Sara Simeoni: «Conosco Vallortigara fin da bambina, ha sofferto tanto, ora sa quanto vale»

di Marco Bonarrigo

La regina del salto in alto italiano commenta il bronzo ai Mondiali di atletica di Eugene della sua erede in azzurro: «Ci voleva una donna per salvare l’atletica italiana»

«Non ho nemmeno dovuto mettere la sveglia: la notte fa caldo, si fatica a dormire e così ho aspettato l’ora della finale leggendo e ascoltando musica. Conosco Elena Vallortigara fin da bambina, non avrei potuto non vedere la sua finale in diretta. E’ stato bellissimo, sono tanto orgogliosa di lei. Mi dica, cosa farebbe lo sport italiano senza noi donne?».
Sara Simeoni è raggiante. La regina del salto in alto italiano festeggia il bronzo di Elena Vallortigara, una medaglia che a lei è sempre mancata perché partecipò – uscendo in qualificazione – solo all’edizione inaugurale del 1983.

Simeoni e Vallortigara, quasi vicine di casa?
«Sì. Lei cresciuta a Vicenza, io a Verona. Mi ricordo di averla vista spesso alle gare studentesche e poi ricordo un suo salto a un metro e 85 da ragazza che mi colpì moltissimo. Ha sempre avuto grandissimo talento, finalmente è riuscita a metterlo a frutto».

Vi conoscete bene?
«Ci sentiamo spesso. Elena ha avuto momenti molto difficili e io ho cercato sempre di esserle vicino quando era in crisi non solo tecnicamente e addirittura pensava di lasciar lo sport. C’è stato un momento in cui sentivo che le mie parole erano inadeguate alla crisi che stava vivendo ma ho voluto lo stesso comunicarle che le ero vicina. Quando i risultati non arrivano e l’asticella diventa un muro il problema è serio».

Vi siete sentite dopo la gara?
«Le ho scritto un messaggio ma chissà quanti ne ha ricevuti, poverina! Le ho scritto che spero di abbracciarla prestissimo».

La gara?
«Splendida. E’ stata così brava che a un certo punto mi sono illusa che potesse vincere. Credo che Elena avesse i 2.02 nelle gambe ma alla fine va benissimo così. E’ un’atleta recuperata, può regalare all’Italia grandissime soddisfazioni verso Parigi».

Nel 2022 si sale ancora sul podio del salto in alto con misure che Sara Simeoni superava nel 1978.
«Questo mi spinge a due considerazioni. La prima è che finalmente martedì si è vista una gara omogeneamente di alto livello».

La seconda?
«Che ero brava!»

Elena Vallortigara si rilassa nelle ore di attesa lavorando a maglia.
«Lo trovo meraviglioso. Penso a chi sta sempre attaccato al telefonino o ai videogiochi, poi penso a lei che fa maglioncini. Io all’epoca mi comprai un walkman, uno dei primi. Ma alle gare mi sembrava di isolarmi troppo e allora giocavo a carte, disegnavo vignette o facevo i cruciverba con le compagne».

Il segreto della gara di Vallortigara?
«Una successione di gesti perfetti: aver mantenuto la concentrazione in un percorso senza errori le ha dato una motivazione e una solidità che non si esauriranno con questa medaglia di bronzo, ne sono certa. Ora Elena sa esattamente quando vale».

Lei ha vinto tutto, non i Mondiali perché non c’erano fino al 1983 ed è l’unica occasione in cui potè partecipare. Le spiace un po’?
«Un po’ sì, perché allora l’unica occasione di confronto con il mondo erano le Olimpiadi ogni quattro anni. Oggi ogni anno c’è un campionato e in fondo è giusto così: se fallisci l’obbiettivo, puoi rifarti subito».

20 luglio 2022 (modifica il 20 luglio 2022 | 14:33)

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, 2022-07-20 13:04:00, La regina del salto in alto italiano commenta il bronzo ai Mondiali di atletica di Eugene della sua erede in azzurro: «Ci voleva una donna per salvare l’atletica italiana», Marco Bonarrigo

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