Patto sul gas tra Europa e Stati Uniti  Draghi: «La Ue propone acquisti congiunti»

l’energia

di Francesca Basso, inviata a Bruxelles26 mar 2022

BRUXELLES Da una parte l’aiuto degli Stati Uniti a ridurre la dipendenza europea dal gas russo attraverso una partnership Usa-Ue che rafforza le forniture di gas naturale liquefatto (Lng) americano. I presidenti Usa Joe Biden e della Commissione Ue Ursula von der Leyen hanno annunciato 15 miliardi di metri cubi in più di gas quest’anno per arrivare ad almeno 50 miliardi all’anno fino al 2030. Dall’altra il via libera dei leader Ue alla creazione di stoccaggi comuni e all’acquisto comune volontario di gas, Gnl e idrogeno sfruttando in modo ottimale il peso politico e di mercato collettivo dell’Ue per abbassare i prezzi nei negoziati. Stati membri e Commissione dovranno anche «urgentemente: stabilire i necessari meccanismi di solidarietà e compensazione», si legge nelle conclusioni. La seconda giornata del Consiglio europeo è stata dedicata a trovare un accordo su come ridurre la dipendenza dalla Russia e affrontare la corsa dei prezzi a due giorni dalla presentazione delle opzioni della Commissione Ue per un’azione collettiva.

I leader Ue hanno aperto, nonostante le divisioni tra gli Stati membri, a «discutere se e come le opzioni a breve termine della Commissione possano contribuire a ridurre il prezzo del gas e ad affrontare il suo effetto di contagio sui mercati elettrici, tenendo conto delle circostanze nazionali». Con un riferimento esplicito nelle conclusioni a un «tetto al prezzo del gas». I leader Ue hanno quindi dato mandato alla Commissione di presentare nuove proposte a maggio «preservando l’integrità del mercato unico, mantenendo gli incentivi per la transizione verde, preservando la sicurezza dell’approvvigionamento ed evitando costi di bilancio sproporzionati». Ci sono volute oltre nove ore di confronto per arrivare a conclusioni condivise, risultato di un delicato lavoro di compromesso che ha permesso a tutti i leader Ue di ottenere qualcosa, ma ha rimandato la soluzione. Il Consiglio ha anche riconosciuto a Spagna e Portogallo «un trattamento speciale per la penisola Iberica» consentendo di gestire i prezzi in maniera diversa. Come ha spiegato la presidente von der Leyen «il mix energetico della penisola Iberica ha una grande quota di rinnovabili con poche interconnessioni». Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha rivolto «un ringraziamento» all’Italia «per la collaborazione delle ultime settimane».

Date le premesse, il risultato non era scontato. Gli Stati Ue restano divisi sulle soluzioni per contrastare l’impennata dei prezzi del gas. Ma ci sono ancora due mesi per convincere i Paesi, guidati da Germania e Olanda, contrari a interventi e a riformare il mercato elettrico staccando il costo del gas da quello dell’elettricità. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, al termine del summit, ha sottolineato che «la Germania e altri Paesi sono scettici quando si tratta di interventi sul mercato dell’energia perché si mettono a rischio le forniture e non c’è un effetto sostenibile sui prezzi». Berlino ha annunciato che punta a essere quasi autonomo dal petrolio russo per fine anno e dal gas entro i primi sei mesi del 2024.

Intanto la Russia — ha detto il presidente della commissione Energia della Duma russa, Pavel Zavalny citato dalla Bbc — sta valutando se accettare Bitcoin per il pagamento del gas da «Paesi amici» come Cina e Turchia che «non sono coinvolte in sanzioni». E il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ha sconsigliato ai fornitori energetici tedeschi di pagare in rubli il gas russo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-03-26 00:38:00,

l’energia

di Francesca Basso, inviata a Bruxelles26 mar 2022

BRUXELLES Da una parte l’aiuto degli Stati Uniti a ridurre la dipendenza europea dal gas russo attraverso una partnership Usa-Ue che rafforza le forniture di gas naturale liquefatto (Lng) americano. I presidenti Usa Joe Biden e della Commissione Ue Ursula von der Leyen hanno annunciato 15 miliardi di metri cubi in più di gas quest’anno per arrivare ad almeno 50 miliardi all’anno fino al 2030. Dall’altra il via libera dei leader Ue alla creazione di stoccaggi comuni e all’acquisto comune volontario di gas, Gnl e idrogeno sfruttando in modo ottimale il peso politico e di mercato collettivo dell’Ue per abbassare i prezzi nei negoziati. Stati membri e Commissione dovranno anche «urgentemente: stabilire i necessari meccanismi di solidarietà e compensazione», si legge nelle conclusioni. La seconda giornata del Consiglio europeo è stata dedicata a trovare un accordo su come ridurre la dipendenza dalla Russia e affrontare la corsa dei prezzi a due giorni dalla presentazione delle opzioni della Commissione Ue per un’azione collettiva.

I leader Ue hanno aperto, nonostante le divisioni tra gli Stati membri, a «discutere se e come le opzioni a breve termine della Commissione possano contribuire a ridurre il prezzo del gas e ad affrontare il suo effetto di contagio sui mercati elettrici, tenendo conto delle circostanze nazionali». Con un riferimento esplicito nelle conclusioni a un «tetto al prezzo del gas». I leader Ue hanno quindi dato mandato alla Commissione di presentare nuove proposte a maggio «preservando l’integrità del mercato unico, mantenendo gli incentivi per la transizione verde, preservando la sicurezza dell’approvvigionamento ed evitando costi di bilancio sproporzionati». Ci sono volute oltre nove ore di confronto per arrivare a conclusioni condivise, risultato di un delicato lavoro di compromesso che ha permesso a tutti i leader Ue di ottenere qualcosa, ma ha rimandato la soluzione. Il Consiglio ha anche riconosciuto a Spagna e Portogallo «un trattamento speciale per la penisola Iberica» consentendo di gestire i prezzi in maniera diversa. Come ha spiegato la presidente von der Leyen «il mix energetico della penisola Iberica ha una grande quota di rinnovabili con poche interconnessioni». Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha rivolto «un ringraziamento» all’Italia «per la collaborazione delle ultime settimane».

Date le premesse, il risultato non era scontato. Gli Stati Ue restano divisi sulle soluzioni per contrastare l’impennata dei prezzi del gas. Ma ci sono ancora due mesi per convincere i Paesi, guidati da Germania e Olanda, contrari a interventi e a riformare il mercato elettrico staccando il costo del gas da quello dell’elettricità. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, al termine del summit, ha sottolineato che «la Germania e altri Paesi sono scettici quando si tratta di interventi sul mercato dell’energia perché si mettono a rischio le forniture e non c’è un effetto sostenibile sui prezzi». Berlino ha annunciato che punta a essere quasi autonomo dal petrolio russo per fine anno e dal gas entro i primi sei mesi del 2024.

Intanto la Russia — ha detto il presidente della commissione Energia della Duma russa, Pavel Zavalny citato dalla Bbc — sta valutando se accettare Bitcoin per il pagamento del gas da «Paesi amici» come Cina e Turchia che «non sono coinvolte in sanzioni». E il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ha sconsigliato ai fornitori energetici tedeschi di pagare in rubli il gas russo.

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