Stupro di Capodanno a Roma, la chat prima della festa: «Ci sarà quello che provò a violentarmi»

di Giulio De Santis, Fulvio Fiano

Il sesso e la droga, il giudice: «Inquietanti». Rigettata la richiesta di arresto per i due minorenni: «La vittima confusa e contraddittoria, sostanzialmente abbandonata a sé stessa»

«Tenuto conto anche della personalità della persona offesa, i cui comportamenti, come da lei stessi riferiti, sono indice di una giovane sostanzialmente abbandonata a se stessa, si ritiene opportuno richiedere su di lei anche una relazione ai Servizi sociali». Sono parole dolorosamente dure quelle con cui il giudice per le indagini preliminari del tribunale dei minori rigetta la richiesta di arresto per i due minorenni accusati di aver abusato di una 16enne la notte del 31 dicembre 2020 assieme a tre ventenni, in una villetta nel quartiere Torresina a Roma. L’ordinanza, inedita, risale al settembre 2021, ma sembra in parte spiegare lo stallo dell’inchiesta che a quasi due anni dai fatti ha ottenuto il giudizio immediato per uno dei tre maggiorenni (Patrizio Ranieri) ma ancora deve tirare le somme sugli altri presunti stupratori Claudio Nardinocchi (che sarebbe coinvolto per un errore di persona) e Flavio Ralli (che ha chiesto di tornare in libertà dopo un nuovo test del dna). Ancora in piedi anche le indagini sullo spaccio. Il giudice parla di «confusività e contraddittorietà di quanto dichiarato dalla persona offesa — per la quale dispone una nuova audizione protetta — e dalle persone presenti ai fatti per il loro stato di alterazione», concentrandosi in particolare sulle chat delle amiche.

Sono loro a «sollecitare» i ricordi della vittima con i propri. Racconti che il giudice definisce «inquietanti» e che sono al vaglio degli inquirenti per definire nel dettaglio le singole responsabilità. Ne emerge la disinvoltura dei rapporti tra i partecipanti alla festa organizzata dal gruppo di «parioline» (tra cui la figlia di una soubrette televisiva) col dichiarato tema del sesso e della droga. Appreso della denuncia della 16enne, scrive il giudice, «l’interesse delle ragazze è tutto focalizzato sull’avvenuto rapporto a tre tra lei, Ralli e la sua fidanzata e sulla delusione di quest’ultima in quanto Ralli ha avuto rapporti sessuali solo con la 16enne». Nella chat «Aimone» la fidanzata si informa con una delle ragazze: «Ma hai chiesto a Flavio de sc…?». E lei ammette: «Sì ma non è successo un c… Calcola che non mi ricordo un c…». Altre ricostruiscono il rapporto in bagno tra il suo fidanzato e lei: «Io pensavo stesse a fa na cosa a tre, capito?». E la fidanzata: «Regà, non lo so… lei (la 16enne, ndr) mi aveva chiesto de fa’ na cosa a tre ma a una certa non so che è successo… io stavo là impiedi a guardà». Con la 16enne sono spietate: «Lei si è sc.. un po’ de pischelli». «Sì è sc… tutti, chi voleva e chi non voleva». Il verdetto viene emesso: «Incazzate co lui… non se fanno ste cose, il pischello de una amica tua ok, sì, ce fai le cose a tre a Capodanno però almeno… no a sc… davanti così». «Ma è normale che se sia sc.. il primo che glie capitava, penso che pure io…». «Daje, sempre esperienze favolose a Capodanno».

«Ulteriore elemento che fonda il dubbio sul cosciente abuso da parte degli indagati delle condizioni di alterazione della 16enne», aggiunge il gip minorile, è rappresentato dal fatto che le stesse amiche lasciano la festa diverse ore prima di lei dopo aver visto i rapporti sessuali avuti e la maglietta sporca del suo sangue esibita da uno degli indagati. Le chiedono se voglia andar via anche lei, ma lei rifiuta. Scene alle quali sembrano abituate, come si evince dalla stessa chat durante i preparativi. Dopo essersi distribuite i compiti su quali droghe e farmaci portare, le amiche esaminano gli invitati. Una di loro sembra volersi tirare indietro: «Se ce sta G.(non coinvolto nell’indagine, ndr) io non me imbraso». «Amò, non hai capito che non abbiamo opzioni», «Te lo devi far andar bene», «Aò, però avete rotto il c… ci dobbiamo accontentare», la incalzano le altre. Alla fine la prima ragazza spiega i motivi della sua ritrosia: «Ce sta quello che m’ha stuprato… calcola che stavo davvero ubriaca quella sera, questo arriva, me tocca il culo, me segue in bagno che dovevo piscià, me butta a terra me stava a levà i pantaloni me so alzata e so scappata, lui me rincorreva, diceva paccami (toccami, ndr) gli ho dato un bacio a stampo, so andata via…». Le amiche si dicono disposte a difenderla e lei le tranquillizza: «Ma sti c... se me riprova a stuprà chiamo le guardie…. Scialla, allora me porto lo spray ar peperoncino e se me prova a toccò je spruzzo».

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

20 luglio 2022 (modifica il 20 luglio 2022 | 07:19)

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