Quote blu al concorso dirigenti, parla un provveditore: Le donne arrivano al vertice perché studiano di più e meglio, i voti più alti sono quelli delle ragazze

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Nella scuola, la preponderanza femminile tocca quasi tutti i ruoli, dai docenti ai dirigenti scolastici. La percentuale di donne che ricoprono ruoli direttivi nelle scuole italiane si attesta intorno al 70%, mentre la presenza femminile tra i docenti sfiora l’80%, e oltre il 90% nella scuola primaria.

Per indirizzare questa disparità, come abbiamo anticipato martedì scorso, il prossimo bando di concorso per dirigenti scolastici introdurrà una novità significativa. L’articolo 10 prevederà un titolo di preferenza in favore del genere maschile, laddove meno rappresentato. In pratica, in caso di parità in graduatoria, il candidato maschile avrà la precedenza sulla candidata femminile, una misura volta a garantire un maggior equilibrio di genere nelle posizioni apicali del mondo scolastico.

A La Nazione interviene il dirigente provinciale dell’ufficio scolastico di Arezzo, Roberto Curtolo. Il provveditore ha fornito un quadro dettagliato della situazione, sottolineando che, sebbene la disparità di genere sia meno marcata ad Arezzo, esiste una tendenza generale legata al merito accademico che vede le donne conseguire risultati migliori. Questa tendenza, per Curtolo, riflette una maggior propensione allo studio e una più grande volontà di affermazione tra le donne: “La qualità dei risultati che conseguono è evidente anche negli esiti finali degli esami di stato, i voti più alti sono sempre delle ragazze. Hanno maggior propensione allo studio e una più grande volontà di affermazione. Quanto alle ‘quote blu’, sono più favorevole al merito indipendentemente dal genere. Se si vogliono applicare, spero la norma sia estesa a tutto e non solo alla scuola o ai dirigenti scolastici ma che ribilanci tutta la pubblica amministrazione e tutti i profili”.

Il dibattito sulle ‘quote blu’ si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sul merito e sulla necessità di promuovere una maggiore equità di genere nella pubblica amministrazione. Le misure previste nel bando di concorso rappresentano un primo passo verso un bilanciamento che potrebbe estendersi ad altri ambiti del settore pubblico, contribuendo a creare un ambiente lavorativo più inclusivo e rappresentativo della società italiana.

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