Qatargate, detective belgi a Milanoper seguire la pista del denaroCozzolino: ora mi ascoltino

Spread the love

di Simona Brandolini e Giuseppe GuastellaBorrell in Marocco: non un Paese colpevole, l’inchiesta in corso Si scava nei computer, nei cellulari e nella montagna di documenti sequestrati a caccia di elementi che possano dare conferme o nuovi impulsi all’inchiesta della magistratura belga sulla corruzione nel Parlamento europeo, finanziata da Qatar ed Iraq attraverso la ong Figth impunity dell’ex europarlamentare Pd e poi Articolo Uno Antonio Panzeri. Le operazioni si svolgeranno anche in Italia dove arriver da Bruxelles un team di investigatori che lavoreranno fianco a fianco con i colleghi milanesi. L’indagine che ha sconvolto il Parlamento europeo sta attraversando una fase di calma solo apparente. I detective federali stanno esaminando i computer, i supporti informatici, i cellulari e i documenti sequestrati il 9 dicembre quando, oltre ad arrestare Panzeri, la vice presidente (poi destituita) dell’assemblea Eva Kaili e il compagno Francesco Giorgi, furono fatte una ventina di perquisizioni e vennero messi i sigilli ad una decina di uffici di collaboratori dei parlamentari. Fu perquisita anche l’abitazione di Marc Tarabella, eurodeputato italo-belga socialista. Nei confronti suoi e del collega italiano Andrea Cozzolino, sospeso dal Pd, i magistrati hanno chiesto al Parlamento Ue la rimozione dell’immunit per svolgere una serie di indagini che, teoricamente, potrebbero anche portare ad arresti. Nei prossimi giorni previsto l’arrivo dal Belgio in Italia di investigatori che lavoreranno con la Guardia di Finanza per eseguire le copie forensi dei pc e dei telefoni sequestrati nella propaggine milanese dell’inchiesta, che guidata dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale. Sar lui a sovrintendere alle attivit investigative in contatto con i colleghi di Bruxelles, che riceveranno anche la documentazione sui conti correnti sequestrati alle persone coinvolte nell’inchiesta. L’obiettivo cercare e trovare traccia dei passaggi del denaro proveniente dal Qatar e dal Marocco, di come sia stato utilizzato e se sia finito nelle tasche anche di personaggi diversi da quelli che ora sono sotto inchiesta. In primavera i servizi segreti del Belgio si erano introdotti nella casa di Bruxelles di Panzeri dove avevano trovato e contato 700 mila euro in contanti, ma quando l’ex parlamentare stato arrestato ne sono stati trovati solo 600 mila. I 100 mila che mancano sono una delle piste dell’indagine in Italia. Sull’agenda dei magistrati di Bruxelles c’ una data segnata in rosso: quella del 16 gennaio, quando si riunir l’ assemblea plenaria durante la quale la presidente Roberta Metsola annuncer formalmente l’arrivo della richiesta di revoca dell’ immunit che protegge Cozzolino e Tarabella, considerati due parlamentari sui quali potevano contare Qatar e Marocco. Metsola ha gi annunciato che l’iter, in passato durato anche anni, sar rapidissimo e si concluder entro il 13 febbraio. A favore della rimozione voter il Pd, come ha annunciato il capogruppo Brando Benifei. Chiuso nel suo isolamento napoletano, ieri Cozzolino ha confermato che chieder di essere sentito per rispondere a tutte le domande e offrire tutte le informazioni e i chiarimenti utili all’accertamento dei fatti. In una nota dei suoi difensori, gli avvocati Federico Conte, Dezio Ferraro e Dimitri De Beco, si conferma che, come ha fatto Tarabella, anche lui non invocher l’immunit per l’attivit politica che ha svolto in maniera libera e trasparente, essendo del tutto estraneo ai fatti di reato per cui si procede. Sul fronte politico-diplomatico c’ da registrare la visita ufficiale in Marocco, oggi e domani, dell’alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell. Sar l’occasione per una discussione approfondita sull’ attuazione del partenariato Ue-Marocco, anche nella prospettiva della nuova Agenda mediterranea, si legge in un comunicato Ue in cui si sottolinea che gli incontri offriranno anche l’opportunit di scambiare opinioni su questioni regionali e internazionali di interesse comune. Nessun imbarazzo per l’inchiesta secondo la quale gli indagati erano manovrati dai servizi segreti di Rabat. Non dimentichiamo che in questa fase ci sono accuse ma nessuna prova, nessuna inchiesta conclusa. Nessuno ha ufficialmente sostenuto dal punto di vista giudiziario che il Marocco come paese sia colpevole e che si debbano evitare dei contatti a livello internazionale, precisa, pragmatico, il portavoce di Borrell, Peter Stano. 4 gennaio 2023 (modifica il 4 gennaio 2023 | 22:57) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.