Iran, proteste e arresti per la rivolta contro il velo. Il gesto dei calciatori della Nazionale

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di Alessandra Muglia

In manette è finita anche la figlia «ribelle» dell’ex presidente Rafsanjani. I giocatori hanno indossato un giubbotto nero durante l’esecuzione dell’inno prima di un’amichevole

La rabbia per la morte di Mahsa infiamma l’Iran da due settimane: c’è tutta una generazione in strada, disposta a rischiare la vita per denunciare la morte della 22enne curda arrestata perché portava il velo in modo scorretto. Da giorni nelle piazze sfidano una repressione feroce: il numero dei morti continua a crescere, sono almeno 76, e diverse centinaia gli arrestati, compresi una ventina di giornalisti.

Le denunce di violenze e percosse in carcere si moltiplicano. In manette è finita anche l’attivista Faezeh Hashemi, figlia «ribelle» dell’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, un leader della rivoluzione islamica del 1979, tra i più fedeli collaboratori di Khomeini.

La donna è stata arrestata (e non è la prima volta) per aver incitato «i controrivoluzionari», come ha definito questi manifestanti pacifici il presidente iraniano Ebrahim Raisi , intervenuto in un’intervista tv. Da un lato Raisi ha cercato di placare la rabbia: ha assicurato un’indagine a tutto campo, «vogliamo giustizia e trasparenza» sulla morte di Mahsa Amini, che «ci ha rattristato tutti», ha detto. Dall’altro ha espresso tolleranza zero verso le proteste: «Coloro che hanno presto parte alle rivolte devono essere affrontati con decisione, questa è la richiesta del popolo». «Protestare è qualcosa di diverso dal caos» ha aggiunto. «Il nemico ha colpito l’unità nazionale e vuole mettere le persone le une contro le altre», ha detto il leader ultraconservatore con un implicito riferimento agli Stati Uniti, che hanno fermamente condannato il pugno duro contro le dimostrazioni.

Critiche nei confronti della repressione messa in atto da Teheran e sostegno alle donne che protestano sono arrivate anche da Spagna e Germania, che hanno convocato gli ambasciatori dell’Iran nei rispettivi Paesi. E ieri la leader di Fratelli d’Italia, e premier in pectore, Giorgia Meloni ha espresso «vicinanza alle coraggiose donne che si battono in Iran e nel mondo per difendere i loro diritti e la loro libertà», in un messaggio sui social dove ha citato «l’eroica rivolta delle donne iraniane contro il regime degli ayatollah».

Il sostegno alle proteste cresce dentro e fuori dai confini. Nel Paese degli ayatollah anche la nazionale di calcio che si è schierata in difesa delle donne e dei giovani iraniani, vestendosi di nero durante l’inno, martedì sera, prima di un’amichevole premondiale in Austria. Nel mondo si moltiplicano le iniziative di solidarietà. Da Berlino a New York, da Ankara a Madrid e persino a Kabul, in migliaia sono scesi in piazza al grido «donna, vita, libertà!», lo slogan scandito dalle giovani iraniane. In mano la foto di Masha e spesso un paio di forbici per tagliarsi i capelli, in suo nome.

29 settembre 2022 (modifica il 29 settembre 2022 | 15:31)

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, 2022-09-29 13:41:00, In manette è finita anche la figlia «ribelle» dell’ex presidente Rafsanjani. I giocatori hanno indossato un giubbotto nero durante l’esecuzione dell’inno prima di un’amichevole , Alessandra Muglia

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