Olga Stefanishyna, vicepremier di Zelensky, racconta i crimini commessi dai soldati russi

di Maria Teresa MeliAscoltata in video a Palazzo Madama Olga Stefanishyna senza toni enfatici racconta l’orrore. La sua voce s’incrina soltanto quando passa alle violenze sulle donne e sui bam,bini. Liliana Segre, da remoto: di fronte a ciò dobbiamo temere l’indifferenza La voce è piana, senza toni enfatici perché gli orrori che racconta parlano da soli, non c’è bisogno di aggiungere altro. La vicepremier ucraina Olga Stefanishyna elenca i crimini commessi dall’esercito russo davanti alla Commissione Diritti umani, Femminicidio e Anti discriminazione di Palazzo Madama. Denunciando gli stupri commessi dalle forze ucraine ha detto che l’obiettivo «non è solo quello di far soffrire le donne, ma anche di umiliare gruppi di donne in modo da eliminare la resistenza. La maggior parte degli stupri viene commessa di fronte agli occhi dei figli delle vittime». In video la vice di ZelenskyLa senatrice a vita Liliana Segre la segue da remoto, commossa. In video la vice di Zelensky appare calma, benché provata, volto struccato, maglioncino giallo, enumera le «atrocità» commesse dagli invasori: «La città di Mariupol non esiste più, nella città di Bucha più del 90 per cento delle vittime sono state giustiziate sul posto perché riportano ferite da armi da fuoco. Abbiamo contato 36 crimini di guerra diversi». La voce si incrina solo quando riferisce dei casi di stupro: «Madri violentate davanti ai bambini, bambini violentati davanti alle madri». Sì i crimini di guerra non hanno risparmiato i più piccoli: «Una ragazza di 14 anni ê stata stuprata da 5 soldati russi ed è rimasta incinta, un ragazzino di undici anni è stato violentato davanti alla madre, che era stata legata a una sedia…». Un atto di accusaStefanishyna continua a parlare e il suo atto di accusa non è rivolto solo a Putin che «vuole il genocidio, che punta a cancellare l’Ucraina come nazione indipendente». L’indice è puntato anche contro il popolo russo: «Ognuno di quegli stupri, ognuna di quelle torture sta rivelando la vera faccia non solo di Putin ma anche dell’esercito russo, di ogni singolo soldato russo. E anche la popolazione russa è consapevole di quello che sta succedendo». Il ricordo di Liliana Segre Quando termina il suo racconto, Segre la ringrazia e ricorda: «Alla stazione di Milano c’è uno spazio dedicato alla memoria, è il binario 21 dal quale nel 1943, partivano i treni per i campi di concentramento. In questo luogo che custodisce ricordi di dolore e sofferenza campeggia una parola che oggi dobbiamo temere: indifferenza». Quindi la senatrice a vita aggiunge: «La sua testimonianza che oggi abbiamo ascoltato onorevole Stefanishyna, così come le immagini e le parole dei racconti di questa folle guerra, scuotono le nostre coscienze e ci impediscono l’indifferenza. La capacità di indignarci davanti alle violenze è la cifra della nostra umanità». 13 aprile 2022 (modifica il 13 aprile 2022 | 18:01) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-13 16:30:00, Ascoltata in video a Palazzo Madama Olga Stefanishyna senza toni enfatici racconta l’orrore. La sua voce s’incrina soltanto quando passa alle violenze sulle donne e sui bam,bini. Liliana Segre, da remoto: di fronte a ciò dobbiamo temere l’indifferenza, Maria Teresa Meli

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