Pd, Letta dice no a Moratti: «Non possiamo candidarla»

di Redazione Onlinell segretario dem chiude la porta all’accordo con il Terzo Polo in Lombardia: è stata la ministra del governo Berlusconi e assessore della giunta di destra di Fontana «Non possiamo candidarla, è stata la ministra del governo Berlusconi e assessore della giunta di destra di Fontana». Il segretario del Pd, Enrico Letta, chiude la porta a ogni accordo con il Terzo Polo sulla candidatura di Letizia Moratti in Lombardia. Letta prova ad accelerare i tempi del congresso e intanto fa i conti con le elezioni regionali di inizio 2023 in Lombardia e nel Lazio. La segreteria del partito ha dato il via ufficiale al percorso che porterà alle primarie per la scelta del nuovo segretario: la data già fissata è quella del 12 marzo ma, in un intervento su La Repubblica, Letta non ha escluso che possa essere anticipata. In Lombardia, come nel Lazio, il percorso che porterà il Nazareno alla scelta dei candidati non è stato ancora definito: resta la via maestra delle primarie, che potrebbe mettere un freno alle divisioni interne a aprire la strada alla partecipazione dei candidati del Terzo Polo. Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno lanciato la candidatura di Letizia Moratti, che però è stata bocciata da larghissima parte del Pd. Compresa Base riformista, l’area ritenuta più vicina al Terzo polo: «Non si va lontano con i diktat», ha detto il coordinatore della corrente, Alessandro Alfieri. Chi invece chiede di pensarci è il governatore della Puglia, Michele Emiliano: «Io non chiuderei la porta». Ma il il vicesegretario Peppe Provenzano taglia corto: «Non c’è alcuna possibilità che il Pd, che è un partito di centrosinistra, insegua questa strategia, chiudiamola qui: non ci possono essere equivoci e ambiguità su questo».. Per la Lombardia, uno dei nomi in campo è quello di Carlo Cottarelli che, però, si era detto disponibile a condizione di essere appoggiato anche dal Terzo polo. «Un accordo su di lui già c’era – racconta un dem – poi Calenda e Renzi hanno fatto retromarcia». E poi, nel caso di corsa in solitaria, nel Pd c’è chi spinge per una figura che sia più direttamente identificabile col partito. Nella giornata in cui è iniziato il percorso costituente per il nuovo Pd, insomma, a tenere banco sono state però le Regionali. E se è ormai sulla via del tramonto l’alleanza con il Terzo Polo, non è vicino nemmeno l’obiettivo dei dem delle «larghe intese» con il M5s. Nel Lazio, il Terzo polo punta sull’assessore regionale Alessio D’Amato, del Pd. Un’indicazione che fra i dem non è stata letta come un’apertura, ma come una mossa d’anticipo per mettere il cappello sul nome e creare difficoltà ai democratici. Resta poi da capire cosa faranno i Cinque Stelle, soprattutto nel Lazio. Il Pd aspettava una risposta in giornata sull’intenzione di cercare un nome insieme. Ma non sono arrivati segnali: «Ora è prematuro parlare di alleanze – commentava un esponente di peso del Movimento – Se ci saranno interlocuzioni poi vedremo». 7 novembre 2022 (modifica il 7 novembre 2022 | 23:00) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-07 21:47:00, l segretario dem chiude la porta all’accordo con il Terzo Polo in Lombardia: è stata la ministra del governo Berlusconi e assessore della giunta di destra di Fontana, Redazione Online

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