Sandro Veronesi alla Milanesiana: il racconto in versi sull’isola inventata dal figlio

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di SANDRO VERONESI

Pubblichiamo il testo che lo scrittore leggerà martedì 19 luglio in collegamento con la rassegna milanese. Il figlio gli ha chiesto un aiuto per un compito di scuola: inventare un’isola, ma poi ha fatto da solo. E ha avuto un’idea che «toglie il fiato»

GLI ALTRI

Già, è vero,

ieri c’era questa cosa da fare con mio figlio,

seguirlo nell’esercizio dell’isola

— doveva concepire un’isola,

darle un nome, disegnarla, abitarla,

creare connessioni, minacce, conflitti,

raccontare la sua storia, inventare il suo futuro,

una cosa complessa, pareva,

per un bambino di nove anni,

e io gli avevo detto di non preoccuparsi,

perché ci avrei lavorato insieme a lui,

ma me ne sono dimenticato.

Cioè, lui non me l’ha chiesto e io non l’ho fatto,

e ovviamente non è così che funziona,

non è che i padri si occupano dei loro bambini

solo se i loro bambini glielo chiedono,

ma ieri è andata così,

e me ne rendo conto solo adesso,

nei dieci minuti morti che passiamo in macchina,

tutte le mattine, accostati ai cassonetti

— che a Roma servono principalmente a questo,

ad accostarci con la macchina in seconda fila, q

uando si accompagnano a scuola i figli

— tra l’entrata di sua sorella che fa le medie

e quella delle elementari

— stesso grande fabbricato,

imponente, scrostato, slabbrato,

con numerose parti inagibili, gli infissi marci,

e tuttavia bellissimo,

dove ha insegnato Giorgio Caproni

— e insomma mi accorgo della mia mancanza di ieri

solo perché lui mi chiede se voglio vedere la sua isola.

Qui, ai cassonetti.

Dieci minuti prima di entrare a scuola.

Tira fuori un foglio piegato un po’ così,

e lo apre, e già il disegno è molto bello,

perché lo ha colorato tutto,

e soprattutto ha colorato il mare,

che giustamente, come di ogni isola,

della sua isola rappresenta la parte più importante.

È a forma di cane, la sua isola

— perché lui adora i cani, li venera proprio,

e quando era più piccolo,

se qualcuno gli chiedeva cosa voleva fare

da grande rispondeva per l’appunto «il cane»

— e si chiama l’Isola degli Ossi,

ed è piena di nomi e di giochi di parole

con la parola «cane»

— viene minacciata da un «ura-cane»,

ha i suoi «vul-cani» attivi, e i mostri

«Can-zilla» e «King Dog»

—, e la sua capitale è un pensiero romantico a sua mamma,

cioè il nome della città e del Festival

dove lei si trova a lavorare,

— Cannes.

È bellissima, la sua isola,

e io penso che se mi fossi ricordato di aiutarlo

avrei solo potuto far peggio,

il che non giustifica la mia omissione

ma almeno la svuota di conseguenze.

Ma non è tutto,

anzi, non è ancora nulla,

perché tra le minacce alla sua isola

c’è la nave di un pirata che si avvicina

e il pirata non c’entra niente con l’isola

perché viene da lontano,

e infatti il suo nome non ha nulla a che fare coi cani:

ed è qui che mio figlio mi leva il fiato,

alle otto di mattina

accostati ai cassonetti,

pochi minuti prima di entrare a scuola,

mi leva il fiato perché mi chiede un consiglio

sul nome da dare a questo pirata.

L’aveva chiamato Arturo, dice,

il pirata Arturo,

perché gli suonava bene,

ma poi ha cambiato idea, e vuol sapere cosa penso del cambio,

e mi leva il fiato, perché mi spiega

che il pirata non è affatto un pirata

sono i cani che abitano sull’isola che lo credono tale

e lo chiamano così,

ma nella storia che lui ha deciso per la sua isola,

il pirata Arturo, che non è un pirata,

e non si chiama più Arturo,

approda sull’isola e si lascia annusare,

e non fa nulla di male ai cani

e i cani non fanno nulla di male a lui

e diventano amici,

e vivranno insieme sull’isola,

e per questo gli è venuto in mente un nome più adatto,

ma cambiare un nome non è una cosa da poco,

e siccome ha un babbo scrittore,

che di nomi deve intendersene per forza,

mi chiede cosa penso di questo nuovo nome

— ed è questo nuovo nome a levarmi il fiato:

«Gli Altri», mi dice.

Alle otto e cinque di mattina.

«Con le maiuscole», mi dice.

In macchina.

«Proprio come fosse un nome», mi dice.

Aspettando di entrare a scuola.

«Il pirata Gli Altri», mi dice.

Accostati ai cassonetti.

«Cosa ne pensi?».

14 luglio 2022 (modifica il 14 luglio 2022 | 21:15)

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, 2022-07-14 19:29:00, Pubblichiamo il testo che lo scrittore leggerà martedì 19 luglio in collegamento con la rassegna milanese. Il figlio gli ha chiesto un aiuto per un compito di scuola: inventare un’isola, ma poi ha fatto da solo. E ha avuto un’idea che «toglie il fiato» , SANDRO VERONESI

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