«Salut, Mario!»: e il premier Draghi conta sul sostegno di Macron per un Recovery bis

di Monica Guerzoni, inviata a Parigi La strategia contro i «falchi» contrari all’utilizzo del bilancio Ue. Restano le distanze sull’ingresso dell’Ucraina nell’Unione, Palazzo Chigi cerca di ammorbidire le resistenze dell’«alleato» PARIGI – Mario Draghi arriva che ha appena smesso di piovere, scende dall’auto nel cortile monumentale ed Emmanuel Macron, che deve farsi perdonare qualche minuto di attesa, lo accoglie come uno di casa: «Salut, Mario!». L’abbraccio è lungo e affettuoso e così la stretta di mano sui gradini dell’Eliseo, il francese abbronzatissimo e l’italiano pallidissimo. Sorrisi, due parole sottovoce e una mimica da far pensare che davvero «Draghi e Macron sono amici», come suggeriscono dallo staff del premier italiano per rendere evidenti le «ottime relazioni». All’ombra della Tour Eiffel il premier è arrivato per aprire oggi il meeting dell’Ocse che vede l’Italia presidente di turno e non si è fatto scappare l’occasione di una cena all’Eliseo. Nel menu, il sostegno all’Ucraina dopo il via libera della Ue al sesto pacchetto di sanzioni, la necessità di rafforzare l’autonomia dell’Unione sulla difesa e sull’energia e la vicendevole voglia di rinsaldare ancor più le relazioni tra Parigi e Roma sulle basi del Trattato del Quirinale. È il primo bilaterale ufficiale dopo la rielezione del presidente francese e avviene con la guerra che infuria da 105 giorni e con i 27 Paesi dell’Unione pronti a tornare al tavolo del Consiglio europeo, il 23 e 24 giugno. Riunione cruciale, per la quale i due presidenti studiano un’agenda comune. Draghi, che conta su Macron per incassare l’imposizione di un tetto al prezzo del gas, spingerà ancora per un nuovo «fondo di guerra» che utilizzi i 220 miliardi non spesi del Recovery plan pandemico. Obiettivo comune: rilanciare la risposta europea alle crisi innescate dalla guerra, a cui, insiste Draghi, «i bilanci nazionali non possono far fronte». Due settimane dopo l’aggressione di Mosca a Kiev, da padrone di casa del vertice di Versailles, il presidente francese propose un piano per sviluppare l’autonomia strategica della Ue e fare fronte agli investimenti imposti dalla guerra. Sono passati tre mesi. La fine del conflitto è lontana. Inflazione, crisi energetica e crisi alimentare fanno paura e Draghi ha fretta, deve rispondere alla pressione che sale dai partiti della sua maggioranza e dai sindacati, che invocano sostegni a famiglie e imprese per lenire il caro-bollette. Sa bene, l’inquilino di Palazzo Chigi, che al Consiglio Ue la Germania, l’Olanda e gli altri «falchi» del Nord richiameranno alla prudenza sul ricorso al bilancio comunitario. Giocando di sponda con Macron, Draghi dovrà lottare per ottenere finanziamenti a tassi calmierati sul modello dei fondi Sure, vitali per «attenuare l’impatto dei rincari energetici». In cima all’agenda di Draghi c’è anche la ricerca di una posizione condivisa sulla prospettiva delle adesioni alla Ue. Il premier vuole aprire le porte all’Ucraina dando a Kiev lo status di candidato. Parigi frena in asse con Berlino e ieri, tête-à-tête con Macron, Draghi ha provato ad ammorbidire le resistenze del presidente francese, che propone di includere Ucraina, Moldavia e Georgia in una «comunità politica europea». E non è l’unico strappo nella tela di Draghi, che insiste sulla necessità di «muoversi uniti, con iniziative collegiali». La richiesta di Macron di «non umiliare Putin» e il sospetto che Parigi persegua un piano di pace che preveda la rinuncia, da parte di Zelensky, di parte dei territori conquistati dall’esercito russo, continuano a segnare una distanza. A differenza di Macron, l’ex presidente della Bce resta pessimista sull’intenzione di Putin di dialogare per la pace. Eppure Draghi è arrivato a Parigi fiducioso sulla possibilità di stringere ancor più i rapporti con il presidente francese. L’obiettivo prioritario è lavorare insieme per rilanciare la diplomazia e aprire una strada ai negoziati, dopo la lucina accesa dall’incontro ad Ankara tra i ministri degli Esteri russo Lavrov e turco Cavusoglu. 9 giugno 2022 (modifica il 9 giugno 2022 | 00:02) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-08 22:02:00, La strategia contro i «falchi» contrari all’utilizzo del bilancio Ue. Restano le distanze sull’ingresso dell’Ucraina nell’Unione, Palazzo Chigi cerca di ammorbidire le resistenze dell’«alleato», Monica Guerzoni, inviata a Parigi

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