Sea Watch 3, allarme per 344 a bordo: «Sono allo stremo, 113 sono minori  non accompagnati»

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di Ferruccio Pinotti

È di nuovo grave la situazione in mare. L’ultimatum di Mediterranea (dove sono stati raccolti altri 92 migranti): «Se non abbiamo risposta dall’Italia entro 10 ore, entreremo in porto»

La Sea Watch 3 lancia l’allarme per le 344 persone salvate in mare che attendono uno sbarco. La Ong tedesca fa sapere che è stata effettuata un’altra evacuazione medica e che oggi sono state evacuate due persone.. «Le persone a bordo peggiorano di ora in ora — spiega la Ong —. Quante altre evacuazioni saranno necessarie prima di poterle far sbarcare in un porto sicuro? Hanno bisogno di cure mediche a terra. Ne hanno bisogno ora». A bordo della nave vi sono attualmente 344 persone, tra loro 118 minori – di cui 113 non accompagnati – e 3 di età inferiore ai 7 anni. La nave si trova a sud di Siracusa.

La Sea-Watch

Sea-Watch

, nata nel 2014, è composta principalmente da volontari provenienti da tutta Europa. Finora è stata coinvolta nel salvataggio di oltre 35.000 persone; operazioni che hanno alimentato anche polemiche e inchieste giudiziarie. Celebre il caso di Carola Rackete, la comandante che su ordine della procura di Agrigento il 29 giugno 2019 era stata arrestata dopo avere violato il divieto di sbarco dei naufraghi soccorsi nel Canale di Sicilia.

La Mare Jonio dà l’ultimatum

Nel frattempo, la nave Mare Jonio di «Mediterranea Saving Humans» sta facendo rotta verso la Sicilia con 92 persone a bordo, tra cui una trentina di minori non accompagnati, soccorse in due distinte operazioni il 5 e il 6 giugno scorsi in acque internazionali nelle zone Sar (Search and rescue) di competenza libica e maltese, e 11 membri dell’ equipaggio. E avverte il Viminale: «Hanno 10 ore per organizzarsi, poi entriamo in porto». Mediterranea ha chiesto l’assegnazione di un porto sicuro di sbarco (PoS – Place of Safety) al Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma (IT MRCC, ovvero Maritime Rescue Co-ordination Centre), che ha risposto dicendo che «la richiesta era stata inoltrata per le determinazioni alla competente autorità nazionale», cioè al ministero dell’Interno.

L’hotpot di Lampedusa al collasso

Per queste ragioni, segnala la Mare Jonio, «abbiamo comunicato alle autorità che stiamo procedendo verso la Sicilia, anche in vista del peggioramento delle condizioni meteomarine. Siamo consci della situazione di affollamento dell’hotspot di Lampedusa, affollamento dovuto non ai numeri o a particolari emergenze, ma solo alla disorganizzazione e malagestione dei trasferimenti delle persone dall’isola verso la Sicilia e l’Italia. Una lentezza eccessiva – rilevano – che fa pensare alla volontà di “spettacolarizzare” la cattiva propaganda sulla “invasione”».

8 giugno 2022 (modifica il 8 giugno 2022 | 19:22)

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, 2022-06-08 19:15:00, È di nuovo grave la situazione in mare. L’ultimatum di Mediterranea (dove sono stati raccolti altri 92 migranti): «Se non abbiamo risposta dall’Italia entro 10 ore, entreremo in porto», Ferruccio Pinotti

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