Restare in guardia dal virus

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l’editoriale Mezzogiorno, 24 marzo 2022 – 09:52 Contagi e normalità di Pasquale Pellegrini Forse, come dice il microbiologo dell’università di Padova, Andrea Crisanti, intervistato dal Corriere del Mezzogiorno, la circolazione del Covid «oggi farebbe meglio del vaccino». Probabilmente, guardato sotto l’aspetto epidemiologico, è così, non siamo esperti e ci fidiamo. Non si può, però, nascondere che la questione è un po’ più complicata. Il 22 marzo, nell’arco di sole 24 ore, la Puglia è saltata in testa alla classifica, si è avuta una impennata di oltre 12 mila casi in più. Il giorno prima erano stati poco più di 3 mila. Sono saliti i ricoveri in area non critica e quelli in terapia intensiva. E questo è un elemento di preoccupazione. Siamo forse di fronte ad una nuova ondata minacciosa? Le domande che pongono i dati sono piuttosto inquietanti e riuscire a trovare qualche risposta aiuterebbe ad adottare le necessarie misure di contrasto. La scienza non è concorde, sono diverse le ipotesi al vaglio, dalla diminuzione dell’immunità al richiamo della terza dose, a quella di una variante più contagiosa. Probabilmente, però, può trattarsi di altro. «I casi in diversi gruppi di età hanno iniziato ad aumentare più o meno in contemporanea», osserva su Quotidianosanità, Grazia Labate, ricercatrice in economia sanitaria ed ex sottosegretario alla sanità. Potrebbe essere la riduzione delle restrizioni? «È la spiegazione più ovvia», aggiunge. «I ricoveri e i casi hanno iniziato ad aumentare. Un aumento contemporaneo in tutte le regioni e in tutte le fasce d’età, sostenendo l’idea che il cambiamento comportamentale che si è generato,sia la causa principale delle recenti perdite del prezioso terreno che abbiamo guadagnato nella battaglia contro il Covid». Se questa è una possibile causa, benché non manchino dubbi, è «importante – suggerisce Grazia Labate – non abbassare la guardia e non favorire la circolazione del virus». La supposta normalità che dovrebbe partire dal primo aprile con l’abolizione dello stato di emergenza, in realtà potrebbe rivelarsi molto meno normale per le conseguenze che potrebbero aversi a livello sociale. Innanzitutto sul piano della salute. La Asl Barletta-Andria-Trani ha deciso di rinviare la ripresa delle attività ordinarie di pediatria, cardiologia e pronto soccorso no Covid dell’ospedale di Bisceglie. Non è una notizia nefasta solo per quel territorio, il disservizio potrebbe avere riflessi negativi su altre strutture alle quali i malati potranno rivolgersi, ripercussioni sui livelli essenziali di assistenza. Sebbene l’Ares lo scorso anno abbia dichiarato che la sanità pugliese ha mostrato una buona capacità di resilienza di fronte al peso del Covid, il disagio dei malati esiste e non può essere celato: l’attività di prevenzione si è attenuata e le disuguaglianze di salute sono aumentate. Un 20 per cento di malati in più ha chiesto l’esenzione per motivi di reddito. L’altro versante è l’istruzione. La maggior parte dei casi di Covid nella scuola riguardano soprattutto gli studenti. La Dad è riservata solo per coloro che sono positivi al Covid e, pur in presenza di contatti, nessuna restrizione è prevista se negativi. Questa è la norma, ma se la diffusione cresce che cosa potrà accadere? Difficile dirlo. Così pure nel settore turistico. È tra i più importanti volani economici per la Puglia. E, per quello che si è visto, è molto sensibile ai problemi della pandemia. Insomma, l’attenuazione delle misure di contenimento del virus non può significare che la pandemia stia finendo. Su questo la Regione dovrebbe mantenere alta l’attenzione. 24 marzo 2022 | 09:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-03-24 08:53:00, Contagi e normalità,

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