Palamara (Iss): «Serve un’estate prudente L’obiettivo sarà convivere con il virus»

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di Margherita De Bac

La direttrice del dipartimento malattie infettive dell’Iss: Italia in linea col resto d’Europa

«Trascorriamo l’estate con ragionevole prudenza», è il messaggio di Anna Teresa Palamara. La direttrice del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità non è incline alla spettacolarizzazione, soppesa le parole e ci aiuta a interpretare i fatti filtrandoli con l’evidenza dei dati scientifici. Anche se i dati lascerebbero pensare a una situazione ancora molto fluida: infatti, ieri, è stata raggiunta quota 20 milioni di contagi in Italia da inizio pandemia.

Che fase viviamo?

«I numeri dell’incidenza sono certamente alti perché la sottovariante Omicron, la BA.5, si trasmette con grande efficienza. In compenso, i casi di malattia grave al momento sono contenuti. L’obiettivo è quello di andare verso una convivenza con SARS-CoV-2, ma non con la malattia COVID-19 anche grazie a vaccini e farmaci, con un occhio attento alla possibile emergenza di nuove varianti».

L’incidenza ha toccato livelli che non si prevedevano, dobbiamo prepararci a nuove sorprese?

«L’incidenza è arrivata a 1.158 casi su 100mila abitanti, in linea con quanto avviene in altri Paesi europei. Sicuramente il virus continuerà a mutare, ma gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione non sono comparabili a quelli che avevamo a inizio pandemia».

Cosa dicono i dati dello studio da voi svolto assieme alla società italiana di anestesia e rianimazione proprio per osservare chi sono i pazienti ricoverati nelle terapie intensive?

«Lo studio ha coinvolto 155 centri per un totale di 1.252 pazienti ricoverati per tutte le patologie. Il 16,9% è positivo al Sars-CoV-2 e, fra questi, il 41,7% ha sintomi gravi riferibili a Covid 19. Rispetto all’indagine precedente tutti i numeri sono in aumento, in linea con l’andamento della curva epidemica».

Quindi?

«Direi che è una situazione al momento che non desta particolare allarme, ma merita attenzione. Lo studio ci conferma da un lato che la pandemia non si è esaurita e dall’altro che c’è bisogno di molta attenzione nell’essere preparati a sostenere l’impatto della crescita dei casi sul sistema ospedaliero anche per non svantaggiare i pazienti colpiti da altre patologie. In altre parole, non stiamo osservando una casistica particolarmente alta di malati con sintomi respiratori seri da Covid 19, però dobbiamo tenerci bene organizzati per gestire i positivi in ospedale».

Una nuova sottovariante di Omicron è appena stata segnalata in India, la BA 2.75, chiamata Centaurus. Si profila come una minaccia?

«Per favore, non diamo nomi spettacolari alle varianti, come si fa con le ondate di caldo. Basta con queste espressioni colorite e un po’ terroristiche. Questo virus produrrà varianti in continuazione e dobbiamo mantenere equilibrio e rigore scientifico nel valutare le loro caratteristiche. BA 2.75 è una sottovariante emersa in un contesto in cui non sta circolando Omicron BA.5 e ci sarà bisogno di tempo per capire il suo destino e le sue caratteristiche».

È comparsa già in Italia?

«L’ultima indagine flash dell’ Istituto superiore di sanità, basata su sequenze di virus raccolte dalle Regioni il 5 luglio, indica una netta prevalenza della sottovariante BA.5 che è al 75,5%, seguita da BA.4 al 13,22%. Ad oggi BA 2.75, che presenta nuove e diverse mutazioni, non è stata identificata e non sappiamo se riuscirà a prendere piede in Europa».

Vaccinarsi con la quarta dose anche se non evita di contrarre il virus e trasmetterlo a nostra volta?

«Anche se meno efficaci nel proteggere dall’infezione, è sbagliato pensare che gli attuali vaccini siano superati perché i dati mostrano una efficacia elevata nel proteggere dalla malattia grave soprattutto le persone che hanno superato i 60 anni o sono fragili. Adesso sono raccomandati a queste categorie dopo 4 mesi dalla terza dose o dall’infezione naturale».

16 luglio 2022 (modifica il 16 luglio 2022 | 22:12)

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, 2022-07-16 20:22:00, La direttrice del dipartimento malattie infettive dell’Iss: Italia in linea col resto d’Europa, Margherita De Bac

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