Rifiuti a Roma, slalom dei turisti tra la sporcizia nel fine settimana del 15 agosto

di Maria Rosa Pavia

Se nella metro Valle Aurelia si trovano bottigliette di plastica e lattine, a Campo de’ Fiori rimangono a marcire i resti del mercato. Topi in gruppo nei dintorni della stazione Termini

Un’area recintata per lavori in corso è diventata una discarica a cielo aperto. Siamo all’uscita della fermata della metropolitana Valle Aurelia, al confine tra i quartieri Aurelio e Trionfale. Risalendo le scale – che sui muri hanno graffiti con la scritta «Russia» con le due «s» che formano una svastica – ecco i cumuli di rifiuti con cui ogni romano deve accettare di convivere quotidianamente. Nell’immagine condivisa su Facebook dalla pagina «Roma fa schifo», dentro il recinto metallico circondato di plastica arancione, ci sono bottigliette di plastica, lattine di bibite, le ciotole vuote che contenevano pollo fritto. Ma anche segnali stradali divelti, un new jersey scheggiato e ciuffetti rinsecchiti di sterpaglie. A circondare queste lordure, una fila di monopattini e bici a noleggio.

In queste sere romane dove il caldo ha dato un po’ di tregua, le passeggiate nel centro storico patrimonio dell’Unesco hanno un risvolto amaro. Campo de’ Fiori, che di giorno ha visto i tipici banchi di frutta e verdura sostituiti (anche) da bancarelle che vendono paccottiglia, come le bottiglie di limoncello di forma fallica, la sera sopporta l’ingombro dei resti del mercato: cassette di frutta, ma anche scatoloni e rifiuti organici. Trastevere e Ponte Milvio hanno collinette di rifiuti sparse ovunque. Qui, bicchieri di plastica dei cocktail (ovviamente svuotati), tovaglioli appallottolati e bordi di pizza (con i segni dei morsi).

Topi enormi, anche a gruppi, si aggirano nei dintorni della stazione Termini. Oltre al dormitorio a cielo aperto con i suoi rifugi di fortuna, intere flotte di monopattini a ingombrare i marciapiedi, non mancano vere e proprie montagne di rifiuti (non collinette, come sopra).