Nina Corradini-ginnastica, la denuncia: «L’allenatrice ci umiliava per non farci mangiare»

Spread the love

di Redazione Sport

Giovane promessa romana delle Farfalle della ginnastica ritmica, l’ex azzurra ha raccontato delle violenze subite: «Mangiavo di nascosto. Per due anni ho subito offese quotidiane»

Nina Corradini ha mollato, ma allo stesso tempo ha rilanciato e denunciato chi ha trasformato una passione in un «incubo». Lei, giovane promessa della ginnastica ritmica e delle Farfalle (medaglia d’argento agli Europei juniores di Budapest nel 2017), e le continue pressioni per non mangiare vissute in Nazionale. «Mangiavo sempre meno — racconta alla Repubblica — ma ogni mattina salivo sulla bilancia e non andavo bene: per due anni ho continuato a subire offese quotidiane». Ora ha 19 anni, ma la storia risale a quando non ne aveva ancora compiuti 18.

Una storia che fa il paio con quelle di altre ginnaste o danzatrici (come la stella russa Alexandra Soldatova, quattro volte campionessa del mondo di ginnastica ritmica) che, in passato, avevano avuto il suo stesso coraggio di raccontare gli abusi subiti. Ma che hanno dovuto soffrire tanto prima di riuscire a superare il trauma (anche grazie a un percorso di psicoterapia, come Nina) e rompere il velo del silenzio, «senza lacrime, prima non ce la facevo». Ogni mattina, Nina e le sue compagne venivano pesate insieme, «in mutande e davanti a tutti». Una sorta di visita militare d’altri tempi, con «sempre la stessa allenatrice» che prendeva nota su un quaderno del peso di ognuna e commentava, spesso con parole dure, il responso della bilancia (mentre le altre allenatrici si limitavano a leggere senza commentare). «Cercavo di mettermi in ultima fila — racconta ancora l’ex ginnasta — perché non volevo essere presa in giro davanti alla squadra». Anche perché i commenti erano pesanti: «Vergognati», «Davvero riesci a guardarti allo specchio?» e così via.

E allora ecco che Nina non faceva più colazione (il momento del peso arrivava sempre dopo il primo pasto di giornata), o al massimo mangiava un biscotto. Di nascosto, mentre indossava l’abbigliamento per l’allenamento. E poi i lassativi comprati senza farsi vedere da nessuno in farmacia, il rapporto con la bilancia che diventava sempre più malato («mi pesavo anche 15 volte al giorno»). «Non avevo più forze e mi ammalavo. Avevo poco ferro». Scuse, secondo quell’allenatrice, che la costringeva ad allenarsi comunque, «anche dopo essere svenuta a colazione, come mi è successo un giorno».

Un anno e mezzo fa, però, la consapevolezza che fosse arrivata l’ora di dire basta monta dentro: «Era il 14 giugno 2021». Il desiderio di andar via era cresciuto a dismisura: «Ora voglio informare e proteggere le bambine più piccole: tutti devono sapere la realtà».Oggi Nina studia scienze della comunicazione e, per quanto abbia superato la fase più acuta del trauma, sta ancora lavorando su se stessa per uscirne del tutto: «Faccio fatica a mangiare in pubblico, ma spero di dare voce a tutte le altre vittime di queste pressioni». Anche perché lei sa quanto sia stato difficile raccontare quell’incubo. Anche ai genitori, che non capivano perché avesse deciso di lasciare la ginnastica ritmica: «Gliene ho parlato separatamente: mamma si è messa a piangere in un ristorante, papà invece si è arrabbiato tanto con le allenatrici. Anche perché ero minorenne».

E aveva sognato quella Nazionale, tanto da lasciare la sua Roma già a 13 anni per continuare a lavorare sul suo talento (aveva iniziato alla Lazio Ginnastica Flaminio e, dopo essersi trasferita a Fabriano, nel 2019 è stata convocata per una prova dalla Federazione e viveva con le altre azzurre della ritmica in un albergo di Cesano Maderno, in provincia di Milano). U na vita scandita da allenamento (7-8 ore al giorno) e studio (in una scuola privata). E poi ancora allenamento e studio. E così via, tutti i giorni. Fin quando ha cominciato a percepire di essere «solo una pedina per le allenatrici, non c’era rapporto umano. Non mi hanno mai chiesto come stessi». Ma era importante sapere quanto pesava. Tutti i giorni. E non andava mai bene: «Io pesavo sui 55 kg (è alta 1,75 m), ma l’allenatrice aveva sempre da ridire. Avevo imparato che di notte perdevo 3 etti e che un bicchiere d’acqua ne pesava 2».

30 ottobre 2022 (modifica il 30 ottobre 2022 | 09:56)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-10-30 15:22:00, Giovane promessa romana delle Farfalle della ginnastica ritmica, l’ex azzurra ha raccontato delle violenze subite: «Mangiavo di nascosto. Per due anni ho subito offese quotidiane», Redazione Sport

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.