Scismatici di destra  e di sinistra nella chiesa  dei due Papi

Caro Aldo,
il Corriere ha diffuso recentemente nelle edicole il libro di Massimo Franco, «Il monastero». Si parla di una situazione, per certi versi incomprensibile, di come al vertice della Chiesa Cattolica, permangano due Papi: uno «effettivo», per dire, papa Bergoglio e uno «emerito», papa Ratzinger. Sotto sembrano agire due opposte visioni sulla missione ecclesiastica del Pontefice. La situazione si protrae da ben nove anni e, al momento, vista anche l’età dei due protagonisti, sembra minacciare l’ombra di un terzo Papa, se non di un «antipapa» come più volte nel passato la Chiesa ha sperimentato (vedasi anche una recente puntata di «Passato e presente» condotta da P. Mieli). Lei che ne pensa?
Ubaldo Busolin

Caro Ubaldo,
Il saggio di Massimo Franco si trova in effetti sia nelle librerie sia nelle edicole; ma non è stato diffuso dal Corriere, bensì pubblicato da Solferino. Sono due cose diverse, anche se l’editore è lo stesso. Lei pone una questione interessante. Non siamo ipocriti: criticare un Papa è sempre stato difficile in Italia; criticare papa Bergoglio è quasi impossibile. Del resto, il suo è un papato aperto all’opinione pubblica e alle sue espressioni giornalistiche, in particolare a quelle dei non credenti; da qui l’impressione che a volte il Pontefice sia più popolare tra i non cattolici che tra i cattolici. Negli ultimi mesi, poi, media conservatori se non reazionari che l’avevano punzecchiato in passato si sono invece rivelati entusiasti della linea di Francesco sul conflitto in Ucraina. I due libri di Massimo Franco, «L’enigma Bergoglio» e «Il monastero», non sono libri pregiudizialmente critici verso Francesco. Anzi, spiegano bene come la figura del Papa emerito sia stata a volte «usata» contro il Papa in carica, ben oltre la volontà di Benedetto. Tutto sommato i due hanno gestito abbastanza bene una situazione inedita e quindi molto delicata. Un terzo Papa non è alle viste. Resta un fatto: il pontificato di Ratzinger è stato molto difficile, segnato da un’oggettiva debolezza di governo, da alcune scelte discutibili — a cominciare dal potere riservato al cardinal Bertone —, e da scandali che certo non dipendevano dal Papa ma hanno finito per indebolirlo. Non avendo la forza per riformare la Curia, Benedetto ha affidato il compito al suo successore. Francesco ha ridisegnato il collegio cardinalizio, e quindi ha impostato il prossimo conclave. Ha innovato lo stile del papato, l’ha riavvicinato alla gente, in particolare ai popoli extraeuropei. Ma le riforme — temute da alcuni, attese da altri — non ci sono state. Per questo, come spiega Massimo Franco, il timore di uno scisma è latente; anche se non si capisce se gli aspiranti scismatici siano i conservatori, o i progressisti (in particolare quelli tedeschi).

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

«Quasi 90 giorni di vacanza a scuola: vi spiego perché»

Un lettore nota che 90 giorni di vacanze scolastiche sono un modello antiquato. Sicuramente i 90 giorni di chiusura per gli alunni e i 60 per gli insegnanti sono la merce di scambio per stipendi più bassi rispetto a quelli europei. Detto questo, chiediamoci quali siano gli altri motivi: la maturità e i corsi di recupero per la secondaria? La mancanza di un’attrezzatura adeguata per sopravvivere ai 30 gradi delle aule e a all’erba secca e alla polvere dei giardini? Il personale Ata che deve pulire i locali da cima a fondo? Il lettore non sa che il Miur dall’anno scorso sta tentando di aprire le scuole anche in estate senza mettere mano al contratto: al momento non è un’apertura regimentata e obbligatoria, non si fanno lezioni di matematica e italiano, ma attività alternative condotte sempre nelle aule a 30 gradi e in giardini con l’erba secca. Il lettore suggerisce di distribuire i 90 giorni durante l’anno, ma temo che le famiglie, anche a novembre e a febbraio, non saprebbero a chi lasciare i figli. Ricordo infine che per contratto «noi scolastici» abbiamo diritto a 36 giorni di ferie da prendere obbligatoriamente tra il primo luglio e il 31 agosto; i restanti giorni sono a disposizione nei quali i colleghi della secondaria svolgono la maturità e i corsi di recupero; tutti noi siamo in servizio fino al 30 giugno e iniziamo il primo settembre. Se si volesse rivedere questo impianto si dovrebbe mettere mano a tutto il Ccnl del comparto scuola, inclusi gli stipendi equiparandoli a quelli europei anche perché l’iper burocratizzazione della scuola ha fatto aumentare il carico di lavoro. Fatto questo, e risolto definitivamente il precariato, si potrà quindi pensare a una carriera per merito. Chissà se in Europa sono al corrente di tutto ciò.
Simona Borgatti

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-06-20 22:37:00,

Caro Aldo,
il Corriere ha diffuso recentemente nelle edicole il libro di Massimo Franco, «Il monastero». Si parla di una situazione, per certi versi incomprensibile, di come al vertice della Chiesa Cattolica, permangano due Papi: uno «effettivo», per dire, papa Bergoglio e uno «emerito», papa Ratzinger. Sotto sembrano agire due opposte visioni sulla missione ecclesiastica del Pontefice. La situazione si protrae da ben nove anni e, al momento, vista anche l’età dei due protagonisti, sembra minacciare l’ombra di un terzo Papa, se non di un «antipapa» come più volte nel passato la Chiesa ha sperimentato (vedasi anche una recente puntata di «Passato e presente» condotta da P. Mieli). Lei che ne pensa?
Ubaldo Busolin

Caro Ubaldo,
Il saggio di Massimo Franco si trova in effetti sia nelle librerie sia nelle edicole; ma non è stato diffuso dal Corriere, bensì pubblicato da Solferino. Sono due cose diverse, anche se l’editore è lo stesso. Lei pone una questione interessante. Non siamo ipocriti: criticare un Papa è sempre stato difficile in Italia; criticare papa Bergoglio è quasi impossibile. Del resto, il suo è un papato aperto all’opinione pubblica e alle sue espressioni giornalistiche, in particolare a quelle dei non credenti; da qui l’impressione che a volte il Pontefice sia più popolare tra i non cattolici che tra i cattolici. Negli ultimi mesi, poi, media conservatori se non reazionari che l’avevano punzecchiato in passato si sono invece rivelati entusiasti della linea di Francesco sul conflitto in Ucraina. I due libri di Massimo Franco, «L’enigma Bergoglio» e «Il monastero», non sono libri pregiudizialmente critici verso Francesco. Anzi, spiegano bene come la figura del Papa emerito sia stata a volte «usata» contro il Papa in carica, ben oltre la volontà di Benedetto. Tutto sommato i due hanno gestito abbastanza bene una situazione inedita e quindi molto delicata. Un terzo Papa non è alle viste. Resta un fatto: il pontificato di Ratzinger è stato molto difficile, segnato da un’oggettiva debolezza di governo, da alcune scelte discutibili — a cominciare dal potere riservato al cardinal Bertone —, e da scandali che certo non dipendevano dal Papa ma hanno finito per indebolirlo. Non avendo la forza per riformare la Curia, Benedetto ha affidato il compito al suo successore. Francesco ha ridisegnato il collegio cardinalizio, e quindi ha impostato il prossimo conclave. Ha innovato lo stile del papato, l’ha riavvicinato alla gente, in particolare ai popoli extraeuropei. Ma le riforme — temute da alcuni, attese da altri — non ci sono state. Per questo, come spiega Massimo Franco, il timore di uno scisma è latente; anche se non si capisce se gli aspiranti scismatici siano i conservatori, o i progressisti (in particolare quelli tedeschi).

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L’ingiustizia

«Quasi 90 giorni di vacanza a scuola: vi spiego perché»

Un lettore nota che 90 giorni di vacanze scolastiche sono un modello antiquato. Sicuramente i 90 giorni di chiusura per gli alunni e i 60 per gli insegnanti sono la merce di scambio per stipendi più bassi rispetto a quelli europei. Detto questo, chiediamoci quali siano gli altri motivi: la maturità e i corsi di recupero per la secondaria? La mancanza di un’attrezzatura adeguata per sopravvivere ai 30 gradi delle aule e a all’erba secca e alla polvere dei giardini? Il personale Ata che deve pulire i locali da cima a fondo? Il lettore non sa che il Miur dall’anno scorso sta tentando di aprire le scuole anche in estate senza mettere mano al contratto: al momento non è un’apertura regimentata e obbligatoria, non si fanno lezioni di matematica e italiano, ma attività alternative condotte sempre nelle aule a 30 gradi e in giardini con l’erba secca. Il lettore suggerisce di distribuire i 90 giorni durante l’anno, ma temo che le famiglie, anche a novembre e a febbraio, non saprebbero a chi lasciare i figli. Ricordo infine che per contratto «noi scolastici» abbiamo diritto a 36 giorni di ferie da prendere obbligatoriamente tra il primo luglio e il 31 agosto; i restanti giorni sono a disposizione nei quali i colleghi della secondaria svolgono la maturità e i corsi di recupero; tutti noi siamo in servizio fino al 30 giugno e iniziamo il primo settembre. Se si volesse rivedere questo impianto si dovrebbe mettere mano a tutto il Ccnl del comparto scuola, inclusi gli stipendi equiparandoli a quelli europei anche perché l’iper burocratizzazione della scuola ha fatto aumentare il carico di lavoro. Fatto questo, e risolto definitivamente il precariato, si potrà quindi pensare a una carriera per merito. Chissà se in Europa sono al corrente di tutto ciò.
Simona Borgatti

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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, Aldo Cazzullo

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