Rieti, «boia chi molla» al comizio Bufera sul sindaco, il Pd attacca

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di Paola Di CaroCicchetti, primo cittadino uscente di Forza Italia, al lancio del candidato di Fdi. Ma il partito di Meloni: noi senza nostalgie. Gasparri: il suo tasso di democrazia è testato «Dobbiamo andare avanti al grido di battaglia, che è sempre il solito: boia chi molla!». La conclusione del comizio a sostegno del candidato sindaco di Rieti del centrodestra, Daniele Sinibaldi di FdI, scatena l’ennesima feroce polemica sui rigurgiti fascisti della destra italiana. A pronunciare parole, riprese da un video amatoriale e sottolineate da grandi applausi, contro cui si scagliano soprattutto Pd e M5S, è il sindaco uscente della città laziale, Antonio Cicchetti. Che però non milita in Fratelli d’Italia, ma in Forza Italia, dopo un lungo passato nel Msi, in An, nel Pdl. Tace quindi Giorgia Meloni, che proprio la settimana scorsa ha rivendicato la svolta «conservatrice» del suo partito e ha ribadito la rottura con la tradizione della destra dei saluti romani e degli slogan del Ventennio. Ma a sera interviene il capogruppo di FdI Francesco Lollobrigida, con una presa di distanza e anche una frecciata all’alleato azzurro: «Stupisce che partiti che governano a livello nazionale con FI, partito del quale Cicchetti è esponente, tentino di coinvolgere in una astrusa polemica il giovane candidato sindaco Daniele Sinibaldi di FdI». Lollobrigida ricorda che Cicchetti «non ha mai aderito al nostro partito e la sua esternazione non è rappresentativa della manifestazione di oggi, ma probabilmente frutto di reminiscenze storiche della sua gioventù che nei “Moti di Reggio Calabria” ebbe un momento di coinvolgimento emotivo». Sinibaldi invece e le sue liste «sono ben distanti da nostalgismi ed estremismi come ho io stesso avuto modo di sottolineare nel mio intervento». Lo stesso Cicchetti, travolto dalla bufera, si difende: «Sono nato nel 1952, non c’entro niente con il fascismo. Io citavo i ragazzi dei moti di Reggio, il mio era un invito a non mollare. Non sono nemmeno di FdI, ma di FI, e potevo ricandidarmi ma non l’ho fatto». A sua difesa, per FI, interviene allora Maurizio Gasparri: «È stato eletto tre volte dai reatini e pur potendo vincere per sua scelta passa la mano ad altri. Il suo tasso di democrazia è testato. Non merita aggressioni ». Mentre l’azzurro Elio Vito chiede al suo partito di «espellere» Cicchetti. Il caso monta, tutto il Pd insorge. «La cosiddetta e sedicente “nuova” destra», commenta su Twitter Enrico Borghi a corredo del video, mentre Laura Boldrini parla di «vergogna» perché l’Italia è «antifascista per Costituzione» e Francesco Boccia denuncia: «Non c’è spazio per terze vie: o si sta di qua o di là. Rieti non è purtroppo un caso eccezionale ma semplicemente la ripetizione di un modello di destra che è venuto fuori in modo sfacciato ma che caratterizza le campagne elettorali in molte città». Come nel M5S fa Mario Perantoni («Gravissimo episodio»), e come Italia Viva, in tanti nel Pd condannano, da Emanuele Fiano a Walter Verini, che si indigna per «l’assenza di una presa di distanza da parte di esponenti nazionali delle forze della destra, di Fratelli d’Italia». 7 maggio 2022 (modifica il 7 maggio 2022 | 22:27) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-07 20:28:00, Cicchetti, primo cittadino uscente di Forza Italia, al lancio del candidato di Fdi. Ma il partito di Meloni: noi senza nostalgie. Gasparri: il suo tasso di democrazia è testato, Paola Di Caro

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