Partono le nuove sanzioniSul gas Draghi media con Rutte

di Marco GalluzzoStop a carbone e liquori. Von der Leyen: ora il petrolio. Il Parlamento Ue: sì all’embargo totale sull’energia. Il premier a Mosca: noi indecenti? No, lo sono i massacri Via libera al quinto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea contro la Russia. Le nuove misure, che aspettano oggi la ratifica formale dopo il sì degli ambasciatori dei Paesi membri, prevedono lo stop al carbone di Mosca e l’estensione della platea di personalità russe inserite nella black list europea. Ad ulteriori quattro banche, inoltre, viene imposto il blocco alle transazioni con l’Ue. Alt anche all’import di una serie di prodotti russi (tra i quali cemento, legno e liquori) del valore di 5,5 miliardi e divieto di export dall’Ue di prodotti high-tech, per un valore di circa 10 miliardi. Mentre il Parlamento europeo vota una risoluzione che va anche oltre, chiedendo l’embargo totale a tutte le forniture da Mosca, compreso il gas, oltre a petrolio e carbone, e mentre anche il G7 vara un nuovo pacchetto di sanzioni, il prossimo step dell’Unione è quello di colpire il petrolio russo. «Stiamo già lavorando molto duramente al prossimo pacchetto di sanzioni. Continuiamo a preparare con gli Stati membri il prossimo passo, e al momento stiamo guardando al petrolio, per essere in grado di preparare una graduale eliminazione del petrolio» della Russia, annuncia la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Insomma alle sanzioni attuali o a quelle che verranno decise nelle prossime ore manca soltanto il gas prodotto da Mosca. Ne hanno discusso a Roma Mario Draghi e il premier olandese Mark Rutte. Con il nostro presidente del Consiglio che torna a insistere su una sorta di Recovery plan per i costi della guerra, che «si aggiungono agli investimenti per la transizione ecologica, la transizione digitale, la difesa comune: queste spese sono insostenibili per qualsiasi bilancio nazionale, dobbiamo trovare nuovi strumenti per affrontarle». Mario Draghi si riferisce alle politiche energetiche dei prossimi anni, ai costi della diversificazione delle fonti, alle conseguenze strutturali della guerra. Ma il cuore dell’incontro con Rutte è sul tetto al prezzo del gas russo. Una battaglia che l’Italia ha lanciato per prima. I due leader non sono ancora d’accordo, ma fanno piccoli passi avanti. Draghi lo vorrebbe subito, dice che il price cap è fattibile, che la Russia non potrebbe che subirlo visto che la Ue è il maggior importatore mondiale. Il premier olandese Mark Rutte resta contrario, ma si ammorbidisce, «se la misura funziona decideremo, non ne facciamo una questione ideologica, ma pragmatica, esamineremo pro e contro e decideremo». L’Olanda, insieme alla Germania, è fra i Paesi della Ue che finora si è detta scettica, se non spaventata, da una misura che per Rutte «ha dei rischi». Ma il nostro premier è soddisfatto del confronto: «Non sono riuscito ancora a convincerlo, ma lui ha fatto un passo fondamentale, mi ha assicurato che non c’è nessuna prevenzione». Di sicuro — aggiunge Draghi ancora sul price cap — «acquistando a questi prezzi stiamo finanziando indirettamente la guerra della Russia». E se la posizione dell’Italia viene giudicata «indecente» dal ministero degli Esteri russo, la risposta è la seguente: «Di indecente ci sono solo i massacri che vediamo ogni giorno», replica Draghi. 7 aprile 2022 (modifica il 7 aprile 2022 | 22:44) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-07 20:44:00, Stop a carbone e liquori. Von der Leyen: ora il petrolio. Il Parlamento Ue: sì all’embargo totale sull’energia. Il premier a Mosca: noi indecenti? No, lo sono i massacri, Marco Galluzzo

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