Famoso il suo accanimento contro il ddl Zan, e il suo duello in proposito con il cantante Fedez, ma anche con i Maneskin. Per Pillon «quello di Zan è un disegno di una nuova umanità. Un grimaldello per trasformare le basi della nostra società». Pillon è stato tra i primi ad esultare in Senato quando la legge è stata affossata . Promotore della campagna anti aborto, lo è stato anche di un disegno di legge sull’affido condiviso che porta il suo nome e che mira a cambiare le regole su separazione, divorzio e affido condiviso dei minori: contestato da più fronti, adesso il ddl è fermo a Palazzo Madama. «Le donne devono accudire»Lo scorso anno Pillon si è reso protagonista di una frase maschilista sulle donne e gli studi, in polemica con l’università di Bari che aveva adottato un provvedimento per facilitare le iscrizioni delle donne alle materie tecnico- scientifiche così da ridurre il «gender gap». Pillon non ha esitato: «Questo è un modo di fare ideologico. È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all’accudimento , come per esempio ostetricia». 26 aprile 2022 (modifica il 26 aprile 2022 | 14:20) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-26 12:16:00, Lo hanno deciso martedì le commissioni di Giustizia e Sanità che hanno espresso una quaterna di relatori: insieme a Pillon, Caterina Biti (Pd), Alessandra Maiorino (M5s) e Mariella Rizzotti (Fi)., Alessandra Arachi

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