Rinnovo contratto scuola, cè la firma! 124 euro (lordi) in più per docenti, 94 per Ata, 190 per Dsga. Formazione e permessi: le novità

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È stato firmato oggi il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il triennio 2019-21 del comparto Istruzione e Ricerca. Il contratto, che riguarda più di un milione di lavoratori, è stato siglato dalle sigle sindacali.

Valditara: “Maggiore valorizzione di tutto il comparto scuola”

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, esprime piena soddisfazione per la definizione delle trattative che hanno condotto alla sottoscrizione dell’ipotesi di contratto collettivo nazionale, con la condivisione delle principali parti sindacali rappresentative.

“Il nuovo contratto segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata”, ha detto Valditara. “Sono state inoltre recepite a livello contrattuale le funzioni del docente tutor e del docente orientatore e questo consentirà di affermare definitivamente il principio della personalizzazione dell’istruzione, rimarcando la centralità nel sistema della persona dello studente”.
La definizione del contratto fa seguito al risultato dell’accordo politico sottoscritto tra il Ministro e i Sindacati lo scorso 22 novembre che, oltre a rendere subito erogabili gli aumenti, ha messo a disposizione della contrattazione collettiva tra ARAN e Organizzazioni sindacali, per il rinnovo del CCNL del comparto Istruzione, risorse finanziarie aggiuntive, stanziate dalla legge di bilancio per l’anno 2022 sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF), pari a 300 milioni di euro. Ciò ha contribuito a determinare un aumento medio per il personale docente pari a 124 euro al mese.

Con ulteriori provvedimenti è stata riconosciuta al personale precario docente e Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (ATA) una maggiore tutela, consentendo la fruizione di tre giorni remunerati di permesso per motivi personali o familiari.

Si sono inoltre concretizzati gli impegni dell’accordo politico di novembre, riconoscendo un ulteriore incremento stabile della Retribuzione Professionale Docenti (RPD) che porta a un valore rideterminato complessivo che va da 194,80 euro a 304,30 euro al mese e un ulteriore incremento del Compenso Individuale Accessorio (CIA) che porta a un valore rideterminato complessivo che va da 79,40 euro a 87,50 euro.
A ciò si aggiunge anche un incremento del 10% delle retribuzioni delle ore aggiuntive per i docenti finanziato con il FMOF.

In merito alle attività, recentemente introdotte, che vedono protagonisti i tutor e gli orientatori, sono state recepite dal contratto che le inquadra come funzioni professionali e le riconduce nella contrattazione dando seguito a un preciso impegno preso in tal senso dal Ministero.

Nel contratto è stato dato un importante riconoscimento anche al personale ATA. Infatti, è stato possibile prevedere un riordino delle aree relative al personale ATA delle istituzioni scolastiche, offrendo concrete opportunità di sviluppo professionale a una platea di circa 182.000 dipendenti. Grazie all’input del Ministro Valditara si è riusciti a reperire le risorse finanziarie necessarie per un incremento sostanziale delle relative posizioni economiche.

In questa direzione il contratto prevede di:

– attivare gli sviluppi professionali verticali dal profilo A al profilo di Operatore, anche per favorire un’attività qualificata di assistenza alle esigenze degli alunni con disabilità. L’intervento è stato effettuato utilizzando le risorse finanziarie contrattuali previste (0,55% della massa salariale pari a 36,9 milioni di euro annuali);

– semplificare le procedure per accedere alle posizioni economiche attraverso un percorso più veloce di formazione e valutazione per l’inserimento in una graduatoria con validità triennale. Al fine di garantire la formazione al personale ATA per l’attribuzione delle posizioni economiche, il Ministero ha inoltre sostenuto un emendamento al DL PA 2 che prevede lo stanziamento di risorse finanziarie aggiuntive;

– attribuire nuove posizioni economiche orizzontali. Infatti, a fronte di una situazione attuale che vede l’attribuzione di 56.103 posizioni economiche per un valore lordo Stato totale, per 13 mensilità, pari a 66.944.857,50 euro, sono state rese disponibili per la contrattazione risorse aggiuntive per finanziare l’attribuzione di ulteriori posizioni economiche e/o di eventuali rivalutazioni economiche pari a 72.031.852,50 euro lordo Stato;

– istituire un nuovo ordinamento dei profili professionali che consentirà di valorizzare il personale ATA e le figure apicali dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA) attraverso una nuova area di funzionari ai quali sarà possibile attribuire un incarico triennale di “elevata qualificazione professionale” (con un incremento della retribuzione pari a 60 euro mensili), eliminando l’area C (a oggi mai utilizzata) e, in fase transitoria, la possibile stabilizzazione in quest’area, degli attuali assistenti amministrativi facenti funzione che abbiano svolto per almeno tre anni il ruolo di DSGA nelle scuole, mediante procedure selettive riservate. Gli attuali DSGA di ruolo manterranno il diritto ad avere attribuito un incarico di elevata qualificazione sino alla cessazione.

Naddeo (Aran): “Si migliorano le condizioni di lavoro”

“L’accordo raggiunto rappresenta un passo importante per il miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore dell’istruzione e della ricerca, assicurando un riconoscimento adeguato ai dipendenti che operano in queste aree fondamentali per la crescita del Paese”, spiega in una nota il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo.

Fracassi (Flc Cgil): “Risultato significativo”

“Sul piano salariale, considerati gli aumenti già percepiti con l’accordo economico del dicembre 2022 e le ulteriori risorse distribuite con il contratto appena firmato, l’incremento stipendiale medio tra i diversi settori oscilla tra il 5% e il 7%. È positivo – sottolinea Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil – che siano state ricondotte nell’alveo contrattuale tutte le materie introdotte per legge, neutralizzando così l’invadenza normativa su salario e orario, che devono essere oggetto esclusivo della contrattazione. Ad esempio, per la scuola, il contratto integrativo nazionale sulla mobilità individuerà le modalità per superare il blocco triennale dei trasferimenti e sarà consentito ai docenti e ai DSGA neo assunti la possibilità di chiedere l’assegnazione provvisoria”.

Per Fracassi: “Un significativo avanzamento riguarda i diritti dei lavoratori precari della scuola, per i quali è stata stabilita la possibilità di usufruire di 3 giorni di permesso retribuito come già avviene per il personale di ruolo. In tutti i settori vengono inoltre estesi i congedi per le donne vittime di violenza.”

Barbacci (Cisl Scuola): “Passo importante”

Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola, ha espresso attraverso un tweet la sua soddisfazione per il risultato raggiunto, sottolineando la complessità e la responsabilità del compito. Barbacci ha enfatizzato l’importanza del raggiungimento di un equilibrio attraverso la mediazione, piuttosto che perseguire interessi personali o di immagine, riflettendo così lo spirito di servizio e l’orientamento comunitario del sindacato CISL: “Come sempre ci sono momenti nei quali, in una trattativa complessa perché a più voci e rivolta a un comparto estremamente articolato in ogni settore, occorre far prevalere la capacità di mediazione tra attese diverse e non soltanto le proprie esigenze di immagine: uno stile al quale ancora una volta si è attenuta in modo scrupoloso nel suo operato la delegazione CISL Scuola, Università e Ricerca. Chi vuole e sa guardare al risultato nel suo complesso, puo rendersi conto di quanto sia stato positivo il lavoro compiuto, nell’interesse di tutto il comparto e di ciascuno dei tanti profili che lo compongono, tutti meritevoli di attenzione, mai da considerare o peggio ancora da porre in conflitto l’uno contro l’altro”

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