Pensione non integrata al minimo, non è una novità del Governo Meloni

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La pensione contributiva non prevede integrazione al trattamento minimo, ma per questo non si può dare la colpa al nuovo Governo.

In alcuni casi non spetta l’integrazione al trattamento minimo della pensione e capita quando l’assegno è calcolato interamente con il sistema contributivo. Rispondiamo alla domanda di una nostra lettrice che ci scrive:

Buongiorno
Chiedo davvero aiuto perché dalle informazioni che ho raccolto mi trovo davvero in una situazione difficile
Ho 67 anni , fisioterapista con partita iva , collaboro come esterno con un centro di riabilitazione, 23 anni di contributi
Non ho una casa , né immobili , sono single e sto in affitto
Per problemi anche di salute vorrei andare in pensione , l età c è ma col calcolo che mi è stato fatto non ci pago neppure l affitto
È davvero molto triste e difficile essere in questa situazione
La pensione maturata è di 360 euro al mese e da come ho capito NON POTRÀ neppure essere integrata al minimo , in quanto non ho contributi versati prima del 95, questo per una nuova legge giusto? Del governo Meloni, giusto? Che inoltre mi pare di capire che dal 2024 toglierà anche la pensione di cittadinanza che poteva farmi sperare di poter prendere almeno 700 euro.
È vergognoso se è così e se ho capito bene perché le informazioni per me sono confuse.
Io tra l’altro avrei tutti i requisiti per poter accedere alla pensione di cittadinanza perché se restituisco la partita iva e vado in pensione il mio reddito sarebbe SOLO di 360 euro e in più sto in affitto
Confermate le mie considerazioni? Che mi potete dire di più a riguardo ?
La mia situazione è semplice e chiara da analizzare, visto che purtroppo non posseggo nulla e vivo ora questa fase dell’ età in maniera molto difficile
Vi sarei davvero grata se potrete darmi qualche informazione che mi faccia capire meglio
Cordialmente

Pensione contributiva, il dramma dell’importo

Purtroppo per chi non ha contributi versati prima del 1996, la pensione di vecchiaia non sempre spetta al compimento dei 67 anni. Come nel suo caso. A 67 anni la pensione di vecchiaia non le verrà riconosciuta perchè per spettarle l’importo dell’assegno deve essere di almeno 1,5 volte l’assegno sociale INPS (che per quest’anno ha un importo di 503 euro mensili circa, e quindi si deve avere una pensione di circa 750 euro per poter accedere).

Per avere diritto alla pensione, quindi, dovrà attendere il compimento dei 71 anni.

La correggo però su alcune cose. La mancata applicazione dell’integrazione al trattamento minimo per le pensioni senza contributi versati prima del 1996 non è una novità prevista dal Governo Meloni, ma una norma prevista dalla Legge Dini del 1995. Si tratta, quindi, di una Legge in vigore da quasi 30 anni per la quale il nuovo Governo non ha nessuna responsabilità.

Ovviamente al compimento dei 67 anni, se è in possesso dei requisiti reddituali e patrimoniali potrà certamente chiedere la pensione di cittadinanza, che non è ancora stata cancellata a quanto mi risulta. Ma per la pensione di vecchiaia, purtroppo, dovrà attendere il compimento de 71 anni. E per questo non può incolpare alcun Governo perchè con il sistema contributivo puro si ha indietro una pensione pari a quanto si è versato negli anni in cui si è prestata attività lavorativa. Meno contributi (in soldi) si versano, e meno ricca sarà la pensione.

Se non possiede redditi, inoltre, in attesa della pensione di vecchiaia può anche chiedere la pensione sociale di circa 503 euro mensili. Ma queste sono le uniche alternative che ha. Altrimenti continua a lavorare fino ai 71 anni cercando, per quello che può, di incrementare quella che sarà la sua futura pensione versando altri contributi per 4 anni.

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