Pensioni, il governo studia anticipo 4 mesi a figlio per tutte le forme pensionistiche. Ipotesi al vaglio

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Il governo sta studiando la possibilità di valorizzare la maternità per l’accesso a tutte le forme di pensionamento al netto di quanto sarà previsto per Opzione donna che avrà un altro canale: per ora l’ipotesi è quella di prevedere 4 mesi di anticipo a figlio. Un intervento che equivarrebbe, nella peggiore delle ipotesi, a 700 milioni di spesa e che sarà al centro di un incontro di valutazione con il Mef con cui il ministro del lavoro Marina Calderone è in stretto contatto.

Sarebbe questa, secondo quanto spiegano i sindacati, riporta Adnkronos, l’ipotesi messa sul tavolo oggi dal governo nel corso dell’incontro tra il sottosegretario Claudio Durigon e Cgil, Cisl , Uil e Ugl.

Secondo quanto previsto dalla riforma Dini, le donne hanno già la possibilità di anticipare la pensione di 4 mesi, ma solo se la pensione è calcolata con il contributivo puro. Il governo intende ora estendere questa opportunità anche ai pensionati con il sistema misto.

Per i giovani con carriere discontinue, invece, si sta discutendo di un’eventuale integrazione al minimo nel caso in cui la pensione finale sia troppo bassa.

Bombardieri: “Ripristino Opzione Donna come previsto prima della Legge di Bilancio”

“Il governo ha messo sul tavolo una prima intenzione di modificare le norme previste dalla legge di bilancio su Opzione donna. Stanno lavorando per modificare l’attuale impostazione ma non ci hanno specificato se si tratti di un ulteriore modifica o del ripristino delle norme scadute il 31 dicembre scorso. Ci daranno una risposta nei prossimi giorni perché stanno interloquendo con il Mef sulle risorse necessarie”.

Il leader Uil Pierpaolo Bombardieri sintetizza così l’esito del nuovo round con il governo sulla riforma delle pensioni.

“Noi abbiamo ribadito che con il ripristino di opzione donna come previsto prima della legge di bilancio a fronte di un aumento di spesa per i primi 5 anni ci sarebbe poi un guadagno per le casse dello stato considerato che le donne perdono il 30% della retribuzione”, prosegue ribadendo che “non si possono cambiare le regole in corso d’opera”. Al momento comunque non è previsto nessun nuovo appuntamento per la prosecuzione del confronto.

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