Sgarbi: «Io scelto per merito e competenza. Il mio primo atto? Restituire dignità alla Pietà Rondanini»

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di Alessandra ArachiIl critico d’arte, appena nominato sottosegretario alla Cultura: «Voglio anche consentire che a Modena si possa usare il nome Palazzo Ducale. Il paesaggio va conservato nel modo più radicale» Vittorio Sgarbi, ha avuto un incarico di governo come sottosegretario alla Cultura: se lo aspettava? «Calcolando che la cifra indicata dalla Meloni per le nomine sono il merito e la competenza, beh… Io ho alle spalle cinquanta anni di studio della storia dell’arte e trentadue di politica». Torna sulla stessa poltrona dove era seduto vent’anni fa. Cosa pensa di fare come prima cosa? «Restituire dignità alla Pietà Rondanini di Michelangelo che ha dei problemi di allestimento. L’hanno tolta dall’allestimento storico e l’hanno messa in una stanza anonima, volgarissima mancanza di rispetto per un capolavoro». E poi? «Tante cose. Anche consentire che il Palazzo Ducale di Modena si chiami Palazzo Ducale. Adesso non si può mettere nemmeno un’insegna che si ribellano. Cose inverosimili». A parte i primi interventi, ha in mente una strategia complessiva? «Sì, la conservazione». Cosa intende? «Proprio la conservazione. Bisogna conservare, non spostare, alterare, sconvolgere, distruggere». A cosa si riferisce? «Un paesaggio tutelato dall’articolo 9 è sacro. Tu non puoi mettere al posto dei muretti a secco il fotovoltaico. Così come non puoi distruggere la Tuscia mettendo al posto della vite e dell’ulivo i campi fotovoltaici. Ci sono principi fondamentali che vanno rispettati. Occorre conservare nel modo più totale, più radicale possibile. Che poi nell’ambito dei beni culturali la conservazione ha un’accezione totalmente positiva». Cosa vuole dire ? «La parola conservatore è una parola legata ad un mondo di valori ma è di parte. Invece la parola conservazione è diversa: l’arte non è di destra né di sinistra. Al ministero Gennaro Sangiuliano è conservatore nel senso più ideologico mentre io lo sono nel senso proprio del termine». Lei ha fatto tutta la sua campagna elettorale a Bologna, dove era candidato e ha perso. Farà qualcosa anche per la città? «Certo, a Bologna ci sono tante cose da fare, la Pinacoteca, il museo della città. Ma per Bologna bisogna insistere per avere il patrocinio dell’Unesco non soltanto per i portici di San Luca, tanto cari a Pierferdinando Casini». E per cosa altro? «Per tutta la città, che ha una tradizione formidabile con Niccolò dell’Arca, il Carracci. Bisogna che Bologna diventi capitale dell’Unesco, patrimonio dell’Umanità». Torno alla domanda iniziale: se l’aspettava questa nomina? «Ero nella quota di Noi moderati e Giorgia Meloni tra i nomi indicati da quel gruppo politico ha scelto il mio. La ringrazio». 31 ottobre 2022 (modifica il 31 ottobre 2022 | 22:17) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-31 21:24:00, Il critico d’arte, appena nominato sottosegretario alla Cultura: «Voglio anche consentire che a Modena si possa usare il nome Palazzo Ducale. Il paesaggio va conservato nel modo più radicale», Alessandra Arachi

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