Missione Covid dei russi, così le scienziate di Mosca hanno avuto accesso ai dati sanitari dello Spallanzani

di Fiorenza Sarzanini La relazione sull’accordo siglato nel 2021 per gli studi su Covid-19 e Sputnik. Ecco chi sono le ricercatrici inviate da Mosca Le autorità russe potrebbero aver ottenuto dati sanitari di cittadini italiani. Esiste una relazione allegata all’accordo stilato nel 2021 tra l’ospedale Spallanzani di Roma e l’Istituro Gamaleya di Mosca, in piena emergenza pandemica da Covid-19, che elenca i termini dell’intesa. Fornisce le generalità delle tre dottoresse che hanno trascorso all’interno del nosocomio della Capitale 24 giorni. E specifica che «il suddetto personale russo ha accesso ai laboratori e al sistema informatico in uso presso Inmi». È un dettaglio finora sempre negato dai vertici dello Spallanzani, che anzi avevano assicurato: «Nessun dato sensibile è stato reso noto, abbiamo soltanto acquisito informazioni preziose per la ricerca che saranno oggetto di pubblicazioni e condivisioni, proprio come accaduto con altri Paesi». La realtà appare ben diversa e adesso bisognerà capire quale sia stato il vero ruolo delle ricercatrici, soprattutto dopo aver verificato che la missione «Dalla Russia con amore» concordata tra Vladimir Putin e l’allora premier Giuseppe Conte avrebbe consentito l’ingresso nel nostro Paese di numerose spie di Mosca. Tanto che a metà marzo, dopo l’inizio della guerra, un funzionario del ministero degli Esteri ha minacciato «conseguenze irreversibili» per l’adesione del nostro Paese alle sanzioni lasciando intendere di avere informazioni riservate da rivelare. Le tre scienziateLa relazione contiene nomi, curriculum, documenti delle scienziate inviate a Roma. Sono Inna Vadimovna Dolzhikova, 34 anni, indicata come «ricercatrice di riferimento» che ha «partecipato a numerose attività di ricerca epidemiologica e sui vaccini, comprese quelle su Ebola e Sars-Cov-2». C’è poi Daria Andreevna Egorova, 35 anni, anche lei ricercatrice senior che nel curriculum aveva inserito «una presentazione sullo stato attuale e risultati delle sperimentazioni libiche del vaccino Sputnik V». Infine Anna Sleksieyevna Iliukhina, 25 anni, che pur così giovane «dal 2017 lavora presso il centro di ricerca statale per l’immunologia dell’Agenzia federale medica e biologica della Russia come assistente di laboratorio». La missioneLa prima missione russa, che aveva portato in Italia 123 militari il 22 marzo 2020, si era conclusa agli inizi di maggio, quando il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, perplesso sin dall’inizio sull’opportunità di accogliere così tanti soldati, comunicò la fine al collega russo Sergej Shoygu. Ma poco dopo fu avviata la trattativa per l’intesa tra Spallanzani Inmi e Gamaleya. Nell’accordo si parla esplicitamente di «scambio di informazioni e materiali biologici» ma anche di «condividere campioni umani (sieri) da soggetti che hanno ricevuto il vaccino Sputnik V in Russia» e di «esplorare modalità specifiche per l’implementazione di studi clinici che prevedono l’utilizzo di Sputink V in volontari in Italia». La ricercaLa relazione interna dello Spallanzani dà conto che «le tre ricercatrici russe operano presso i laboratori dal 4 giugno 2021. Sono giunte a Roma il 3 giugno alle ore 11.35 con volo SU2402 accompagnate da una donna addetta alla sicurezza. Il volo di rientro Roma-Mosca Su2403 è prenotato per il 27 giugno 2021 alle ore 8.35». Qual è stato il vero lavoro delle scienziate in quei 23 giorni? La relazione è esplicita nel confermare l’accesso «ai laboratori e al sistema informatico in uso presso Inmi». Si sa che in seguito altri ricercatori russi hanno collaborato con lo Spallanzani. E la cooperazione è proseguita anche dopo l’inizio del conflitto, fino a quando la Regione Lazio non ha ritenuto inopportuno andare avanti. L’obiettivo dichiarato era fare ricerca sullo Sputnik, nonostante le agenzie regolatorie non abbiano mai concesso l’autorizzazione alla somministrazione. Quanto sta emergendo dimostra che il vero scopo della missione organizzata dai russi era evidentemente ben altro, visto che mirava a un’attività di spionaggio. E il sospetto forte è che siano riusciti a raggiungerlo. 25 maggio 2022 (modifica il 25 maggio 2022 | 09:44) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-25 07:47:00, La relazione sull’accordo siglato nel 2021 per gli studi su Covid-19 e Sputnik. Ecco chi sono le ricercatrici inviate da Mosca, Fiorenza Sarzanini

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