Quattro miliardi in meno alla scuola pubblica. Meno docenti in organico nei prossimi dodici anni. Valditara smentisce, ma i numeri confermano. TABELLE Legge di Bilancio

Confermati i quasi 4 miliardi in meno alla scuola pubblica per i prossimi anni. Lo si evince dalle tabelle allegate al disegno di legge della Manovra 2023 arrivata alla Camera dei Deputati. 

TABELLE MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E DEL MERITO [PDF]

DDL Manovra 2023 [PDF]

Il decremento della popolazione scolastica avrà una ricaduta sugli organici degli insegnanti. Nel 2034, cioè tra 12 anni, ci saranno circa 1,3 milioni di alunni in meno. Secondo le tabelle allegate alla Manovra, i 52,3 miliardi della previsione assestata relativa al 2022 dovrebbero lasciare il posto a 51,9 miliardi per il 2023 che l’anno dopo passeranno a 50,9 miliardi e nel 2025 a circa 48 miliardi, dunque 4 miliardi in meno, così come già previsto dal governo Draghi.

A La Repubblica interviene Giuseppe D’Aprile, segretario della Uil Scuola Rua “Di tutti i problemi atavici della scuola (precariato, numero di alunni per classe, reclutamento e concorsi) la legge di bilancio non se ne occupa.A questo aggiungiamo la riduzione delle istituzioni scolastiche che secondo quanto dichiara il ministro deriverebbe dai predecessori. Fare confronti dicendo che io taglio di meno rispetto a quello che hanno fatto i governi precedenti non è una risposta. I tagli vengono nascosti dalla denatalità. Ma al contrario si potrebbe approfittare proprio di questa per ridurre il numero di alunni per classe e per ridurre il numero degli alunni per scuola. Se la scuola non esce fuori dalle politiche di bilancio si continuerà a fare cassa su di essa”. 

Secondo il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, non ci sarà nessun taglio, ma addirittura un incremento di 650 milioni, per il 2023: “È indispensabile potenziare il capitale umano del Ministero, procedendo ad una graduale riduzione delle significative scoperture in organico che investono l’Amministrazione, condizionandone l’operatività”, si legge nell’allegato alla manovra.

“Il Ministero, nei limiti delle proprie facoltà assunzionali, si impegnerà a svolgere procedure di reclutamento mirate per coprire le posizioni vacanti e assicurare l’allineamento tra i profili selezionati e le competenze richieste per garantire la migliore operatività dell’Amministrazione, anche in funzione delle specifiche esigenze connesse alla corretta e tempestiva attuazione dei progetti di riforma e di investimento previsti nel PNRR. Parallelamente, il Ministero favorirà il rilancio delle politiche di formazione e valorizzazione del personale in servizio, sostenendone la crescita professionale, individuando i gap di competenze e intensificando le iniziative di formazione specifica, promuovendo politiche dirette ad assicurare, anche attraverso l’implementazione del ricorso a modalità innovative di svolgimento della prestazione lavorativa, la migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e l’accrescimento del benessere organizzativo”.

Nessuna novità nemmeno sul fronte del Merito. Non è previsto nessun nuovo finanziamento per la valorizzazione delle eccellenze (2 milioni circa confermati dalla legge di Bilancio del 2022), per il sostegno alle famiglie per il diritto allo studio dei alunni bisognosi e magari meritevoli, pari a 173,3 milioni, anche questi confermati, e per lotta alla dispersione scolastica (10,85 milioni in tutto) che caleranno leggermente (a 10,57 milioni) nel 2024 e 2025.

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