Nato, il passo di Svezia e Finlandia: «Non dobbiamo finire come Kiev»

di Irene Soave

L’incontro tra Sanna Marin e Magdalena Andersson: «Senza l’Alleanza nessuna garanzia di sicurezza». L’adesione potrebbe avvenire già entro il summit di giugno. E spuntano carri russi vicino al confine

Circa l’adesione alla Nato la Finlandia «prenderà una decisione in settimane, non in mesi»: così la prima ministra di Helsinki Sanna Marin, ieri, a Stoccolma, in conferenza stampa con l’omologa svedese Magdalena Andersson incontrata poco prima. Svezia e Finlandia valutano, dopo l’attacco russo all’Ucraina, di aderire all’Alleanza: se ne discute, informalmente, da settimane, ma è la prima volta che i governi dei due Paesi, storicamente non allineati, ne parlano in modo esplicito. E più tardi il «Libro bianco sulla sicurezza» presentato al Parlamento di Helsinki ha messo nero su bianco che «senza la Nato non c’è garanzia di sicurezza». Il Parlamento ne discuterà da dopo Pasqua.

«Ci sono diversi punti di vista da considerare e lo faremo con attenzione», ha detto Marin in conferenza stampa, «ma il processo sarà veloce». La Finlandia vorrebbe «muoversi allo stesso passo della Svezia»; ma «non intende dettare a Stoccolma una tabella di marcia, né se la farà dettare». Tradotto, Helsinki deciderà autonomamente, e probabilmente più in fretta; e il capo di Stato Sauli Niinisto ha detto di aspettarsi che accada «ben prima» del 29 giugno, quando al summit dell’Alleanza a Madrid la candidatura della Finlandia potrebbe già essere annunciata. «Tutti i gruppi parlamentari e il presidente ne discuteranno nelle prossime settimane», ha precisato Marin. «I rapporti col nostro vicino non possono tornare come prima».

La prima ministra svedese Magdalena Andersson ha parlato dopo Sanna Marin: «È un momento importante della storia, il paesaggio della sicurezza è cambiato e dobbiamo pensare alla sicurezza e alla pace». In Svezia è in corso una discussione interna al partito di Andersson, i socialdemocratici, contrari all’ingresso nell’Alleanza, ma consapevoli che alle elezioni di settembre 2022 il tema della sicurezza sarà centrale. Il quotidiano Svenska Dagbladet ha ipotizzato ieri in un retroscena — non smentito — che infine anche Stoccolma valuti un’adesione «entro giugno».

La Finlandia, che con la Russia condivide 1.360 km di frontiera, ne è del resto già stata invasa nel 1939, in un attacco che dal punto di vista strategico e perfino tattico ricorda quello in corso ora in Ucraina; la Finlandia si era resa indipendente dal 1917, essendo stata un granducato russo dal 1809, quando lo zar Alessandro I l’aveva conquistata. E ieri un video — verificato dalla tv britannica Sky News — mostrava veicoli militari russi con attrezzature missilistiche pesanti avvicinarsi al confine, a Vyborg.

«Stiamo vedendo come la Russia si comporta in Ucraina», ha aggiunto Marin. «Dobbiamo evitarlo in Finlandia. Ci sono rischi sia se aderiamo sia se non aderiamo. Le minacce di attacchi informatici o ibridi vanno considerate». Sondaggi recenti mostrano che i finlandesi, storicamente neutralisti, sono ora al 68% favorevoli all’adesione. Solo il 12% resta contrario. Anche in Svezia una maggioranza, pur meno netta, è favorevole.

Nel rapporto sulla sicurezza presentato ieri a Helsinki il riferimento è all’articolo 5, che dispone un «ombrello» di difesa collettiva per i soli Paesi membri e costituisce quindi un deterrente a un’aggressione «molto maggiore» della semplice cooperazione con la Nato che la Finlandia porta avanti già da qualche anno. Il rapporto sottolinea che «una cooperazione tra Finlandia e Svezia nei processi di adesione sarebbe importante», e potrebbe «facilitare la risposta a una reazione russa». L’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato «aumenterebbe la deterrenza contro un’azione militare nella regione del Baltico». E proprio ieri i tre presidenti dei Paesi baltici e il polacco Duda sono andati a Kiev, a portare a Volodymyr Zelensky «supporto forte e affidabile».

Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha messo in guardia Helsinki e Stoccolma: «Aderire alla Nato non porterà più stabilità all’Europa». Nelle scorse settimane il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg ha assicurato che la Nato «troverebbe modi di provvedere» alla sicurezza dei due Paesi anche nel periodo di interim tra la candidatura e l’accettazione.

13 aprile 2022 (modifica il 13 aprile 2022 | 22:06)

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