Scintille tra i 5 Stelle su Di Maio. Ma l’espulsione per ora non c’è

di Emanuele BuzziConsiglio nazionale animato con i big. Conte vuole una «soluzione politica». I sostenitori di Di Maio ostentano sicurezza: «Noi abbiamo agito per il bene del Paese e per il bene del partito» Una domenica sul filo della tensione. I vertici M5S riuniscono il Consiglio nazionale in serata. Tema del giorno le dichiarazioni pubbliche di Luigi Di Maio. «Ora basta», dicono i contiani facendo intuire che il presidente del Movimento punta su una linea dura per chiarire l’affaire Di Maio. Alle 21,30 inizia la riunione dei big stellati per decidere che linea adottare. Giuseppe Conte pone la questione subito su un piano politico, cercando di evitare toni da processo. Una possibile espulsione, insomma, non è sul tavolo. Tra i quattordici al tavolo il dibattito è acceso, movimentato. Dopo due ore di conciliabolo non trapela nulla. «Comunicheremo le nostre decisioni per tempo», dicono nel Movimento. Quello che viene ripetuto come un mantra dai contiani è che il ministro «ha passato il segno». I dimaiani, invece, ostentano sicurezza. «Noi abbiamo agito per il bene del Paese e per il bene del partito: se ci devono processare per questo facciano pure», è il ragionamento che viene ripetuto da più parti. Eppure il filo conduttore della giornata è scandito dalle voci in merito a una possibile espulsione dell’ex leader dal M5S. I vice di Giuseppe Conte sono sul piede di guerra. «Trovo gravissimo che un ministro degli Esteri si esprima in questo modo, a fronte forza politica che ha sempre rivendicato di essere all’interno di una compagine euro atlantica e della Nato e che, peraltro, è rappresentata da un ex presidente del Consiglio», attacca Alessandra Todde a Sky tg24. I dimaiani si schierano compatti a fianco del titolare della Farnesina: sono almeno una dozzina gli interventi a sostegno di Di Maio. In realtà, la strada per l’espulsione è in salita. E molto. Il Consiglio nazionale non ha il potere di cacciare gli eletti, ma può segnalare il caso al collegio dei probiviri. Qui entrano in gioco una serie di complicazioni non indifferenti. Anzitutto, l’opportunità politica. Due esponenti su tre del collegio (Fabiana Dadone e Barbara Floridia) fanno parte del governo: «Espellere un ministro che cerca di difendere l’esecutivo non sarebbe un gran segnale d’immagine», commenta uno stellato. Il terzo componente del collegio, Danilo Toninelli, non potrebbe comunque deliberare da solo. In secondo luogo, c’è una questione legale. Le cause aperte — in particolar modo il reclamo presentato a Napoli sulla votazione per lo statuto contiano — pendono come spade di Damocle sulle decisioni interne. Intanto Lorenzo Borré, il legale storico degli espulsi M5S, dice all’Adnkronos: «Sarei disponibile a difendere Di Maio». Se la strada per l’espulsione è tortuosa, la «convivenza interna» tra contiani e diamaiani appare ancora più ostica. Gli ostacoli sul percorso vanno ben oltre la risoluzione sull’invio di armi in Ucraina. Dovesse Beppe Grillo riuscire a far rientrare temporaneamente la crisi interna, ci sono altri fronti pronti ad accendersi, a partire dalla questione dell’inceneritore di Roma. Intanto L’ex M5S Vito Petrocelli punge i Cinque Stelle: «Martedì e mercoledì prossimi il Parlamento può togliere la delega in bianco conferita al governo sulle armi all’Ucraina. Io non l’ho votata e mi hanno espulso dal M5S. Ora hanno l’occasione di agire oppure è meglio che tacciano per sempre?», twitta il senatore. Intanto i dimaiani serrano le fila ed è partita la guerra dei numeri. Secondo i contiani con il ministro sono schierate poche persone, «al massimo una ventina», mentre nell’inner circle dell’ex capo politico si danno cifre diverse. Si parla di 30-40 parlamentari schierati al fianco dell’ex capo politico e — assicurano fonti qualificate — «la cifra è destinata a crescere ulteriormente se Conte continuerà a tenere posizioni troppo radicali». Insomma, si ha l’idea di assistere a una partita che è solo al calcio d’inizio e che si preannuncia piena zeppa di tatticismi. 20 giugno 2022 (modifica il 20 giugno 2022 | 00:08) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-19 22:12:00, Consiglio nazionale animato con i big. Conte vuole una «soluzione politica». I sostenitori di Di Maio ostentano sicurezza: «Noi abbiamo agito per il bene del Paese e per il bene del partito», Emanuele Buzzi

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